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Gli incubi di questa notte mi hanno stremata fino a quando, all'alba, finalmente sono riuscita a fare un paio di ore di sonno consecutive senza che alcun sogno mi svegliasse.

Spalanco gli occhi e alla vista mi compare subito la mia mano sul cuscino mentre tengo ben saldo un dito.

I miei occhi continuano a scrutare in giro e trovo Edo sdraiato di fianco sul letto, la testa poggiata su una mano e l'altra appunto allungata verso la mia mano che la blocca.

I suoi occhi sono aperti. Tutto sembra un magnifico sogno dove nulla è successo. Quasi ci credo che la mia mente ha elaborato ciò che mi fa stare bene per migliorare la giornata che stenta ad iniziare.

Sembrano essere tornati gli occhi che conosco.

In un attimo vengo catapultata nella realtà, in quello che è successo ieri e tutto lo schifo che ci ha sommersi.

Sobbalzo sul letto, mollo la presa e mi sollevo seduta.

<< Fai piano, potrebbe girarti la testa>> mi richiama come se ne avesse diritto.

Lo guardo truce prima di rispondere.

<< Cosa fai qui? Mi era sembrato di essere stata chiara ieri sera.>>

<< Hai avuto molti incubi questa notte>> ignora ciò che ho detto puntando l'attenzione su altro.

<<Come fai a saperlo? Edo mi stai spiando? Questo è troppo!>> Scendo dal letto per mettere distanza tra di noi e tenere a freno la mia esasperazione.

<<Gin.>> cerca di calmarmi mettendo le mani avanti << ero venuto per scusarmi, per quello che è successo ieri>> sposta un attimo lo sguardo sulla porta e poi lo riporta su di me, in imbarazzo al ricordo del suo gesto che ha lasciato un segno sulla mia porta << non ero in me! Sono entrato e tu farfugliavi cose e quando ti sei calmata non ho potuto svegliarti. Così sono rimasto qui...>> sospira chiudendo gli occhi.

<<A guardarmi mentre dormivo.>> Ribatto secca completando la sua frase.

Posso credere che io sia riuscita a calmarmi solo dopo il suo arrivo?

Sono al punto di percepire la sua presenza anche se incosciente?

E' possibile una cosa del genere?

Mi calmo, o per lo meno ci provo, cercando di cancellare il brutto di ieri e poi sposto lo sguardo sulla sua mano. Adesso è fasciata.

<<La tua mano...>> cerco di non dimostrare troppa apprensione visto che non è più un mio diritto preoccuparmi.

In realtà forse non lo è mai stato.

<< Ti sorprenderai, ma non fa male, ho un altro dolore che mi sta uccidendo lentamente...>> fa una pausa <<...nelle ultime settimane.>> Mi guarda e io faccio un tuffo nei miei sentimenti.

In quello che riesce a farmi provare tutte le volte, anche se non voglio ascoltare ciò che mi stanno urlando ripetutamente.

<< Se questo è il tuo problema, puoi stare tranquillo. Ho dimenticato tutto! So che non eri in te.>> parlo, strozzando quasi le lacrime che minacciano di scendere.

Afferro i vestiti poggiati sulla sedia e scappo rifugiandomi in bagno per chiudermi dentro. Lontano da quel celeste così pericoloso. Da quel viso indagatore.

<<Gin>> batte alla porta, senza urlare questa volta.

Probabilmente il resto dei componenti della casa dormono ancora e ignari di tutto... almeno spero.

Heartbeats &quot;Battiti&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora