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Viaggiare tutti i giorni non mi è mai sembrata un'idea così negativa come in questo periodo. Dormo poco e non riesco a riposare abbastanza, quindi ultimamente il mio aspetto è sempre terribile.

Non riuscivo più a mantenere il segreto con Leo, così ho deciso di raccontare tutto... proprio tutto.

La sua reazione iniziale mi ha spaventata visto che sembrava sotto shock, ma per fortuna poi si è ripreso. Almeno adesso ha potuto capire tutte le mie titubanze e gli umori altalenanti. Quella sera lo ha incontrato. A parer suo gli è sembrato disperato e crede che io lo debba ascoltare almeno per dargli modo di spiegarmi e poi decidere.

Mi fa male. Ed è stato proprio lui a farmi così male.

Ho deciso di lasciare quella casa per non averci più a che fare. Rivederlo poteva farmi sciogliere di nuovo e questa volta era inammissibile una scelta del genere. Le sue chiamate incessanti mi hanno costretta a bloccare il suo numero e per fortuna Sam e Sara hanno capito che se avessero continuato avrei bloccato anche loro.

Fortunatamente Diego non si è offeso per averlo lasciato al party e siamo regolarmente in contatto, per fortuna è stato molto comprensivo. Leo ha stabilito che almeno un giorno a settimana ci dobbiamo riunire tutti e tre e così è stato nelle ultime settimane, se non fosse che adesso Diego è occupato con delle gare che ci hanno costretti a interrompere le cene settimanali.

La nonna e Cesare sembrano invece piuttosto felici di questa decisione, almeno così possono assicurarsi di presenza che io stia bene, anche se sono consapevoli che presto tornerò in città.

<< Cesare, sono quasi arrivata. Ci vediamo lì oppure passo a prenderti allo studio?>> La mia voce rimbomba nell'abitacolo aspettando una risposta.

<< Perfetto Gin. Ci vediamo lì, tanto sono due passi.>>

Stacco la chiamata e qualche minuto dopo mi trovo davanti la casa che ignorato per anni.

La casa della mia infanzia, dove avrei dovuto passare giorni felici insieme ai miei genitori e invece a causa di ciò che è successo mi ricorda solo una cosa: la notte in cui ho perso tutto.

Il mio telefono squilla per avvisarmi di una chiamata in arrivo.

<< Piccolina ho un piccolo contrattempo ma ti prometto di essere li tra dieci minuti.>> Cesare non mi lascia altra scelta.

Ho sempre avuto io le chiavi di casa, anche se non le ho mai più usate. Sospiro e dopo aver preso il coraggio, apro la porta per varcare quel confine così invalicabile fino ad oggi.

Devo ammettere che anche io mi sono sorpresa della scelta che ho preso, non di meno la nonna e Cesare ne sono rimasti sorpresi quando ho comunicato di volerla vendere. In effetti è la migliore decisione che potessi prendere, non aveva senso tenerla chiusa ancora a lungo. Con la vendita potrei comprarmi un appartamentino tutto mio a Roma e finalmente trovare il coraggio di vivere sola.

La polvere è percepibile nell'aria. Sprazzi di luce arrivano dalle tapparelle. Ogni cosa è stata coperta dai teli per proteggerli dal tempo.

Ad ogni passo spuntano fuori ricordi, anche se quelli che mi fanno più paura mi tormentano durante la notte.

Le foto sono rimaste al loro posto, ne prendo una dallo scaffale. Qui eravamo al lago e papà aveva convinto la mamma per un fine settimana in campeggio.

Sorrido al ricordo di quanto lei odiasse il campeggio, ma pur di accontentare me e papà accettava sempre.

Un rumore mi riporta al presente.

Heartbeats &quot;Battiti&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora