capitolo 10°

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Due giorni prima,
dopo l'allenamento di basket

Il ragazzo, con il borsone in spalla, era occupato a cercare le chiavi ma ben presto si accorse che la porta era già aperta.

"Non ci posso credere, non dirmi che ti hanno dato le chiavi" disse l'alto ragazzo castano entrando in casa.

"Eh già, i tuoi genitori ormai mi hanno adottato"

Dalla cucina spuntò Marco, un ragazzo moro, dal viso gentile e ricoperto di lentigini.
"Ho preparato qualcosa da mangiare, posa la roba e vieni dai".

Jean abbandonò la borsa sul grande divano in pelle ed andò in bagno a sciaquarsi la faccia e le mani.

Quando non era in divisa era quasi sempre vestito abbastanza elgante, vestiti di marca ma mai troppo appariscenti, abbinamenti semplici che  contribuivano a renderlo un tipo distinto, insieme alla sua predominante  indifferenza che lo portava a non sbilanciarsi mai troppo e a non abbassarsi ad inutili drammi.

Raggiunse l'amico in cucina.
"Come è andato l'allenamento?"
"Tutto bene, te?" Disse Jean sedendosi al tavolo e poggiando le gambe sopra quelle dell'amico.
"Bene, i tuoi tornano domani sera?
I miei stanno fuori ancora una settimana, ormai non ricordo neanche più come sono fatti."
Jean rise:"beh neanche io, però sì, domani sera dovrebbero tornare, almeno così mi hanno detto."

"Devo sfruttare questa situazione... avevo pensato di dare una festa nel weekend, con i miei amici e se vuoi puoi chiamare anche Eren, Connie e Sasha...ah e Mikasa ovviamente" disse lanciando uno sguardo di intesa all'amico.

"Beh se c'è Eren sicuramente verrà anche lei..." disse Jean con rassegnazione.
"ah e non dimentichiamo il nuovo amichetto di Eren"

"Che amichetto?"

"Non so l'ho conosciuto oggi, un certo Armin, è davvero un tipo carino"

"Armin hai detto?"

"Sì Armin,...sai penso che quei due siano più che amici"

"Dici che...?"  Disse Marco con voce quasi preoccupata.

"Sì penso di sì... sai era bello vedere Eren con quel sorriso da idiota sul volto, sono contento per lui"

Marco sembrava più colpito di quanto Jean si aspettasse.
"C'è qualcosa che non va?" Domandò il castano.
"Nono".
Jean guardò l'amico, qualcosa non gli tornava.

"Conosci Armin?"
"No, perché dovrei" Marco non era bravo a mentire, soprattutto a Jean.
"Niente così per curiosità.
Mi cambio, ti ripeto al volo chimica e poi ti va di passare in centro per un aperitivo?"
"Certo" rispose l'altro con la mente da un'altra parte.

Marco e Jean erano migliori amici da sempre, cresciuti come cugini e pur volendolo non riuscivano a nascondersi niente.
A cosa stai pensando Marco?

Diede un ultimo sguardo al ragazzo, aveva preso il telefono come per scrivere un messaggio.

"Ovviamente non lo dire a nessuno, non voglio che Eren abbia problemi, l'ho detto a te perché so che posso fidarmi"

Marco spense subito il telefono e lo posò sul tavolo "stai tranquillo" gli sorrise.
"Voglio cambiarmi anche io, posso prendere la tua maglia bianca?"
Dicendo questo seguì Jean si stava dirigendo in camera sua.

𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora