capitolo 4°

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"Arrivo"
Eren

Armin osservò per qualche secondo la mail e poi, come se si fosse svegliato in quel momento, corse in bagno a sistemarsi.
Non amava guardarsi allo specchio e tentare di farsi più carino in qualche modo lo faceva sentire ridicolo.
"E poi perché vuoi farti bello? In cosa speri armin?" Domandò a sè stesso.
Sistemò giusto un po' i capelli e si immerse nel grande felpone bordeaux.
Tornò in camera, Eren sarebbe entrato là? Nel suo posto sicuro?
DIN DON
Ma come è possibile, era già là?
Armin scese di corsa le scale, sperava di evitare l'incontro col nonno.
Troppo tardi.

"Un amico di Armin? Che bello Armini non porta mai gli amici a casa"
Il vecchietto toccava i capelli di Eren, scompigliandoglieli un poco.
"Armin è lui l'amico di cui mi parlavi?"
Il ragazzo, come suo solito, diventò rosso:"s-sì, Eren vieni sali"si sbrigò a dire.
Eren seguì il biondo sorridendo,
"quindi hai parlato a tuo nonno di me eh?" Disse mentre l'altro era ancora girato.
"S-sai il nonno si chiedeva perché fossi arrivato tardi e-e quindi...".
"Sisì certo certo..."
"No no ti giuro s-solo per questo..."
Eren si mise a ridere vedendo l'imbarazzo dell'amico:"stavo scherzando Armin, stavo scherzando".

"Armin sai tutto, è inutile anche che io continui a farti domande.
Sei bravissimo, perché ripassi così tanto?"
"Perché penso sempre di non saperlo abbastanza"
Eren alzò gli occhi al cielo e si buttò all'indietro sul grande e morbido letto.
"Tu che stavi parlando col preside Smith, sai chi altro deve fare quella cosa con noi?"
"Beh siamo noi ed il consiglio di istituto, poi non so se il preside o il vicepreside chiameranno qualcun altro a partecipare"
"Il consiglio di istituto eh? Perciò Ymir, Reiner e...Historia?" Domandò Eren con gli occhi fissi al soffitto.
"Esatto" rispose armin, ci fu un momento di silenzio e poi il biondo continuò a parlare:"È vera quella voce... che tu e historia siete stati insieme?"... "Se sono troppo invandente dimmelo e non preoccuparti di rispondere"
Entrambi si diressero lo sguardo e finirono per guardarsi negli occhi.
"Non pensavo fossi uno attento ai pettegolezzi Armin" Eren sorrise "comunque sì, siamo stati insieme l'anno scorso ma poi mi ha lasciato senza dare tante spiegazioni... fatto sta che ogni giorno tardava con la scusa di problemi al consiglio di istituto, ho qualche sospetto su Rainer ma non dirlo a nessuno"

Armin tenne lo sguardo fisso su Eren,
Historia era davvero la sua ragazza quindi ad Eren piacevano le ragazze.
Sei scemo? In cosa speravi Armin?

Cercava di non far trasparire emozioni, ma i suoi occhi tanto grandi quanto sinceri lo tradirono.

"tutto bene?"chiese Eren "che fai ancora là alla scrivania? Fidati la sai benissimo, dai vieni qua" gli fece segno di sedersi sul letto.
Eren era sdraiato guardando il soffitto ed Armin era lì affianco a gambe incrociate, completamente teso.
"E tu? Sei mai stato con una ragazza?"
"No"rispose Armin mantenendo lo sguardo basso.
Eren si diede una spinta e si risollevò sedendosi a gambe incrociate di fronte all'amico.
"E con un ragazzo?"
Armin senti un istantaneo dolore allo stomaco, alzò lo sguardo verso Eren che già lo stava guardando fisso negli occhi.
"N-no"
Eren continuò a guardarlo, senza dire niente.
Scoppiò a ridere:"mamma mia che faccia, qualcuno qua non capisce quando si scherza" dicendo ciò prese un cuscino e colpì armin, il quale ricambiò dando inizio a una guerra.
Armin rideva, anche se ora oltre allo stomaco anche il cuore gli faceva un po' male.

Rimasero a parlare per ore, della riunione per la scuola, della città, degli interessi di ognuno ed Eren scoprì sconcertato che Armin giocava alla play.
"Sai mi smebravi più un tipo da libri che da joystick"
"Sono un tipo da libri, da disegno, da musica e da joystick. Sono mutlifunzionale, fantastico praticamente." Disse il biondo con aria ironica, sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio e sorridendo.
"È davvero bello, mi sembra di avere davanti una ragazza" pensò Eren
"Non credo finché non vedo, partitina?"ma questo disse.

I due seduti vicini avevano lo sguardo concentrato sullo schermo,
"Armin sarai fantastico ma intanto sto vincendo io" lo sbeffeggiò Eren.
Armin sembrò non ascoltare e rimase con lo sguardo fisso sullo schermo.
"Oltre che a disegnare, studiare e scrivere sei anche bravissimo a perdere vedo" continuò ironicamente il moro.
Armin sorrise scuotendo la testa divertito
"Eren"
"Dimmi"
...
"Dimmi Armin"
Armin staccò gli occhi dallo schermo e si avvicinò ad Eren, delicatamente gli diede un soffice bacio sotto l'orecchio e poi uno più sotto, talmento leggero da sfiorare praticamenteil collo con le labbra.
Eren sentì un brivido dentro, cos'era quella sensazione?
si voltò verso l'amico con aria confuso:"Armin perché?..."

"Ho vinto" disse il biondo soddisfatto.
Aveva sfruttato la distrazione dell'amico per superarlo e vincere la partita.
"Perché oltre che bravo a disegnare, scrivere e studiare sono anche intelligente"
Eren che fino a quel momento era rimasto con lo sguardo confuso sorrise, quel ragazzo l'aveva davvero sorpreso.
Si alzò e fece una riverenza:
"Armin arlert le faccio i miei complimenti, lei ha delle ottime tattiche"
"Grazie grazie"Armin fece per darsi arie scuotendo le ciocche bionde.
L'ho fatto davvero?
Aveva provato a non mostrare reazioni ma dentro stava bruciando.

"Sono sfinito" disse Eren buttandosi sulle gambe di armin, guardava da lì in basso l'amico come per studiarlo.
"Sai cucinare?"
"Me la cavo"rispose Armin tranquillamente ma con le gambe un po' rigide, perché il suo amico gli si era avvicinato tanto?
Eren allungò una mano e scompigliò la bella chioma:"sei proprio un uomo da sposare, quasi quasi ti faccio mettere con mia madre e mi tolgo Guido di torno".
Armin sorrise:"così puoi chiamarmi di nuovo papà" gli disse provocandolo.
"In che senso?"
"Non te lo ricordi? Ieri notte?"
"No..."
"Amen, fa niente" armin sorrise alzando le spalle e si alzò lasciando a terra l'amico.
Di nuovo un cuscino gli piombò addosso.
Eren da per terra stava preparando il suo attacco, formata una montagnuzza partì con il lancio.
"ARMIN -ARLERT -RACCONTAMI TUTTO- SUBITO."
Ogni parola il biondo si ritrovò colpito da un cuscino fino a buttarsi a terra morendo dalle risate.
"pietà, Eren pietà".
Le parole erano confuse, soffocate dalla felicità e dalla stanchezza.
Armin si accasciò sfinito.
"Grazie Eren, per avermi reso un po' vivo"avrebbe voluto dire questo ma invece rimase in silenzio, con gli occhi un po' lucidi affondò nel suo felpone come per volersi nascondere.

Arrivò la sera.

"Se non ti va di tornare a casa...puoi restare anche a cena se ti fa piacere"
Eren ci ragionò in attimo ma poi declinò l'invito controvoglia.
"Non posso proprio".
Il moro salutò Armin ed il nonno che lo accompagnarono fino alla porta.

"Sono contanto che ti sia fatto degli amici, tu pensi troppo a me ometto"
Disse il nonnino abbracciando armin,
Il ragazzo si strinse forte a lui:"ti voglio bene nonno"

𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora