capitolo 33°

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"ometto" sorrise il signor Arlert,
"porta qualcosa di pesante,
lo sai che facilmente prendi freddo tu"

"tranquillo nonno, già fatto" rispose Armin dando un ultima controllata allo zaino,
"sicuro che vuoi che io vada?
posso restare qua, non mi va di lasciarti da solo".

Armin non se lo era mai dimenticato, il 18 maggio non era morto solo un padre ma anche un figlio.

"ti dovrei rilegare qui a casa con me?
non dire sciocchezze, goditi questo weekend con i tuoi amici"

"sì..." il biondo abbassò lo sguardo,
il rumore del campanello interruppe i suoi pensieri.

"sarà Eren, dovresti andare ad aprire"

"sì...vado"

"Buongiorno" lo salutò il moro,
"sei pronto?" domandò scombinandogli i capelli.

"sì" sorrise il biondo, era bastata la presenza di Eren per fargli tornare il buonumore.

"mio nipote sorride per ogni piccola cosa, e questo è un suo gran pregio,
ma mai come quando ci sei tu"
affermò il nonno avvicinandosi alla coppia.

Quelle parole fecero rimanere il moro di sasso, Armin imbarazzato non riusciva ad accoglierle come avrebbe dovuto, questo modo di palrare...

"g-grazie signor Arlert"

"adesso andate susu, buon viaggio"

Il moro aveva già oltrepassato la soglia, Armin non lo aveva seguito,
si girò, il biondo si era buttato fra le braccia del nonno.

"ti voglio bene"

l'uomo stranamente sembrò essere ferito da quel gesto.
"anche io ometto" rispose,
"prenditi cura di te, sei la mia gioia" gli sussurrò stringendoselo al petto.

"nonno..."

"ora vai dai, ti sei fatto grande non puoi fare così ad ogni saluto, Eren ti sta aspettando"

La porta si chiuse lentamente, giusto il tempo di permettere ad Armin di catturare un ultima immagine, un ultimo sorriso, così tenero in quel viso tondo e in quei piccoli occhietti luminosi.

Eren gli si avvicinò prendendolo per mano,
"dai, stai via un weekend non un mese,
perché tutta quest'emozione?"
chiese divertito senza nessun peso in ciò che diceva, non si aspettava neanche che Armin rispondesse ed infatti così non fu.

"andiamo dai" rispose il biondo,
"gli altri ci stanno aspettando".

~~~~~

"perché sentivo che sarebbe potuta essere l'ultima volta"

Armin non disse nient'altro in quel viaggio di ritorno dall'ospedale,
erano arrivati fin lì nonostante ormai non ci fosse nulla in cui sperare,
un infarto aveva colpito il signor Arlert e niente avrebbe potuto più riportarlo indietro.

Armin non pianse, aveva gli occhi spenti e distanti, rimase in silenzio, salutò Eren con un freddo e debole baciò e nonostante le mille preghiere del moro si chiuse solo fra le mura di quella grande casa.

Due giorni, erano due giorni che Armin non veniva a scuola, due giorni che non rispondeva al telefono, due giorni che la grande porta in legno era rimasta chiusa non permettendo a nessuno di entrare.

A scuola non si parlava che di lui, la morte del signor Arlert aveva rattristato tutti ma ciò che questa comportava gravava ancora di più sul loro cuore.

𝐢𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞; 𝒆𝒓𝒆𝒎𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora