capitolo 17°

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Armin era nel suo letto,
Eren, Eren che gli aveva fatto cadere ogni barriera;
Beatrice, Beatrice che diceva di amarlo, Beatrice e i suoi abbracci;
Floch, Floch che lo teneva stretto per il collo, Floch e i calci, Floch e gli insulti, e gli sputi, Floch e quel pugno, Floch che per anni lo aveva fatto sentire speciale e che in qualche  ora lo aveva distrutto.

Era nel suo letto, questi erano tutti i pensieri che gli piovevano addosso e lui ne sentiva il peso sulle spalle, un peso che era troppo fragile per sorreggere, Armin si sentiva crollare.

Non ce la faccio, non ce la faccio più

Armin piangeva, piangeva disperato.
La stanza era in un completo silenzio, si sentiva solo quel pianto soffocato dal cuscino, poi come al solito il cuscino non bastò più.
Mordeva il braccio tanto forte, tanto lasciarsi segni profondi sulla pelle, da sanguinare a volte, aveva iniziato per non farsi notare dal nonno ed aveva continuato a farlo per non sentirsi piangere, perché si sentiva ridicolo.

Smettila, smettila di fare rumore.
Fai troppo rumore, almeno, se non riesci a far altro che piangere, fallo in silenzio.

Così soffocava il pianto mordendosi il braccio, finché non diveniva esausto
e piangendo si addormentava.

Quella notte però, seppur stanco,
non riusciva a dormire.
Sentiva d'esser nudo, si era messo allo scoperto e fuori faceva così freddo.
Dopo un po' sparì anche il pianto, ora si che si sentiva inutile.
Armin si accorse infatti che non aveva la minima idea di cosa fare, non riusciva a dormire e nemmeno a piangere.
Guardò in alto verso la finestrella ma in cielo non c'erano stelle, solo la luna un po' sbiadita e pallida, forse era stanca anche lei.

Il silenzio era tale da sentire il battito del proprio cuore ed improvvisamente anche quel rumore iniziò a sembrargli troppo forte.

Smettila di fare rumore, smettila.

Non sei cambiato minimamente, sei lo stesso di tre anni fa, sempre debole.

Questo era quello che Armin credeva, ma in realtà qualcosa di diverso rispetto a tre anni prima c'era e si fece palese ai suoi occhi con una notifica.

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Eren camminava avanti e indietro per la stanza,
che cazzo ho fatto
Ripensò a quei momenti e per quanto gli potessero sembrare assurdi sapeva di non pentirsene minimamente.

Ed Armin? Lui se ne è pentito?
Lui...si insomma, lui già lo sapeva di essere così?

Eren era in preda al panico, la situazione era complicata e Beatrice era una complicazione in più.

Nemmeno lui la conosceva bene, era una ragazza estremamente selettiva e solo pochi potevano definirsi davvero suoi amici.

Ma con Armin...sembrava avere una certa confidenza.
Che tipo di rapporto hanno?
Sicuramente già si conoscevano, ecco perché Armin era alla festa.
Dovevano parlare, di cosa dovevano parlare?

Beatrice è bella ed è probabile che piaccia anche ad Armin, forse si erano dati appuntamento lì solamente che io sono arrivato prima...

Però no non c'è niente fra loro...
Armin non è il tipo da fare una cosa del genere, penso...

Quanto posso dire di conoscerlo?
Alla fine ci conosciamo da poco più di un mese.

Eren si sedette,
cercò di ricordare quegli attimi il più chiaramente possibile,
è stato davvero...bello.
Armin...Armin è davvero bello quando piange.

𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora