capitolo 8°

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"I vari sistemi di nomenclatura facendomi degli esempi, vai"

"Dai basta, abbiamo studiato abbastanza, ti va di fare una partita?"

Armin lo guardò negli occhi:"Eren hai accettato il mio aiuto quindi d'ora in poi farai quello che ti dico senza lamentarti, vai"gli disse sorridendigli.

"Pensavo fossi un professore più simpatico"

"Non ti conviene dire così che te la faccio ripetere un'altra volta"
"Questo è abuso di potere"
Armin divertito prese un cuscino in mano:"ripeti o verrai colpito"
"Ah si passa alle minacce fisiche"
"Sì esatto"
Eren che fino a quel momento non aveva staccato gli occhi dal viso dell'amico li alzò al cielo sorridendo esasperato ed iniziò a ripetere.

"Sei stato molto meglio di prima, ma...sei sicuro di aver capito bene? Sai...a volte il tuo discorso è un po' confuso"
"Sì che l'ho capito bene, non è niente di che"
Armin allora lo guardò con aria di sfida e gli pose una domanda che necessitava un ragionamento oltre alla memorizzazione.

Eren rimase in silenzio per un po' con lo sguardo basso"ok forse hai ragione" disse senza guardare l'amico in faccia per l'orgoglio.

Armin gli sorrise e con pazienza gli rispiegò tutto da capo.
Eren lo ascoltava assorto, gli occhi cerulei erano così brillanti, Armin riusciva a far sembrare tutto semplice e il moro lo ascoltava seguendo ogni sua parola, notando tutti i suoi movimenti.
Gli era difficile non accennare un sorriso quando per l'entusiasmo nello spiegare gli ricadevano i capelli biondi sul viso e lui frettolosamente li spazzava via con la mano senza mai fermarsi.

Eren aveva finalmente afferrato il concetto e lo ripeté senza tentennamenti, Armin sembrava concentrato su ogni sua parola.
"Perfetto" esordì con un grande sorriso "devo ritenermi soddisfatto, domani mattina riguardati gli appunti e non preoccuparti andrai benissimo".
"Ma io non ho appunti" il ragazzo ispezionò la stanza con lo sguardo,
"Dove sta il tuo quaderno?
Posso prenderli da te?"
Armin stava per rispondere ma poi cambiò idea di colpo.
"N-no preferirei di no"
"Perché?"domandò Eren confuso
"P-perché sono molto geloso dei miei appunti" il moro lo guardava interrogativo " ed ho molta fame, scendiamo dai" aggiunse Armin con tono poco convinto.
"Certo che un po' strano sei eh" disse Eren ridendo e seguendo il ragazzo giù per le scale.

Era ora di cena ormai ed Eren cedette facilmente all'invito del nonno di Armin, il quale sembrava più contento del nipote stesso.
Eren guardò Armin cucinare e pensò a quanto si desse da fare per aiutare in casa, era davvero un ragazzo d'oro.
Pensò a quello che faceva lui ed un po' si sentì in colpa, perché non sono una bella persona come lui?

Armin stava facendo l'impasto di una crostata, quando stendeva con impegno la pasta col mattarello tutti i capelli finivano per andargli davanti e riempirsi di farina.

"Me li puoi legare per piacere?"chiese Armin tendendo la mano all'indietro e passando ad Eren un elastico.
Eren, un attimo in imbarazzo, prese l'elastico e tentò di fare una specie di coda, finì per toccare il suo collo, era estremamente caldo e la pelle così liscia e morbida.
Chiuse di fretta quell'abbozzo di coda.

"Grazie" disse Armin voltandosi verso di lui per qualche secondo, qualche secondo che bastò per lasciare Eren senza fiato.
Gli si vedeva meglio il viso e i suoi tratti parvero ancora più belli, il volto angelico era reso un po' più forte da una mascella ben delineata.
Lo sguardo di Eren scese giù lungo il collo, era elegante e giungeva fino alle scapole un po' sporgenti.
La pancia gli iniziava a far male, non riusciva a staccare lo sguardo.
"Sto tanto male? Perché mi guardi così?" Armin interruppe i suoi pensieri.
"Perché stai benissimo" rispose impulsivamente.
"Sei serio?"
"Sì"
Armin guardò fisso Eren come per capire se stesse scherzando, arrossì ed abbassò lo sguardo:" grazie mille".
Eren accortosi di quanto successo si allontanò preferendo sedersi al tavolo col nonno.

𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora