Don't leave me

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, GRAZIE♥

"Sei molto sexy con questo pigiamino con gli orsetti" Justin comparve improvvisamente dietro di me poggiando le sue mani sui miei fianchi. Mi lasciò diversi baci appena sotto l'orecchio e proseguì lungo il collo, arrivando fino alla spalla.

Subito mi lasciai andare al suo tocco e ai suoi baci, senza nemmeno rendermi conto che mi aveva appena presa in giro. Semplicemente, quando c'era di mezzo lui, nulla aveva importanza.
"L'ho fatto per provocarti" stetti al suo gioco, voltandomi verso di lui in modo che fossimo uno di fronte all'altro.
La mia schiena si scontrò contro il bancone della cucina, il forno a microonde emise il suo solito bip, segno che il mio tè era caldo.
Erano passate settimane da quando ci eravamo trasferiti, e stava andando tutto per il meglio. Era come se stessimo vivendo in una bolla in cui c'eravamo solo noi e il mondo esterno era completamente esonerato.
Eravamo entrambi consapevoli che non saremmo potuti andare avanti così; prima o poi avremmo dovuto affrontare la cruda realtà che ci aspettava al di fuori di quelle quattro mura.
Lo allontanai dolcemente, per poter afferrare il mio amato té e sorseggiarlo.
Justin sembrò deluso. "Preferisci il té a me?" si indicò con il pollice.
Sorrisi da dietro la tazza fumante. "Preferisco il té a tutto."
"So come farti cambiare idea."
Mi dedicò il tipico sguardo da Ti-salterei-addosso con tanto di sorrisino malizioso.
Le gambe iniziarono a tremare, come sempre quando faceva queste affermazioni da capogiro, e mi costrinsi a resistere, ricordandomi della promessa che avevo fatto a me stessa.
Quella mattina si era rifiutato di fare la lavatrice e come pegno niente sesso fino alla sera del giorno dopo.
All'inizio l'aveva presa come un gioco, ma aveva iniziato a preoccuparsi sul serio quando evitavo ogni suo contatto.

"Calma i tuoi bollenti spiriti, Ciccio. Niente sesso stasera."
Sbuffò. "È una cosa stupida."
"No che non lo è."
Ero risoluta. Nella convivenza bisogna collaborare, e io non mi sarei di certo fatta trattare come una donna delle pulizie.
"Che ne pensi di 'Ho imparato la lezione, ora zitta e baciami'?"
Mi appoggiai sul bancone per reggermi. Erano passate delle settimane, ma ancora non mi ero abituata a questo suo lato.
Nascosi il mio sorriso dietro la tazza. "Sei in punizione" ribadii, facendolo esasperare.
Sparì dalla cucina e a giudicare dal rumore delle ante della porta-finestra che si aprivano, Justin era uscito in terrazza a fumare.
Faceva sempre così quando era nervoso nei miei confronti o semplicemente era una sua giornata no.
In settimane di convivenza non mancavano i litigi. C'era anche da contare che io e lui stavamo imparando a conoscerci, e spesso non andavamo d'accordo.
A volte nei suoi occhi rivedevo Daemon; il modo in cui si arrabbiava, il suo modo di rispondermi me lo ricordavano, ma allo stesso tempo c'era un nuovo Justin davanti a me che mi dava attenzioni, che mi amava.
A volte mi domandavo se l'avevo cambiato io, o avevo solo rispolverato una parte di lui che era rimasta nascosta dalla morte di Beth.
Non me ne aveva ancora mai parlato. Immaginavo fosse un argomento troppo fresco e presente, come un'aura che aleggiava sulla sua anima.
E poi c'era la storia di Harry, che era rimasta accantonata in un angolo, ma sapevo che lo tormentava più di quanto non desse a vedere.
Avevo privato a tirare fuori l'argomento più volte, ma lui lo liquidava con un gesto della mano.
Allora avevo capito che dovevo aspettare che fosse lui a farsi avanti.

Mezz'ora più tardi non era ancora rientrato, e decisi di fare un salto e vedere come stava.
Non ero nemmeno stupita dalla sua reazione troppo esagerata, perché era il suo carattere. Ma per una notte negata di sesso, grogiolarsi al freddo in terrazza a sbollire la rabbia per mezz'ora mi sembrava leggermente troppo.

Come volevasi dimostrare, Justin era appoggiato al parapetto, fissando un punto lontano nella notte; una sigaretta ormai ridotta a un mozzicone tra l'indice e il medio della mano sinistra.
Non si voltò a guardarmi nemmeno quando fui al suo fianco, e capii che doveva esserci dietro molto di più. Stava pensando a tutto ciò che si era tenuto dentro. Lo stava buttando fuori, a modo suo.

Daemon | j.b |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora