la principessa del branco

1.1K 61 3
                                    

Sono 3768 parole, per farmi perdonare
per la storia a dir poco orribile che
ho pubblicato ieri. Prendete i pop-corn, mettetevi comodi e godetevi questa storia. Spero vi piaccia, un bacio

se avete richieste→

-less🧚🏽

«Il tuo odore è cambiato»

Scott stava annusando il suo migliore amico come un cane,

«ricordi quando ti dissi che a New York mi stavo frequentando con qualcuno?»

il mannaro annuì, seguendo l'amico sul divano.

otto mesi prima

Stiles era al suo ultimo anno di college, lavorava in un bar di proprietà dei genitori della sua compagna di studi, con cui divideva l'appartamento dove era andato a vivere un anno prima. Il suo corpo era asciutto, aveva muscoli che facevano concorrenza con quelli di Scott, grazie agli allenamenti che praticava. All'accademia aveva imparato il combattimento libero, le arti marziali, le diverse armi e come usarle. Gli anni che aveva passato a risolvere casi e misteri di Beacon, l'avevano aiutato a diventare lo studente più bravo nei risolvere i casi che gli davano come esercitazione. Era ancora un amante dei supereroi e star wars, era ancora sarcastico e curioso, ma meno logorroico. Non aveva perso i rapporti con i ragazzi del branco e tutti ne erano felici perché nonostante la distanza e le rare volte in cui si vedevano, erano ancora uniti.

«Janet, hai visto la maglia azzurra?»

Stiles stava impazzendo, tra meno di dieci minuti avrebbe dovuto iniziare il turno e stava correndo mezzo nudo per l'appartamento.

«È ad asciugare, mettine un'altra e non rompere»

mentre quella che ormai era la sua migliore amica dal secondo anno, era comodamente sdraiata sul divano.

«Ti devo ricordare che una l'hai fatta diventare rosa e l'altra ha un buco talmente grande che può passarci un treno?»

Stiles, nonostante fosse nella sua stanza, poté sentire perfettamente Janet sbuffare.

«Allora metti la camicia azzurra, così mio padre non si lamenterà che non rispetti la divisa, come ha fatto il mese scorso con Kevin»

il moro annuì, consapevole che la ragazza non poteva vederlo, prendendo poi l'indumento. Scese di corsa le scale e prima di uscire di casa, lasciò un bacio alla sua migliore amica, recuperando la sua tracolla. Per fortuna il bar non era tanto distante e con una corsetta l'ho raggiunse in due minuti circa.

«Ciao capo, Harry»

I due uomini salutarono il ragazzo, il primo era Bob, il padre di Janet e l'uomo più paziente e altruista del mondo. Stiles non aveva mai lavorato in un bar ma quell'uomo, vedendolo in difficoltà, l'aveva assunto e guidato passo dopo passo. Fortunatamente il moro era una persona che imparava in fretta quando l'ho voleva e così aveva imparato a fare il pane, i vari tipi di bevande e servire i clienti. Harry invece era il pasticcere, coetaneo del proprietario e suo migliore amico dai tempi del liceo. Avevamo sempre sognato di avere un bar tutto loro e con determinazione, debiti e una grande amicizia che li legava, alla fine ce l'avevano fatta. Poi c'era Kevin, aveva poco più di trent'anni ed era un padre single, ogni tanto si presentava con qualche macchia di vomito sulla maglia o delle occhiaie assurde. E infine, oltre lui, c'erano Janet e Chloe, sorelle gemelle, anche se Stiles pensava che non potevano essere più diverse. Janet sarebbe diventata un agente dell'FBI, non amava fare amicizie, parlare e passava il suo tempo a guardare squallidi programmi in tv. Mentre Chloe era una ragazza tranquilla, parlava con tutti e sarebbe diventata una maestra per i bambini delle elementari. Stiles voleva bene ad entrambe e senza di loro, le sue giornate si sarebbero limitate al college, a lavorare in qualche sudicio locale e le serata a fare chiamate con i suoi amici.

os sterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora