EDOARDO FONTANA
<<Non puoi continuare a dirmi cosa devo e cosa non devo fare. Ti ricordo che non sono più quel bambino solo nel mondo>> Sbotto per la sua presunzione.
<< No. Infatti non sei più quel bambino docile ed educato. Non prendi più in considerazione i miei insegnamenti e soprattutto i miei consigli. Ti voglio ricordare che grazie a me sei nella posizione in cui ti trovi.>> Avanza nel tentativo di posare la sua mano sul mio viso.
<< Angelica niente è più come prima>> la scanso.
<< Perché?>> chiede sorpresa dal mio atteggiamento.
<<Perché? Perché non sei mia madre e io non sono il tuo bambino a cui dire cosa deve e cosa non deve fare.>> Replico sperando di aver reso l'idea << Una madre non scopa col proprio bambino. Ti ringrazio perché è grazie a te che so tutto sulle donne, sul piacere. Ti sei presa cura di me. Ma adesso so cavarmela da solo>> continuo.
Il suo è uno sguardo di ghiaccio, ma il mio credo sia ancora più freddo.
Penso a Gin che adesso è chiusa in quella stanza, probabilmente avrà sentito tutto e questo l'avrà ferita. Odio solo l'idea che qualcuno le possa fare del male e adesso quel qualcuno sono io.
<<Ti prego di andartene>> serro i pugni e la mascella, esasperato.
La donna sicura di sé che conosco è ferita e offesa. Spero che si rassegni e non vada oltre con la sua crociata contro Ginevra. Purtroppo la conosco e so quanto possa essere cattiva con chi va contro i suoi interessi.
Sta per uscire dalla porta << Angelica, lascia le chiavi. Da questo momento in poi mi occuperò io di casa mia.>> La mia ultima richiesta la pietrifica per un attimo. Forse capisce che adesso non ho più bisogno di lei. Sono un uomo e gestisco ormai gli affari di famiglia da qualche anno, le mie attività invece ormai galoppano da sole, sono certo che sia giunto il momento di liberarmene.
Lascia cadere le chiavi per terra, si volta lanciandomi uno sguardo ferito prima di uscire e sbattere la porta.
Corro in camera da letto, dove mi aspetta Gin, ma mi rendo conto che lei non è qui.
<<Gin>> urlo per casa entrando in ogni stanza.
Diamine. Non c'è.
E' andata via.
Mi ero ripromesso che se mi avesse perdonato nulla ci avrebbe più separati.
Mi assale il panico.
Afferro il cellulare e mentre compongo il suo numero mi inondano le notifiche di tutti quelli che mi hanno cercato durante il giorno.
Niente è spento.
Riprovo diverse volte ma è inutile.
Esco di casa e salgo in macchina. E' sera e il party dovrebbe essere già finito, la miglior cosa è chiamare Sam.
<<Rispondi. Rispondi.>> Nell'abitacolo rimbomba questo rumore fastidioso. Squilla senza ricevere alcuna risposta.
Al secondo tentativo forse sarò più fortunato.
<<Hey, amico. Hai fatto parlare di te oggi.>> Lo sento sorridere dall'altra parte del telefono.
<< Cazzo. Sam. Non è il momento di scherzare. E' successo un casino.>> Con una mano lascio il volante per tirarmi i capelli ripensando a tutto.
<< Ero riuscito ad aggiustare tutto con lei. Aveva accettato di darmi una possibilità. Ma due stronze del club hanno rovinato tutto e per giunta Angelica mi è spuntata in casa. Lei ha sentito tutto del suo piano ed è scappata. Adesso non riesco a trovarla.>> butto fuori tutto d'un fiato.

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Heartbeats "Battiti"
ChickLitEsattamente c'è un momento tra uno sguardo e un bacio in cui il mondo si ferma. Quel momento è così intenso che quando finisce, solo allora capisci che è solo l'inizio. Entrambi segnati dai loro passati, scopriranno col tempo che una volta svelat...