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EDOARDO FONTANA

Ultimamente mi chiedo spesso che strada stia prendendo la mia vita. Ormai da tempo non trovo più conforto nel piacere come prima. Forse perché adesso non posso più alternare quel piacere al dolore che mi facevo infliggere durante gli incontri nella gabbia. O forse perché ho bisogno di trovare una nuova avventura.

Se oggi mio padre potesse vedermi non sono poi così sicuro che sarebbe fiero di me. Si, mi occupo dei cantieri proprio come gli avevo promesso, ma ultimamente non riesco più ad essere così freddo e distaccato negli altri affari.

Ieri ho perso il controllo. Non capitava più da tempo di arrabbiarmi così. Molte cose sono andate storte e adesso si deve trovare urgentemente una soluzione indolore.

Un'ora fa sono arrivato ai parcheggi del locale e da allora sono rimasto seduto in macchina, col viso appoggiato sulle braccia mentre reggo il volante, al buio guardando il vuoto.

Il Lusting è proprio lì, di fronte a me, alla giusta distanza dai parcheggi che mi permette di vedere l'ingresso, c'è fila come sempre, nonostante la serata sia abbastanza fredda. Presumo che anche per oggi faremo il pienone.

La porta si apre e questa volta non è un gruppo ad entrare, Sara esce dalla porta principale e si guarda attorno prima di esaminare il suo cellulare.

Sta chiamando qualcuno.

Mi correggo. Sta chiamando me.

Il display nell'abitacolo si illumina e mi avvisa della chiamata.

<< Sara>> rispondo.

<<Dove sei finito Edo>> sembra arrabbiata.

<< In macchina>> rispondo conciso.

<< Dunque a momenti arriverai al locale giusto?>> Sospira.

La discussione di oggi è ancora nell'aria.

<<Si Sara, puoi stare tranquilla che ci sarò questa sera.>> La rassicuro.

<< Hai detto che avresti rimediato al guaio! Mi auguro che te ne sia già occupato.>> Oltre il vetro osservo i suoi gesti nervosi mentre si guarda attorno per assicurarsi che non ci sia nessuno nei dintorni ad ascoltare la sua chiamata.

<< Me ne sto occupando. Non preoccuparti.>> Ne ho abbastanza. Stacco la telefonata e continuo a restare in macchina.

Continuo a guardare l'ingresso e lei è ancora lì.

Si Sara! Ti ho appena staccato il telefono in faccia. Odio quando mi stressano e mi stanno col fiato sul collo.

Quella stupida di Penelope ha deciso di lasciare tutto nel bel mezzo di un appuntamento. L'avevo avvisata! Le avevo detto che dopo la formazione non ci sarebbe stato più niente tra di noi e sembrava averlo accettato. I clienti erano soddisfatti del lavoro che svolgeva e anche lei era più che felice di frequentare i giri della Roma bene. Anche la supervisione di Sara non era più necessaria da tempo.

Tutto filava liscio, finché ieri ha lasciato uno dei nostri migliori clienti. Giusto lui!

Sarà dura convincerlo a venire da noi quando si fermerà in città. Ho girato mezza Roma prima di trovarla. Ma alla fine ce l'ho fatta. Ricordavo bene quanto le piacesse andare al bioparco ed è proprio lì che l'ho trovata.

"Non posso fingere" mi ha detto e poi alla fine ha confessato tutto, di essersi innamorata di me ormai da tempo e non poteva più nasconderlo.

Ha rovinato tutto quella stupida!

Era stata Sara a trovarla, era sicura che lei non avrebbe creato casini e invece adesso ci ritroviamo con una ragazza in meno e un cliente insoddisfatto.

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