Anonimous

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Aprii gli occhi, vedendo la luce familiare e fastidiosa che instintivamente mi fece sprofondare tra le coperte.
Dovevo cambiare lampadine.
"Signore, mi scuso se l'ho svegliata in maniera così poco.... gentile, ma c'è qualcuno che le vuole parlare."
Non indossavo i miei occhiali, quindi non riuscii a capire chi mi aveva rivolto la parola. Li cercai alla cieca sul mio comodino, facendo cadere qualcosa rovinosamente a terra.
Bestemmiai fino a che non li trovai, e me li infilai.
"Santo cielo Steph, chi è che vuole parlarmi così urgentemente?"
Rimase in silenzio, intimorito forse dalla mia reazione.
Aggrottai la fronte e mi alzai a sedere, curioso e bramoso di sapere.
"Steph...? Hai perso la lingua per caso?"
Il mio scagnozzo indietreggiò, e balbettando disse: "H-ha-Harry Styles, signore. Dal Canada. Vuole parlare con lei."
La mia sorpresa aumentò. Avevo già sentito parlare di lui, in giro, e del suo amico Daemon. Seguivo le loro vicende da anni, ma ultimamente non avevo più ricevuto loro notizie, nè dal loro capo, Jason McCann.
La domanda che mi era sorta spontanea era :perché Harry Styles voleva parlare con me? C'era solo un modo per scoprirlo.
"Fallo entrare." dissi a Steph.

"S-Si-Signore, vuole pa-pa-parlare con lei m-ma n-non è q-qui fi-fisi-camente."
Dove voleva arrivare?
"Steph, arriva al punto." la mia voce ferma e decisa spaventò Stephen. Risi dentro di me: stupido e debole ragazzino...

"E' al telefono" sputò.
"E portami qui il telefono, allora" gli dissi, come se fosse uno stupido. Che poi, cosa c'era di così complicato?
"Certo, arrivo subito, signore..." e sparì.
Quando riapparve, in mano teneva tremante il telefono. Lo presi e me lo portai subito all'orecchio.
"Pronto?"
"Signor Farewell?" sentii dall'altro capo una voce giovane ma decisa. Di Styles avevo saputo solamente che aveva perso la sorella per colpa del suo migliore amico. Mi chiesi come potevano essere ancora in buoni rapporti dopo una perdita del genere.
"Sono io. Con chi sto parlando?" chiesi, anche se sapevo benissimo con chi stessi parlando.
"Harry Styles, signore. Mi scuso se la disturbo, ma l'ho chiamata perché ho bisogno di un aiuto urgente, e lei è l'unico che me lo può offrire"

Cominciava ad interessarmi parecchio, il ragazzo. Magari, se fossimo giunti ad un accordo -qualunque esso fosse stato- di sicuro io ne avrei tratto benefici.
La conversazione cominciava a farsi più interessante, e decisi di alzarmi in piedi e passeggiare per la camera ed aprire la porta finestra per dirigermi nel balcone.

"Di che aiuto si tratta?" mi accesi una sigaretta e ammirai il paesaggio della foresta pluviale davanti a me.
Gran bella cosa, il Brasile.
"Ecco, negli ultimi anni sono successe cose a dir poco orribili nella mia famiglia. Come lei forse sa, ho perso una sorella"
"Certo che lo so, le vostre vicende non passano inosservate dalle nostre parti" dissi, pensando alla mia amicizia strana con il padre di Bieber e con McCann.
"E come lei sa, McCann ci ha lasciati un mese fa" disse, e quasi non mi cadde il telefono dalla mano.
Jason? Morto?
"Che cosa? E com'è successo?" mi appoggiai sul parapetto, cercando di assorbire bene la notizia.
"E' stato assassinato, da Bieber in persona"
Ero a conoscenza della sua fama da assassino senza cuore.
"E pensare che Jason gli ha dato una casa, una seconda possibilità... e lui è stato ripagato così..."
"Esatto, signore, un vero ingrato" riuscii a captare l'odio dietro le sue parole, ed era davvero condiviso.
Mi raccontò la vicenda, e io rimasi davvero scosso da tutto ciò che mi venne raccontato... attaccato alle spalle, ucciso senza pietà... non è ciò che ci si aspetta da degli uomini d'onore...
"Per ciò, dobbiamo fare qualcosa, signore" disse Styles, finito di raccontarmi l'accaduto.
"E cosa intendi fare?" chiesi, indagatore.
Ci fu un minuto di silenzio, poi Styles parlò, e la sua voce era carica d'odio: "Vendicarci. Di Daemon."
Sorrisi, complice. Ero dalla sua parte.

Daemon | j.b |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora