Down

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SPAZIO AUTRICE.
Salve a tutti!! Chiedo umilmente perdono per il mio straipermegavergognoso ritardo!!
Ho avuto parecchi problemi e non avevo abbastanza ispirazione per continuare questo capitolo. Nella speranza che vi piaccia, ecco a voi il 26esimo capitolo di Daemon!
Liz.



AMERICA'S POV

Non riuscivo a capire se fossi felice o scossa. I miei piedi erano saldamente ancorati al suolo e ogni mio muscolo sembrava pietrificato. Cos'avrei dovuto fare? La mia mente sembrava sconnessa dal resto del mio corpo.
Justin era piegato in ginocchio con le mani appoggiate sul marmo candido del mio balcone. Tossiva sangue, la pioggia gli attaccava i vestiti alla pelle.

Quando alzò lo sguardo fu la mia fine. Gli occhi erano lucidi e illuminati dai raggi lunari, non seppi se stesse piangendo e se le sue lacrime si confondessero con le gocce di pioggia che indisturbate si facevano strada nel suo volto bellissimo ma martoriato.

"Mare..." sussurrò, come una supplica, e mi accorsi di star piangendo. Emisi un rantolo sofferente a quella vista atroce.

Lui era lì, dolorante, e io ero a pochi metri da lui, ferma.

"Mare, ti prego" ripetè, e in quel momento mi decisi. Lo raggiunsi sotto la pioggia e per la prima volta dopo un mese lo toccai. Gli appoggiai una mano sotto il braccio per invitarlo ad alzarsi.

Si appoggiò con tutto il peso su di me e a fatica lo portai dentro.
Justin si abbandonò di peso sul tappeto in centro alla stanza mentre io andai a chiudere la porta a chiave.

Quando mi voltai, lo vidi disteso supino che respirava a fatica.
Mi affrettai ad affiancarlo e gli tolsi la felpa e con essa successivamente la maglia bianca.
Il suo petto tatuato era cosparso di lividi all'altezza delle costole, e un piccolo taglio superficiale era situato appena sotto la testa della tigre, sul braccio destro.

"Cosa ti hanno fatto?" sussurrai tremante tra le lacrime.
A quel punto lui mi guardò, con gli occhi socchiusi dal dolore e con una mano tremante afferrò la mia, situata sul suo petto.

"Siamo solo io e te, Mare. Nessun'altro. Siamo soli, sono solo"

Aprii la bocca e una lacrima salata entrò in contatto con le mie labbra. La leccai con la lingua, la vista annebbiata.
Scossi la testa, confusa. Non capivo il perché di questa sua affermazione.

Non avevo mai visto così tanto dolore concentrato in una sola persona.

"No, no" sussurrai, prendendogli tra le mani il suo viso bagnato. Solo allora mi accorsi del grande taglio sulla fronte, appena sotto l'attaccatura dei capelli.

Lo sfiorai, mentre un grande macigno cadde sul mio petto, quasi impedendomi di respirare.
Chi poteva averlo torturato così tanto?

"Perché sei qui?" ebbi la forza di sussurrare. Era tutto così difficile da concepire: avevo immaginato quel momento per così tante volte che ora... era impossibile per me realizzare che quella fosse la realtà e non solo frutto della mia fantasia.

Puntò le sue iridi nocciola sulle mie, e di nuovo cercò la mia mano con la sua. Appena la trovò la strinse forte a sé e se la portò al cuore.
Non era mai successo che io e lui fossimo vicini da ogni punto di vista: eravamo vicini fisicamente, ma anche mentalmente.

Il mio cuore batté all'impazzata quando schiuse le labbra per parlare.

"Ho cercato di scordarti, ho cercato di imprimermi nella mente i motivi per i quali ti avevo cacciata dalla mia vita. Ma per quanto essi fossero reali, non mi bastava più il ricordo di te, in tutte le sue sfacettature; ti volevo con tutto me stesso, minuto dopo minuto. E alla fine... mi sono ritrovato qui senza nemmeno pensarci."

Daemon | j.b |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora