JUSTIN'S POV
"Justin, tesoro, mettiti la cintura." dice mia madre, infastidita, coprendo il microfono del telefono. Starà sicuramente parlando con zia Meg. La odio.
"Mamma, ho diciannove anni. Smettila di dirmi quello che devo o non devo fare" ribatto spazientito.
Voglio dire, so che in macchina devo mettermi la cintura, non serve che me lo ricordi qualcuno.
"Vivi ancora sotto il nostro tetto, e momentaneamente sei seduto nella nostra macchina. Tutto ciò premesso, tu fai quello che ti dico."
Sbuffo, e la mando a fanculo silenziosamente. Sempre la stessa fottuta storia. Andrò a vivere da solo, così magari la smetteranno di rompere i coglioni.
"Sei proprio come tuo padre" mi dice. Lo guardo, non dice una parola. Strano, lui ha sempre qualcosa da dire.
Scrollo le spalle. E allora? Me lo dicono in molti.
"Sei diventato menefreghista, e stai cominciando a frequentare quei... killer che uccidono le persone. Io ti ho cresciuto meglio di così. Cosa ti è successo? Non ti riconosco più."
Questo discorso sta cominciando a farmi andare in angoscia e non so nemmeno perché. Inizio a prendere respiri profondi, e sento il mio viso accaldarsi. E' come se il mio corpo sappia già cosa stia per capitare, tranne la mia mente.
La voce di mia madre si allontana sempre di più, mentre cerco di ribattere a quello che dice, anche se mi sembra impossibile parlare.
"Non è vero! Sono sempre io!" cerco di dire, ma non esce suono dalla mia bocca.
"Non sei mio figlio, non lo sei più. Cosa sei?"
Già, cosa sono?
Rimango sconvolto da quelle parole e apro bocca per parlare, ma ancora non esce alcun suono.
"Non sei mio figlio"
Non sono tuo figlio, e allora chi sono?
Mi dimeno, ma improvvisamente la cintura compare. Non me l'ero agganciata. Cerco di slacciarla ma le mie mani passano attraverso ogni cosa. Sembro un fantasma.
"Cosa sei?" continua a ripetere, la sua voce sta allontanandosi sempre di più.
Sono io, sono Justin....
"Cosa sei..." poi la sua voce sparisce, seguita da uno sparo. Improvvisamente sono fuori dalla macchina.
Anzi, quella è proprio sparita. Ora sono in piedi, in un grande campo appena fuori dall'autostrada, e vedo solo mia madre, in piedi. Il viso deturpato come lo era quella notte, che mi sta guardando. Vorrei urlare, scappare, ma i miei piedi sono saldamente piantati al suolo. Abbasso lo sguardo sul mio corpo, sono avvolto da una cintura di sicurezza.
"Lo vedi?" dice, avvicinandosi. "Vedi cosa sono? -si muove lentamente e si indica la faccia- sono morta. Per colpa tua. Se non fossi nato, sarei viva e mi starei godendo tutto ciò che mi è stato tolto. Sei spuntato fuori dal nulla e sicuramente fuori programma. Sei stato uno scherzo, e dopo che moriamo per te, tu ti allei con colui che ci ha uccisi? Cosa sei?"
Vorrei dire che non è stata colpa mia, che non lo sapevo, e che sono sempre suo figlio, che potrei cambiare, ma a questo punto a quale scopo? Cosa sono?
Mi svegliai di soprassalto, sedendomi sul letto.
Il mio respiro ci mise un bel po' per rallentare, e allora mi resi conto che era tutto un sogno. Un incubo. Un incubo ben impresso nella mia mente.
Stavo tremando, mentre la mia mente continuava a ripetersi la stessa domanda come un mantra.
Cosa sono? Cosa sei? Cosa sono? Cosa sei?
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Daemon | j.b |
FanfictionPuò l'odio tramutarsi in amore? Un assassino può amare? Perché, si sa, l'amore vince su tutto. O no? [Justin Bieber]