Sebbene il giorno precedente sembrasse piena estate, era da metà mattina ormai che nuvole dense ricoprivano il cielo.
La scuola finì e, per amore degli studenti, il cielo, che si era contenuto fino a quel momento, cedette dando inizio ad una fitta pioggia."Ovviamente non ho l'ombrello, ti pareva" disse Eren nervoso.
"Mi dispiace E. ma io già devo accompagnare Sasha, chiamatina dopo pranzo per giocare?"
Eren gli fece cenno di sì e salutò Connie con la mano.
"Tu aspetti qua con me, vero Jean?"
"Sbagliato, Marco mi sta aspettando con l'ombrello al cancello"
"Va bene abbandonami anche qui da solo"
"Sì senza nessuna fatica, un bacio caro a domani" jean gli mandò un bacio ed Eren ricambiò con il medio.A Jean piaceva fare lo stronzo con tutti, tranne che con Marco, i due erano stato cresciuti come cugini dalle due famiglie molto amiche, ah e con Mikasa ovviamente, la sua cotta dalle elementari, sebbene lui non lo volesse ammettere.
Se Mikasa non fosse stata fuori città con Carla, la madre di Eren, probabilmente tutto ciò che avvenì nella notte passata non sarebbe successo.Stava ragionando su questo il moro quando rivide nuovamente armin, era sotto il porticato a parlare con il professor Smith.
Il prof si girò verso di lui e i due gli si avvicinarono, armin gli sorrideva ed Eren lo guardò negli occhi, il fatto di starci per palarare nuovamente lo mandava un po' in ansia."Yeager stavo cercando proprio te , ti volevo presentare Armin Arlert, non so se già vi conoscete."
I due ragazzi si guardarono fissi negli occhi e sorrisero imbarazzati
"Sì già ci conosciamo" rispose Eren, armin fu felice di sentire queste parole e guardò nuovamente il moro.
"Perfetto allora evito di dilungarmi con le presentazioni, sia io che il vicepreside Levi riteniamo che te ed Arlert dovreste partecipare alla riuniune organizzativa per l'anno scolastico, tu come rappresentante sportivo e lui della didattica e dei proggetti di approfondimento."
Sicuramente dover perdere tempo per una cosa così ad Eren non allettava ma nonostante ciò non lasciò al professore il tempo di finire di parlare che già aveva accettato."Sai Yeager mi sorprendi, già questa tua buona volontà mi fa ricredere su di te."
"Grazie prof"
Erwin Smith rientrò nell'edificio lasciando i due ragazzi soli nel porticato."Eren che ci fai ancora qua? Non hai l'ombrello? " la voce di Armin era gentile, come la ricordava.
"No, chi si immaginava che avrebbe piovuto"
"Chiunque capace di consultare un meteo" ribatté armin sorridendo, i due rimasero a guardarsi."Beh, andiamo?" Armin aveva aperto il suo ombrello e fatto spazio ad Eren.
"Tranquillo non preoccuparti, aspetterò che spiova"
Armin era piccino confrontato all'altro e l'ombrello così grande che quasi faceva tenerezza.
"Vieni dai, tanto ormai sono abituato a riportarti a casa"
Eren sorrise e si mise sotto l'ombrello accanto al biondino."Ti sei ripreso da ieri?" non l'aveva chiesto per prenderlo in giro, era una preoccupazione sincera.
"Si va molto meglio, ero messo tanto male?"
"mmm diciamo sicuramente non benissimo" armin rise, era un suono davvero leggero.
"Ti prego scorda tutto"rispose Eren ridendo a sua volta
"Ma che, è stato davvero bello. Anzi avevo paura che tu non te lo ricordassi..."armin abbassò un po' la testa come a guardare per terra.
"Volevo assolutamente ricordarmelo, ho passato la mattinata a ricostruire ieri notte, hai ragione è stato bello"
I due alzarono gli sguardi allo stesso momento, incrociandoli per poi riabbassarli."Di qua giusto?"
"No, a destra. Quella di ieri era casa di un mio amico, Jean."
"Sarà il ragazzo alto e castano" dedusse armin in mente sua.
Tempo cinque minuti ed arrivarono ad una casetta, meno eccessiva di quella di Jean, apparteneva ad una schiera di case sull'arancio tutte a due piccoli piani e con un giardinetto all'entrata.
"Vuoi salire?"Armin deglutì" così magari non fai altra strada sotto la pioggia" concluse di proporre Eren.Armin non sapeva cosa rispondere e comunque non ne avrebbe avuto il tempo, subito una voce li interruppe:"con chi parli Eren?".
Un uomo sulla cinquantina e in completo da lavoro era affacciato alla finestra della casa, capelli grigi e barba perfettamente curata.
"Armin Arlert, piacere di conoscerla. Sono un compagno di scuola di suo figlio."
Armin aveva la dote di essere adorato da qualsiasi adulto eppure quella volta la sua certezza titubava.
"Non sono suo figlio e tu non devi dargli alcuna spiegazione" sbottò Eren.
L'amico si sentì a disagio, capì di aver messo benzina sul fuoco ed aver alimentato l'astio fra i due.
"Eren tu non vorrai essere mio figlio, ma tua madre sta con me e ho tutto il diritto di dirti cosa fare e come comportarti" passò il suo sguardo giudicante dal moro al biondo "sai armin non è facile avere a che fare con un adolescente estremamente rabbioso, tanto sconsiderato da uscire la domenica sera senza poi farsi ritrovare al mattino. Mi sembri un ragazzo intelligente Armin, tu che ne pensi?"
Armin odiava questa situazione e fortunatamente Eren lo salvò:"non mettere in mezzo pure i miei amici grazie, armin ci vediamo domani vattene ti prego"
Armin sorrise ad Eren come per supporto e poi fece quanto consigliato:"a domani eren" disse,
"arrivederci" bisbigliò.Percorse da solo la strada del ritorno, aveva scoperto con piacere che Eren non abitava troppo lontano da lui.
Aveva sempre osservato quel ragazzo ed in due giorni si era ritrovato a fare un tuffo nella sua vita, sperava di non essere portato via troppo in fretta dalla corrente.Quindi quell'uomo era il compagno della madre? Chissà come era Eren a casa, sicuramente diverso da come si mostrava tutti i giorni a scuola o da come si era presentato quella notte.
Armin rientrò dalla grande porta in legno, il nonno era sulla poltrona:"come mai così tardi? Qualche imprevisto a scuola?"
"No in realtà ho riaccompagnato a casa un-un amico"
Disse il biondo senza guardare il nonno, non voleva troppe domande.
"Capito"disse il nonno sorridendo e lanciando ad Armin uno sguardo.
Perché mi ha guardato così?
"Mi porto da mangiare qualcosa su, ho parecchio da studiare.
Tu hai visto quello che ti ho preparato stamattina vero? Te lo avevo lasciato sul tavolo con il bigliettino"
Ricevuta una risposta affermativa con tanto di complimenti Armin salì le scale scricchiolanti ed entrò nella sua mansarda, il suo posto sicuro.Era una stanza davvero accogliente, piena di tappeti e cuscini dalle particolare fantasie, libri e attrezzatura per disegnare riposta con cura sopra i mobili.
Quello era il suo spazio e raramente permetteva a qualcuno di entrarci, un po' per la privacy, un po' per la difficoltà a fare le scale, il nonno non vi era mai entrato.Armin si mise a studiare e a pensare cosa sarebbe successo senza quella interruzione, si mise a studiare, un po' deluso.
Leggeva le pagine ma non riusciva a concentrarsi, il telefono lasciato sul comodino vibrò, andò a leggere, niente di che, una mail dalla scuola.
Anzi no.
Le guance gli si fecero rosse e gli comparve in viso un sorriso sincero.
Possibile? Eren gli aveva mandato una mail?"Oi Armin, sembrerò matto a scriverti qua ma conoscendo solo il tuo nome e la tua scuola la mail istituzionale era l'unica opzione. Scusa se Guido ti ha coinvolto prima.
Ti ho scritto per chiedeti un favore.
Non ce la faccio a stare in casa ti va di uscire? Se dovevi fare qualcosa e vuoi che ti aiuto mi va bene, mi basta allontanarmi da qua."-Eren
"Eren non ti proccupare di scusarti per quanto successo prima.
Mi farebbe davvero piacere vederti ma oggi ho molto da studiare,
ti andrebbe di venire da me?
Magari ripassi un po' anche tu :)
Abito non tanto lontano da te, a via dei gelsomini 14.
Dimmi cosa ne pensi. "-Armin
Lo aveva davvero invitato a casa sua?
Armin teneva nervosamente stretto il telefono fra le mani, camminando avanti e indietro freneticamente aspettando che quella notifica arrivasse.

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𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏
Fanfiction"Armin Arlert non aveva mai fatto nulla di avventato, ma quella notte si chiuse la porta di casa dietro le spalle. Erano le due e non sapeva dove andare, voleva però sentirsi in qualche modo vivo, anche solo un po'. " Fu quella notte che Armin ed Er...