I'll love you forever

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Justin's pov

Avete presente quando parlate con qualcuno che si trova dall'altra parte di un vetro e la sua voce giunge alle vostre orecchie ovattata? Ecco, in quel momento, immerso nel buio, coglievo frammenti di conversazioni su di me, le voci mi giungevano ovattate, e la maggior parte delle volte non collegavo la voce alla persona.
Cercavo di aprire gli occhi, ma nonostante ci provassi, il buio era l'unica cosa che regnava nella mia testa.
Da quanto ero in quello stato? Ero in coma? Avevo rischiato la morte? Ero già morto?
C'era un senso di pace, e non avrei voluto svegliarmi per nessuna ragione. Però, se ero morto, perché non avevo ancora visto Beth? Allora forse ero solamente in coma.
Un senso di insoddisfazione mi colse. Nel momento stesso in cui sentii quel dolore lancinante al fianco, quella sera, non volli fare niente per curarmi, per il semplice fatto che avevo pensato che forse la mia vita era giunta al termine in quella stessa serata. Avevo pensato ai miei genitori e a Beth.
"Perché non si è ancora svegliato?"
Era la prima frase di senso compiuto che riuscivo a captare. E dalla voce, riconobbi indubbiamente Harry. C'era una sorta di angoscia nella sua voce. Perché era così preoccupato per me? Cos'avevo fatto io, per lui, se non condurre sua sorella nel pericolo e quindi rovinare la sua vita?
"E' ancora sotto farmaci. Ci vuole ancora qualche ora, signore" questa era una voce sconosciuta alle mie orecchie, doveva essere la dottoressa.
"E' la stessa cosa che ha detto cinque ore fa!"
Avrei voluto svegliarmi per dire a Styles di calmarsi, ma i miei fottuti occhi si rifiutavano di eseguire i miei ordini.
"Signore, si calmi, per favore" fu la risposta della donna.
"Spero per lei che si svegli tra qualche ora, dottoressa." le parlò con disprezzo, tipico di Harry quando era incazzato. Sentii il rumore di una porta che si chiudeva, e poi il silenzio.
Se n'erano andati tutti?
Cercai un'ultima volta di aprire gli occhi, ma non ci riuscii, e caddi di nuovo in un sonno profondo.

"Le chiedo scusa per il comportamento di prima del mio amico, ma sa, è sotto stress..." una voce femminile mi ricondusse nella mia semi-coscienza. Una voce conosciuta, ma che al momento non riuscivo ad attribuire ad un viso.
"Si, sicuramente glielo dirò. Grazie mille, dottoressa" mi ero perso un pezzo della conversazione, ma sentire di nuovo quella voce mi portò ad un viso. America.
Che cazzo ci faceva lì? Avrei voluto aprire gli occhi in quell'istante solo per essere sicuro che fosse lei.
Rimasi in ascolto, cercando di sentirla parlare di nuovo. Mi piaceva la sua voce, anche se era una cosa che mai e poi mai avrei ammesso a qualcuno al di fuori di me stesso.
Niente, silenzio.
Era rimasta lì a fissarmi? Perché non potevo svegliarmi solo per coglierla in flagrante e umiliarla?
"Justin..." sussurrò il mio nome, e poi sentii un tocco sulla mia mano sinistra. Mi aveva preso la mano? Perché si comportava così? Mi ero forse perso qualcosa? Cos'era quello scambio repentino del modo di atteggiarsi? E a me piaceva anche, essere toccato da lei...
"Harry sta sclerando..." parlò di nuovo, e poi silenzio.
Ti prego, parla di nuovo.
"Sai, penso di odiarti"
No, okay, questa non me l'aspettavo.
Avrei voluto svegliarmi e urlarle che la odiavo anche io, che era una stronza, ma in fin dei conti non aveva tutti i torti.
"Voglio tornare a casa, Justin. A casa mia... dalla mia famiglia. Perché mi stai trattenendo? Sto male."
Questo discorso mi stava spiazzando. Mi avrebbe parlato in quel modo se fossi stato sveglio? Harry sapeva di questo suo stato d'animo?
Okay, non poteva fregarmene di meno. Né di lei né del fatto che volesse tornare a casa. L'intento iniziale era quello di ucciderla, quindi è quello che avrei fatto. Inoltre, se l'avessi lasciata andare, chi mi assicurava che lei non avrebbe fatto la spia dalla polizia?
Poi venni di nuovo trascinato nell'oblio.

America's pov


Erano passati due giorni da quella fatidica sera, da quando Justin, febbricitante e in preda al delirio, si era stretto a me cercando conforto.
Nelle ultime notti la mente non facevo altro che ripercorrere quel momento in particolare, oltre ai precedenti.

Perché si comportava in maniera dolce, con me, quand'era in preda al delirio e da normale era come se lo odiassi?
Avevo colto il suo stato fisico come un'opportunità per dirgli finalmente quello che pensavo, quello che provavo. Non sapevo se mi avesse sentito, ma in ogni caso, ero felice di aver esternato tutte le mie emozioni.
La porta della stanza si aprì, rivelando Harry con due bicchieri fumanti in mano. Avevano l'odore del caffè. Stavo bevendo troppo caffè, ma nè io nè Harry sapevamo dove andare per passare la notte.
Ogni sera ci alternavamo a fare i turni in ospedale, l'altro andava a dormire in macchina.

Lo guardai avvicinarsi al letto e porgermi un bicchiere. Aveva due ombre scure sotto gli occhi, i capelli spettinati. Prese una sedia e si sedette di fianco a me, circondando con entrambe le mani il bicchiere fumante. Lo ringraziai, e rimasi a guardarlo mentre posava lo sguardo sull'amico disteso sul letto, inerte.
"Non posso perderlo" disse, improvvisamente. Si stava torturando il labbro inferiore.
"Non lo perderai" dissi io. Sapevo che, nonostante Justin volesse lasciarsi andare, aveva troppe cose in sospeso, per andarsene definitivamente.
"Mia sorella l'aveva salvato... io non ci riesco. Non riesco a fargli capire che ha troppo dietro di sè, per lasciarsi andare. Che io senza il suo appoggio sarei..." lasciò la frase a metà, probabilmente aveva la voce rotta, e se avesse parlato sarebbe scoppiato a piangere.
Non sapevo cosa dirgli per tirargli su il morale, anche se in molte situazioni, il morale non può essere tirato su da nulla, se non dal tempo.

Alla fine, gli appoggiai una mano sul braccio. Lui guardò la mia mano poggiata sul suo braccio, ma non si scostò. Poi il suo sguardo si alzò, e mi guardò negli occhi. Rimasi a fissarlo incantata dalla bellezza delle sue iridi, come attratta. Come una falena attirata dalla luce.
Quel contatto mi metteva a disagio, soprattutto per la mia timidezza, e distolsi lo sguardo senza poter dimenticare la sensazione che quello scambio di sguardi mi procurò.
Misi a confronto le sensazioni che erano entrambi a procurarmi.
Harry era armonia, dolcezza e sicurezza.
Justin era impulsività, aggressività, passione e desiderio.
Pensare che stavo mettendo a confronto i miei due rapitori mi fece ridacchiare tra me. Era tutto ridicolo.
Ma successe qualcosa che mi distolse dai miei pensieri. Accadde tutto in velocità che quasi non me ne resi conto.
Justin stava avendo un arresto cardiaco.
Fu questione di secondi, prima che Harry, impanicato, uscisse di corsa dalla porta e urlasse cercando aiuto.
Guardai la scena al rallentatore, come una persona esterna. Non muovevo il muscolo, paralizzata dalla paura.
Arrivavano dottori su dottori di corsa, urlando parole che al momento non riuscivo a comprendere.
Tutto quello che riuscivo a pensare era, nonostante lui stesso mi avesse minacciato più volte di uccidermi: "Non puoi lasciarmi. Non puoi lasciare Harry. Non farlo. Ti prego."


Justin's pov

All'improvviso fu come se la mia anima fosse uscita dal mio corpo, e ora assistevo alla scena dall'esterno.
Stavo assistendo alla mia probabile morte, e non potei che essere almeno un po' dispiaciuto. Guardare Styles e America che venivano trascinati fuori dalla stanza impotenti e spaventati mi provocò uno strano senso di nostalgia.
"Ehi, ragazzo, mi senti? Resisti, ok? Dipende da te, dipende solamente da te. Non mollare, okay?"
Un dottore mi stava dicendo questo, mentre cercavano di rianimarmi.
In preda a un improvviso capogiro -anche se probabilmente non era reale- mi sedetti.
Ricordai la scena dell'incidente, e i miei genitori che mi fecero promettere di vendicarli.
Poi pensai a Beth, al dolore che provai nel perdere l'ìunica persona della quale mi fosse mai veramente importato qualcosa.
Pensai a tutto quello che avevamo passato, dalle cose più belle alle cose più brutte.
Pensai alla merda di persona che ero diventata.
E per la prima volta, dopo un anno, piansi.
"Puoi dire tutto di te stesso, ma che sei una brutta persona... quello mai."
Mi voltai stupito verso la persona che mi aveva appena parlato, stranito dal fatto che avesse potuto intuire i miei pensieri. Mi asciugai le lacrime in fretta, prima di voltarmi e rimanere pietrificato.
Lì, davanti a me, stava in piedi Beth. I capelli mossi e castani sciolti e morbidi lungo le sue spalle. La pelle candida e bianca con nessuna traccia di graffi, lividi, sangue...
Le labbra carnose e rosee, accese come un tempo, e gli occhi castani brillavano, vivi.
Aprii la bocca, incapace di emettere alcun suono, mentre le lacrime ricominciavano a sgorgare iperterrite.
Non sapevo cosa dire, meravigliato e spaventato allo stesso tempo. Sentivo la gola bruciare, il respiro mancare, e non riuscivo a fare altro che piangere.
"Beth..." riuscii a sussurrare, prima di cadere, debole, tra i singhiozzi.
Si avvicinò a me, ma i suoi piedi non toccavano il pavimento. Sembrava emettere luce propria.
Era venuta per prendermi? Non mi sarebbe importato. Sarei andato via con lei.
"No, Justin... non sono venuta qui per vederti morire..." disse, la voce calda e leggermente severa come un tempo. Mi accarezzò i capelli con una mano, e potei sentirla. Potei sentire il tocco delle sue mani... quel tocco che tanto mi era mancato.

"Perché? Ho rovinato la tua vita e quella di Harry. Se non mi avessi conosciuto saresti ancora viva , Beth" scoppiai nuovamente in lacrime.
Improvvisamente mi fu davanti e si inginocchiò, appoggiando le mani sulle mie ginocchia. Era ancora più bella di come la ricordavo.
"Justin, ancora con questa storia?" inarcò le sopracciglia. "Io, io ho deciso di stare al tuo fianco. Io ho seguito la vita tua e di mio fratello perché amavo entrambi. In maniera differente, ma perché l'ho voluto io. Non c'entri tu, e so che è un anno ormai che addossi colpe che non sono tue". la guardai negli occhi. Il suo sguardo era severo, con il solito cipiglio che amavo.

"Beth, mi manchi, cazzo. Senza di te sono una merda, non lo vedi? Lo vedi come tratto la gente? Ho persino rapito una ragazza che ogni giorno minaccio di uccidere, anche se non lo farei mai. Solo tu mi rendi una persona migliore. L'hai sempre fatto. Non voglio più sopportare tutto questo, sono stanco. Non mi merito di vivere, non dopo tutte le cazzate che ho fatto e che continuerò a fare. Quello che voglio e che ho sempre voluto da quando sei morta, è morire, per poterti stare affianco. Perché tu eri il mio tutto, avevi il mio cuore, e ora che non ci sei più il mio cuore è andato con te."
Mi guardò e sorrise, e mi parve di vedere i suoi occhi luccicare. Forse gli angeli non potevano piangere.
"Il tuo cuore è ancora qui" mi poggiò una mano sul petto, all'altezza del mio cuore che non batteva, perché in quel momento io ero in bilico tra la vita e la morte "pronto ad amare come prima, o forse di più. Justin, la vita continua, e io sono qui per incitarti a restare, a non mollare, e ad amare, amare con tutto te stesso." si voltò, e guardò verso la finestra che dava sul corridoio dell'ospedale, dove Harry e America guardavano con occhi lucidi e sgranati la scena che si stava svolgendo all'interno della stanza.
Improvvisamente capii cosa intendeva. Si stava riferendo ai sentimenti che incominciavo a nutrire per America. Mi stava incitando a farmi una nuova vita, ad amarla, e a prendermi cura di suo fratello come non ha potuto fare lei.
"Senza di te Harry sarebbe degenerato, ma tu c'eri. E stessa cosa lui per te. Ti sei immischiato in una vita che non ti appartiene, ma ormai non puoi più farne a meno. Sistema i tuoi casini, e goditi la vita, tu che puoi." tornò a guardarmi, facendomi posare i miei occhi sui suoi.
"Ho capito." dissi, prendendo un gran respiro. Beth sorrise.
Mi alzai dalla sedia sulla quale mi ero seduto, guardando il mio corpo inerte disteso sul letto e i dottori che non mollavano nel cercare di rianimarmi.
Dovevo concludere i miei affari qua, e amare America.
Farmi una nuova vita.
Mi voltai verso Beth, che mi guardava sorridente, nel suo vestito bianco.
"Ti amerò sempre" dissi, più a me stesso che a lei.
Il suo sorriso si allargò. "Sempre." disse.









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