capitolo 18°

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"Eren, Eren svegliati..."
Armin scuoteva il moro delicatamente,

"Jean..." si lamentava lui addormentato.

"No... sono Armin"

"Armin" Eren sentendo questo nome si svegliò di colpo.
"buong..." stava dicendo sorridendo ma subito l'altro di fretta lo interruppe.

"Eren è mezzogiorno"

"Dai dormiamo un altro po'..."

"Hai 12 chiamate perse da tua madre"

"Cosa?"

"E 24 da Mikasa"

"Merda."

Eren con un balzo si alzò dal letto, "dov'è il mio telefono?"

"tieni" glielo passò Armin.


"mamma...buongiorno"

"buongiorno?? stai scherzado vero? stavamo per chiamare la polizia"

"Scusa mi sono svegliato ora"

"ma quando sei uscito che già ieri sei tornato nel bel mezzo della notte"

"alle 4 e mezza" rispose Eren sbadigliando.

"alle quattro e mezza??ma sei impazzito? hai sedici anni e sei in punizione"

"mamma ma..." ribatteva il ragazzo, ancora troppo addormentato per reggere questa conversazione.

"Eren non dire una parola di più.
Si può sapere dove sei?"

"Sono da Armin "

"Da Armin?? E perché mai alle 4 e e mezza di notte sei uscito per andare da Armin"
Eren era visibilmente in difficoltà, quindi il biondo, che nel frattempo si sforzava di non ridere, gli prese il telfono di mano.

"Buongiorno signora sono Armin"

"Armin...tutto bene?" chiese lei ancora innervosita.

"Eh non molto in realtà...ho la febbre molto alta" rispose il ragazzo con voce  forzata.

"mi dispiace" Carla si era improvvisamente addolcita, aveva un debole per quel ragazzo e di questo Armin ne era ben consapevole.

"mi deve scusare sono stato io a chiedere ad Eren di venire, stavo  male e non volevo svegliare il nonno.
Poi essendo stanchi dalla festa ci siamo addormentati, mi scusi davvero mi spiace di averla fatta preoccupare"

"ma scherzi, tranquillo pensa solamente a riprenderti"

"grazie mille signora" detto ciò ripassò ad Eren il telefono.

"mamma sono di nuovo io"

"Eren..." la donna sbuffava, probabilmente non sapendo se arrabbiarsi col figlio o meno.

"stava male non potevo lasciarlo così"
Eren aspettava una risposta della madre "però scusami ti avrei dovuto mandare un messaggio o avvisarti in qualche modo ma mi sono fatto prendere dalla situazione"

"sbrigati a tornare a casa"

"tempo di ringraziare il nonno di Armin e torno".

Eren attaccò il telefono, i due si guardarono e subito scoppiarono a ridere.

"sei proprio falso, si può sapere quanto hai?"

"37.2" rispose Armin sorridendo " si è abbassata nella notte"

"e parlavi come fossi un moribondo"

"mi sembrava che tu avessi bisogno d'aiuto"

"grazie" disse Eren facendo segno all'altro di sedersi sul letto accanto a lui.

𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora