"armin..." chiamò Eren in un sospiro.
"ANCORA!? SONO JEAN DEMENTE"
Il ragazzo, alto e dai capelli castani, già pronto per la scuola, iniziò a scuotere Eren che tranquillamente era steso sul divano."che vuoi?" biascicò addormentato il moro.
"CHE VOGLIO? SVEGLIATI, LAVATI E SPIEGAMI PERCHÉ IERI HAI BUSSATO ALLA MIA PORTA ALLE CINQUE DEL MATTINO" Jean strattonò l'amico costringendolo ad alzarsi e a prepararsi.
"Poi mi spieghi tutto eh, ma ora sbrigati, tempo venti minuti e dobbiamo esssere in classe".Entrarono in aula e con un cenno del capo salutarono gli amici.
"Giusto in tempo, Yeager, Kirschstein, ai vostri posti"
A pronunciare queste parole fu la voce severa e calma di Erwin Smith, preside della scuola e professore di letteratura.
La lezione passò velocemente, Eren come al solito non ascoltò, era intento a cercare di ricostruire ogni momento della notte passata.
Non ci riusciva con precisione tuttavia quel nome era ben fisso nella sua mente.Suonata la campanella, Jean, Connie e Sasha non esitarono a fiondarsi verso il fondo dell'aula, al banco di Eren.
"Ora esigo spiegazioni"sbottò Jean.
"Noi ti abbiamo salutato alle due dicendoti di tornare subito a casa, che hai combinato?"chiesero divertiti i due fidanzati.
"Beh voi ve ne siete andati ed io mi sono messo a chicchierare con un mio amico, in realtà non l'avevo mai visto prima...poi non ricordo molto...
solo che a un certo punto dovevo tornare a casa e, non potendo tornare a quell'ora da Guido, sono andato da Jean.""Perché proprio da me scusa?"
"i tuoi sono fuori questa settimana, Connie abita in culo alla luna e da lui già c'era Sasha, poi il divano di casa tua è quello più comodo."
"Aspetta mi stai dicendo che hai parlato con questo ragazzo e non ricordi cosa avete fatto nelle ore successive?"domandò Sasha con maliziosa,
"non ti facevo tipo da scappatelle gay" aggiunse il suo ragazzo."Che bella coppia, due deficienti" sbuffò Eren.
"Di solito concorderei con te ma ti ricordo che hai passato la notte a chiamare un certo "armin""gli fece notare Jean "che stavi facendo nel sogno?"
"Ma la volete smettere"
"Mamma mia che permaloso" ribatté Sasha con il petto poggiato allo schienale della sedia e le gambe divaricate,
"Beh quando ti ricordi i dettagli dicci tutto, ma perfavore evita di dire quelli più piccanti troppo esplicitamente, siamo delicati" aggiunse Connie che era in piedi davanti a lui con il bracccio appoggiato alla spalla della ragazza.Il moro alzò gli occhi al cielo esasperato e decise di scappare in bagno da quell'interrogatorio prima che la ricreazione finisse.
Pian piano ricordava sempre di più,
gli tornarono in mente i grandissimi occhi azzurri e proprio in quel momento fece un sussulto, nel corridoio la porta della 3d era mezza aperta e d'improvviso li rivide, Armin era al primo banco e il suo sguardo sguizzava su e giù dagli appunti alla prof.
Sapevo che doveva essere per forza un secchione.
Rimase ad osservarlo nei suoi piccoli movimenti, la delicatezza con cui chiudeva la penna e la riponeva nell'astuccio e il suo viso concentrato nello scrivere sul quaderno che lo faceva sembrare un bambino intento a realizzare con dedizione il suo lavoretto di natale.Sperava si accorgesse della sua presenza, almeno da quello che ricordava avevano stretto una bel rapporto. Ma cosa gli aveva detto? Sperava niente di troppo imbarazzante.
~~~
Armin quella mattina si svegliò un po' sudato, per il caldo? Forse.
Si stringeva forte al cuscino e vi affondava il viso che, nonostante il ragazzo fosse abbatanza magro, era morbido e soffice, abbellito da delicate labbra rosee.Per prima cosa si alzò per controllare di non essersi aggrappato solamente a delle fantasie.
I vestiti della notte passata erano lì, piegati sulla sedia, era tutto vero.
"Devo essere tornato davvero tardi per non averli riposti nell'armadio" pensò.Scese in cucina e fece una colazione sbrigativa col nonno, aggiungendo qualche domanda per assicurarsi che non si fosse accorto di niente quella notte.
"Ti vedo felice oggi" gli disse l'uomo con occhi dolci, beh al biondino era sempre piaciuto andare a scuola ma quel giorno un po' di più.
Sapeva che il ragazzo della sera passata si trovava esattamente nella classe accanto alla sua, sapeva anche che ormai l'effetto dell'alcol era passato e che un Eren sobrio avrebbe potuto non avere la minima voglia di parlare con lui o che si sarebbe poturo non ricordare nulla della sera precedente.Fa niente, lo andrò a trovare a ricreazione, se vedo che non è il caso me ne torno in classe.
Non sapeva da dove pescasse quel coraggio ma la cosa gli piaceva.
Purtroppo però il coraggio non fu abbastanza per mettere in atto le sue intenzioni.
Armin si avvicinò alla 3c ma non tanto da farsi vedere da Eren o addirittura parlarci, riuscì solo a sentire un ragazzo alto dai capelli castani dire che Eren quella notte nel sonno aveva ripetutamente chiamato il suo nome.Questo fece accendere il rossore nelle guance di armin ed aumentare la sua temperatura corporea mandando il ragazzo in tilt, cercava di scacciare tutti i pensieri che probabilmente avrebbero portato solamente ad illuderlo...però...non poteva smettere di pensare a quelle parole.
Purtroppo le ricreazioni erano scaglionate e nel momento in cui Eren decise di andare in bagno da lui le lezioni erano già ricominciate.
Eren aveva ragione, Armin era sicuramente un tipo da prendere appunti ma quella che vide fu la rara occasione in cui il ragazzo aveva la testa da tutt'altra parte, tanto da far diventare il quaderno di chimica un quaderno di bozzetti, interamente dedicato ad Eren.
Armin ricreò con la matita i suoi occhi espressivi, i suoi capelli neri e scompigliati, il fisico alto e atletico, le spalle larghe e le braccia robuste che lo avevano stretto a sé.
Lo disegnò come era vestito la notte precedente, jeans neri e strappati, alte snickers in pelle e quella camicia lasciata aperta di tre bottoni.
Poi lo disegnò mentre rideva, mentre lo guardava, fino a ricoprire pagine e pagine di schizzi.Armin amava disegnare, come amava leggere e amava scrivere, ne aveva parlato la sera prima con Eren e quello ascoltava affascinato:"fammi un ritratto vai,me lo conservo in camera."il moro rimase in posa per qualche secondo ma poi cambiò idea. "Anzi no fatti un autoritratto e dammelo, a che mi serve avere la mia faccia appesa in camera?"
Questo fu uno dei tanti motivi per cui armin arrossì quella notte e uno dei tanti motivi per cui voleva insistere nel riparlare con Eren.
Ci sarebbe riuscito all'uscita, grazie al suo professore preferito.
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𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏
Fanfiction"Armin Arlert non aveva mai fatto nulla di avventato, ma quella notte si chiuse la porta di casa dietro le spalle. Erano le due e non sapeva dove andare, voleva però sentirsi in qualche modo vivo, anche solo un po'. " Fu quella notte che Armin ed Er...