Riflessioni

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Lysander si affacciò dalla finestra, osservando le prime luci dell'alba, all'orizzonte. Si massaggiò le tempie, esausto dopo l'ennesima notte insonne, appoggiandosi al bordo del lavello della piccola cucina di casa. Erano settimane che non aveva notizie di Lily, ed era il primo anno che era costretto a stare lontano da lei per tutte le vacanze di Natale. Da un lato, il pretesto della lite di Lorcan con Fred gli aveva permesso di non dover affrontare un'altra volta il turbinio di sensazioni sconnesse e incontrollate che la vicinanza di Lily gli causava, da un po' di tempo a quella parte; dall'altro, lei gli mancava terribilmente, come non avrebbe mai pensato possibile. In effetti, non era mai stato costretto a starle lontano per un periodo così lungo, da quando ne aveva memoria, e d'altra parte non avevano trascorso molto tempo insieme neppure prima. Prima di quel pomeriggio freddo in cui si era inspiegabilmente trovato incollato alle sue labbra, senza sapere come né perché. Si era chiesto per giorni, settimane, il perché l'avesse baciata, quel giorno, e non aveva saputo darsi una risposta fino a quando non l'aveva trascinata con sé nella cantina di Mielandia, in preda ad una gelosia cieca e irrazionale che non aveva saputo frenare. E neppure quella volta era riuscito ad evitare di spingerla contro un muro e baciarla come se ne dipendesse la sua vita, di sentire le sue labbra premere sulle sue con un cieco e disperato bisogno, e allo stesso tempo con tutta la tenerezza di cui fosse capace, perché lei era la sua Lily, la stessa, piccola Lily che correva da lui ogni volta che si sbucciava un ginocchio da bambina, la stessa che lo faceva ridere coi suoi ragionamenti contorti e i suoi modi spigliati e genuini, la stessa Lily con la battuta pronta e quell'ombra di divertimento sempre negli occhi. La stessa Lily che aveva sofferto per chissà quanto tempo, senza che lui se ne fosse mai accorto. Non riusciva a liberarsi di quell'opprimente senso di colpa che non gli permetteva di dormire, né di respirare. Si sentiva in colpa per non aver capito, per non aver colto i segnali al momento giusto, nonostante fosse perfettamente consapevole che Lily era brava a mascherare i suoi pensieri, quando voleva. E con lui lo era stata: era stata maledettamente brava, e Lysander non poteva fare a meno di chiedersi se le cose sarebbero andate diversamente, con Claire, se lui avesse saputo. Claire era la persona più dolce e gentile che lui avesse mai incontrato, di una timidezza esasperante, a volte, ma che sapeva infondergli una serenità senza pari. E stava bene, con lei, ma era troppo intelligente per non rendersi conto che qualcosa era cambiato, e che le doveva almeno un pizzico di sincerità. E prima di essere onesto con lei, aveva bisogno di esserlo con sé stesso.

Lily era sempre stata un mare in tempesta, per lui: lo faceva ridere come nessuno, ed era sempre stata forte, nonostante le sue innumerevoli fragilità. Era stata roccia e supporto, la certezza più grande della sua vita e il suo più dolce riparo. E Lysander si chiese, per l'ennesima volta, come aveva fatto a non accorgersi di nulla.

Ripensò a lei, al suo odore, quel profumo che aveva imparato a riconoscere, negli anni, ma che non gli era mai sembrato così intenso e eccitante: gli dava alla testa, e non era riuscito ad impedirsi di baciarla, preso dalla necessità di sentire il suo sapore sulle labbra, di perdersi ad accarezzare quei capelli che scivolavano tra le sue mani come di lingue di fuoco, e sentire sotto le dita la morbidezza della sua pelle. Non riusciva a controllarsi, da quell'unica volta in cui si era perso nel fondo dei suoi occhi verdi, e vi aveva visto una tristezza che non aveva saputo come altro alleviare. Era stato spinto, come sempre, dalla necessità di proteggerla e curarla da tutte le ferite del mondo, e aveva finito per trovarsi in una situazione che non aveva mai pensato possibile. E Lily era cambiata, con lui: Lysander non riusciva a sopportare la durezza del suo sguardo ogni volta che lo guardava, ogni volta che si lasciava baciare e lo baciava con tutta sé stessa, ma come se rimpiangesse di averlo fatto un attimo dopo, come se fosse il più grave degli errori.

E Lysander sentiva montargli nel petto un fastidio crescente, perché nonostante tutto, non l'avrebbe mai considerato un errore: semplicemente, era qualcosa che andava oltre la sua volontà. Non poteva impedirselo, neppur volendo, e non avrebbe mai osato rimpiangere qualcosa che gli aveva fatto provare sensazioni del tutto sconosciute: odiò sé stesso solo per aver concepito il paragone, ma con Claire non era mai stato così. Era piacevole, dolce, ma controllato, perfettamente razionale, quasi metodico. E si era chiesto, per la prima volta, se quello che sentiva con Claire era effettivamente quello che avrebbe dovuto sentire, senza riuscire ad impedirsi di pensare alla tempesta che sentiva dentro ogni volta che la sua Lily gli era vicina.

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