DAEMON
Quel bastardo pezzo di merda. Quel verme. Ma non l'avevo fatto fuori insieme alla sua banda di pezzenti? Se non fosse stato che c'era America di mezzo, lo avrei ucciso. Immagini di quel bastardo che metteva le mani su...
-Che c'è? Ti sei ricordato, uhm? Beh, vedo che la puttanella con cui spassartela te la sei trovata molto simile alla prima. Com'è che si chiamava? Emily?- ghignò divertito e io ringhiai. Lo avrei ammazzato e avrei vendicato Beth. Ero al limite ed ero incazzato come una bestia. Nemmeno America mi avrebbe fermato. Sentii la mano di Harry sulla spalla, ma non calmò il mio respiro accelerato. Sapevo quanto era difficile per lui trattenersi dal squartarlo senza pietà, e se lo faceva era solo per non far del male ad America.
-Pensavo fossi morto.- trovai il coraggio di parlargli, e fu solo allora che notai la ferita sanguinante sul collo della ragazza. Presi un respiro profondo e lentamente mi avvicinati a lui, la pistola spianata davanti a me e le nocche bianche.
-Ci sono tante cose che dai per scontate, mio caro ragazzo. Quanti anni hai? Diciannove?- cambiò argomento. Mare aveva il terrore negli occhi e mi guardava, ma non trasmetteva niente, come se si aspettasse che la lasciassi lì. Jasonnonvuole, mi ripetei. Dovevo consegnargliela viva. Le guance erano rigate di lacrime. Tornai a guardare Smith che sorrideva come un coglione.
-Cosa vuoi, Smith?- gli chiesi, mordendomi il labbro per non premere quel dannato grilletto.
Fece una risata sommessa facendo scorrere il coltello sulla spalla di America graffiandola. Gemette e altre lacrime le riempirono gli occhi.
-Cosa voglio? Voglio tante cose, e vederti impazzire è una di queste.- graffiò l'altra spalla di America, facendola urlare. Sentivo Harry dietro di me faticare a mantenere il controllo.
-Dicci cosa vuoi, Smith, e noi te la daremo. Ma ridacci indietro la ragazza- disse Harry, affiancandomi.
-Voglio i miei soldi Bieber. Sai che me li devi. Dammeli, e io vi ridarò questa dolcezza.- strofinò il naso tra i capelli di Mare. Aumentai la pressione sul labbro e la guardai negli occhi. La pregai -cosa che non avevo mai fatto- e sperai che capisse cosa avevo in mente. Volevo che gli desse un diversivo, così avrei potuto ammazzarlo.
-I tuoi soldi?- distolsi lo sguardo da lei, e lo puntai sull'uomo che aveva ucciso la mia Beth, con l'espressione più minacciosa che avevo nel repertorio, e lo aggirai. -Hai ucciso la mia ragazza, non ti basta?- pregai mentalmente che America agisse.
Era colpa mia. Quello era il capannone dove risiedeva la sua gang, e io lì mi ero fermato. Ma mai avrei immaginato che Smith fosse ancora vivo.
-No, Bieber. Non mi basta.- dannazione, America!, pensai. Proprio mentre imprecavo contro di lei, Smith gemette di dolore.
Sorrisi quando vidi l'uomo a terra e America, ferita, correre verso Harry. Ovviamente. Il mio sorriso svanì e posso lo sguardo sul pezzente, dolorante. Dove lo aveva colpito? Sui coglioni?
-Fa male, vero?- lo schernii accerchiandolo, la pistola spianata. Con un gesto della gamba gli allonallontanai il più possibile la pistola e il coltello, piegandomi per raccoglierli.
Quando mi rialzai, non persi tempo e tirai un calcio a Smith all'altezza delle costole, facendolo gemere.
-Harry, portala in macchina. Ora.- dissi, riferendomi ad America. Avevo un gran lavoro da fare, e di certo non volevo che assistesse. Avevo Beth da vendicare.AMERICA
-Vieni, Mare- mi sentii presa per un gomito e trascinata via da lì.
Daemon -o Bieber- era rimasto lì. Gli avrebbe fatto del male. Da quello che avevo capito, era stato lui ad uccidere Beth, quel Smith. Quello che stava per uccidere anche me.
Ero così confusa. Harry mi aveva detto che sua sorella morì in un incidente d'auto, invece veniva fuori che era stata uccisa. Perché mi aveva mentito?
E Bieber, era il cognome di Daemon? O il nome? Come diavolo si chiamava quel ragazzo?!
Harry aveva in continuazione la pistola spianata davanti a se, e mi chiesi come faceva a mantenere il controllo in quella maniera. Ma lui, d'altro canto, non aveva mai ucciso nessuno.
Avevo bisogno di spiegazioni.
-Harry...- iniziai, quando arrivammo in auto.
-Non ora, Mare.- mi zittì,rimanendo all'iesterno, controllandosi intorno.
Mi ammutolii. Sapevo quanto poteva essere incazzato e nervoso in quel momento, e non aiutavo se mi mettevo a fargli il terzo grado.
Dopo quelli che sembravano minuti, sentimmo uno sparo. Sussultai, non sapendo chi avesse sparato a chi.
Era la prima volta che sentivo uno sparo dal vivo, e stavo per mettermi a piangere.
Poco dopo Daemon, ribattezzato come Mr Ragazzo Senza Nome, spuntò da dietro l'angolo, la maglia bianca sporca di sangue, la pistola tra le mani. Sembrava... tranquillo.
-Harry, dammi una mano a sbarazzarmene.- disse, senza rivolgermi alcuno sguardo.
-Non posso lasciarla sola- rispose Harry in tono controllato. Troppo.
-Allora dammo i fiammiferi, ci penso io.-
Harry fece come gli era stato detto e Daemon si allontanò.
Li guardai in silenzio, scossa e agitata. Daemon tornò indietro. Impossibile che avesse già fatto...qualsiasi cosa avesse intenzione di fare. Sapevo che non era per giocare a fare il piromane.
-La pala.- disse quando fu abbastanza vicino. Ah, già. La pala...
Harry andò dietro la macchina, aprì il bagagliaio e ne estrasse una pala che gli passò.
Daemon sparì di nuovo e io e il riccio rimasimo da soli.
Passarono dieci minuti di completo silenzio dove mi misi a girarmi i pollici. Alzai lo sguardo su Harry, e lo guardai. Era appoggiato al fianco della macchina che mi dava le spalle e scrutava un punto indefinito davanti a sè. Gli occhi socchiusi per via del sole e i riccioli spostati dalla fronte dal vento. Mi alzai dal sedile, uscendo dalla macchina. Se c'era una cosa positiva in questi giorni nel rifugio, era che avevo stretto amicizia con Harry, e in quanto amica dovevo consolarlo.
Non sapevo esattamente cosa dirgli, cosa si può dire ad una persona che ha appena rivissuto la morte della sorella?
Camminai esitante, finché non gli fui abbastanza vicina da toccarlo. Gli appoggiai una mano sul bicipite tatuato, sentendo la pelle d'oca per via del vento. Sussultò e si girò, rilassandosi leggermente quando si accorse che ero io. Lo guardai mordendomi il labbro, forse aveva solo bisogno del mio appoggio.
Appoggiai la testa sul suo braccio, essendo troppo piccola per arrivare alle spalle, sentendo un leggero dolore sul collo e le spalle. Non dimenticherò mai il dolore che mi procurarono quei tagli, e la paura.
Si mosse, cingendomi la vita con il braccio sul quale mi ero appoggiata, facendomi così appoggiare la testa sul petto. Gli cinsi la vita con le mie piccole braccia a mia volta.
Appoggiò le labbra sui miei capelli, e cominciò a parlare.
-Non capisco, dovrei essere io a consolarti.- mi lasciò un bacio tra i capelli.
Feci spallucce, pentendomene subito per il dolore. -Non mi è successo niente. Tu piuttosto. Non dev'essere bello rivedere la persona che ha ucciso tua sorella...-
In realtà, ero traumatizzata. Temevo che ne sarebbe spuntato un'altro da un momento all'altro.
-Era morto, Mare. Lo avevo ucciso. O almeno credevo. Non era stato Daemon, e ti ho mentito sul fatto di non avere mai ucciso nessuno. Ho ucciso tutta quella gente che ha tramato contro l'assassinio di mia sorella.- lo disse con una sincerità disarmante.
-Avrei fatto lo stesso, se si fosse trattato di mio fratello- ammisi. Era vero.
-Hai un fratello?- chiese, cambiando discorso.
Annuii. -Si, Tom. ha ventidue anni.- dissi. Non lo sentivo da troppo tempo e mi mancava. Avevamo un rapporto speciale, noi due.
Inoltre, aveva sempre odiato mio padre. Chissà cosa avrebbe fatto se fosse venuto a sapere di quello che quell'uomo aveva fatto, e cosa quell'errore aveva causato.
-Tom...-ripetè il nome, come se potesse contenere qualche concetto chiave importantissimo. -Avevi un bel rapporto con lui?- Mi chiese.
-Si, molto bello. Mi manca.- ammisi. Mi mancava sul serio e me ne ero resa conto in quel momento.
Annuì. -A me Beth manca ogni giorno di più.- sussurrò, pensando che non potessi sentirlo, ma invece lo sentii benissimo.
In quel momento arrivò Daemon, che ci squadrò per un secondo, prima di levarsi la maglietta sporca di sangue e gettarla nel bagagliaio.
A quel punto io e Harry andammo a sederci in macchina, io nei posti dietro.
-Harry, guida tu- gli disse Daemon, aprendo la porta dei sedili posteriori. La mia mandibola toccò terra, e lo stesso anche quello di Harry, ma fece come gli era stato detto.
-Tieni.- lanciò la mia borsa in grembo e si sedette accanto a me. Me ne stavo quasi dimenticando. Era sporca anch'essa di sangue e terra.
-Grazie.- bisbigliai.
Avere Daemon a petto nudo a una trentina di cm di distanza non aiutava di certo la mia sanità mentale, ma mi imposi di resistere. Perché si era seduto vicino a me? Era troppo scosso per guidare? Aveva appena ucciso una persona, doveva esserlo.
-Styles, dov'è il kit di pronto soccorso?- chiese Mr Senza Nome quando il riccio mise in moto.
-Nel bagagliaio. Se ti allunghi come una giraffa ce la puoi fare.- cercò questi di fare la battuta, e sebbene facesse ridere, nessuno di noi rise, compreso Harry stesso.
Ci misi un po' a realizzare il tutto. Kit di pronto soccorso? Che voleva fare con un Kit di pronto soccorso?
Bieber fece come gli era appena stato detto, e si allungò facendo scendere i pantaloni e lasciando davvero poca immaginazione sul suo didietro. Aveva i boxer della Calvin Klein, ancora.
Quando ebbe fatto, se lo sistemò sulle gambe, e pensai che fosse per medicare sé stesso. Figuriamoci se avesse medicato me. Le sue nocche facevano paura.
Mi morsi il labbro guardando fuori dal finestrino per evitare di piangere. Tremavo dalla paura e sentivo le mani del tipo ancora su di me.
-Avvicinati.- disse facendomi voltare. L'aveva detto a me? Il fatto che mi guardava mi diceva che si, era rivolto a me, ma io non ci potevo credere.
-Muoviti, prima che cambi idea.- aggiunse, scocciato.
Mi avvicinai titubante, fino a che le nostre gambe non si toccavano.
-Guardami- mi ordinò, e feci come mi disse, guardandolo. Prese i miei capelli portandomeli dietro alle spalle. Prese un dischetto di cotone e lo imbevette di acqua ossigenata. Si avvicinò al taglio sul collo e me lo disinfettò. Sussultai dal bruciore.
-Ferma- sussurrò, concentrato in quello che stava facendo. Che poi, perché mi stava disinfettando? Da dove era spuntato questo altruismo? Senza dimenticare che qualche ora prima mi aveva rifiutato, e in maniera piuttosto brusca. Chissà, se Harry non fosse arrivato proprio in quel momento, fin dove io e Daemon ci saremmo spinti. Lo avremmo fatto? L'idea che lui mi avesse spogliata e poi abbandonata era dura da mandar giù, semplicemente era preso dalla situazione, oppure l'ha fatto semplicemente perché possiedo una vagina e un paio di tette.
Non mi ero accorta che era già passato alla seconda spalla da medicare, e poi avrebbe finito.
Era stato così dolce e accurato che manco me ne ero accorta. Era stato troppo dolce. Era perché avevo rischiato la morte? Ero così confusa.
Il suo tocco dolce mi fece rabbrividire e sentire una strana sensazione allo stomaco, ma cercai di non darlo a vedere. Soprattutto perché Daemon sembrava così concentrato e impassibile su ciò che stava facendo.
Quando terminò si allontanò, prendendo un paio di cerotti e posandomeli sopra le ferite.
-Grazie.- sussurrai, guardandomi le mani. Perché ero così timorosa.
Lui fece un gesto vago con la mano, senza proferire parola. Mi morsi il labro e tornai nella posizione che avevo assunto prima che Daemon mi chiamasse.
Per tutto il viaggio, fino a sera, non potevo fare a meno di pensare ai giorni passati in loro compagnia, Non mi avevano toccata, e con Harry mi ero trovata piuttosto bene.
Cercai di trovare un nesso logico per giustificare il comportamento di Daemon di poco prima, ma non ce n'era. Continuavo a stare nell'ombra, all'oscuro dei suoi pensieri.
Quando ormai il cielo era scuro e i lampioni illuminavano la città, lo guardai.
Aveva lo sguardo puntato fuori dal finestrino. Si stava mordicchiando le pellicine dell'indice, l'anello che brillava nella luce. Il muscolo della mandibola pulsava, dandogli un'aria dura e sexy allo stesso tempo. Avrei dato di tutto pur di essere al posto della sua mente, sapere a cosa stesse pensando.
Stava pensando a Beth? Che vita aveva prima di diventare un...assassino?
-Attento, testa di cazzo.- il richiamo dolce del soggetto dei miei pensieri, mise in guardia Harry che a quando pareva non era attento. Questi sterzò, evitando un gatto che stava attraversando incurante la strada.
Tornai a guardare Daemon, dopo aver fissato Harry terrorizzata. Era normale, era sera e probabilmente il riccio era stanco.
Daemon era tornato nella posizione di prima. Il muscolo della mandibola che guizzava ancora.
Dopo un po' che lo fissavo, cercando di capire il suo umore, sospirai e distolsi lo sguardo.
Era impossibile.
Guardai l'orologio sul cruscotto della macchina. Erano le undici e mezza.
-Styles, fermati qua.- Daemon indicò un motel sul ciglio della strada. A primo acchito sembrava malmesso, l'insegna luminosa pendeva su un lato e dondolava.
Dentro, però, era tutto diverso. Era accogliente, e le stanze erano molto carine.
Fu Daemon a scegliere una stanza per tre.
Appoggiai lo zaino sul letto che mi spettava, addossato alla parete. Accanto a me Harry e dopo Harry, Daemon. Il bagno fu occupato da quest'ultimo che ci mise tre anni per farsi una doccia. Così, io e il riccio, rimasimo da soli, avvolti nel silenzio.
Tutto l'evento di quel pomeriggio mi era appiccicato alla pelle, e avevo una paura immensa. Avevo paura che spuntasse fuori da un momento all'altro. Era quella, quindi, la vita che conducevano i miei due accompagnatori?
Appoggiai la schiena sulla testiera del letto e mi abbracciai le ginocchia, ignorando lo sguardo di Styles su di me.
Appoggiai il mento ad esse e cominciai a tremare. Non mi capitava spesso, solo quando mi spaventavo davvero tanto.
Harry si preoccupò. -America, che succede?- mi corse incontro e mi mise un braccio intorno alle spalle.
Cominciai a scoppiare in un pianto isterico, nascondendo la faccia sul suo petto. -H-ho avuto t-tanta p-paura.- mi sentivo una bimba che andava a piangere dalla mamma.
Mi strinse forte e mi accarezzò i capelli. -Tranquilla Mare, sei salva. Sei con noi. Non ti faremo del male. Nessuno te ne farà più.- Quando si dice l'ironia. Degli assassini che mi tenevano in salvo.
Annuii, soffocando un singhiozzo. -D-dormi con m-me?- gli chiesi tra i singhiozzi.
Non sapevo perché gliel'avevo chiesto, ma avevo bisogno di qualcuno che mi consolasse. Su Daemon non potevo contare e Harry stava diventando davvero importante per me.
-Certo, piccola.- disse, alzando un lenzuolo e coprendo sia me che lui.
Subito mi sentii bene e il cuore cominciò a battermi forte. Gli abbracciai la vita con le mie piccole braccia e lui cinse la mia.
Rimase così finché non mi addormentai, accarezzandomi i capelli, sussurrandomi parole dolci per farmi addormentare.
Harry non era adatto per quella vita.
Prima di addormentarmi lo sentii dire: -Ti proteggerò, Mare. Dovesse costarmi la vita.- e mi lasciò un bacio tra i capelli.
Mi addormentai con un sorriso sulle labbra.
STAI LEGGENDO
Daemon | j.b |
FanfictionPuò l'odio tramutarsi in amore? Un assassino può amare? Perché, si sa, l'amore vince su tutto. O no? [Justin Bieber]