«non credevo che uno sguardo potesse farmi innamorare» pt. I

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Stiles era steso sul suo letto, la sveglia sul comodino segnava le sei del mattino e lui non aveva chiuso occhio tutta la notte. Aveva finalmente diciotto anni e nella sua comunità, significava che era arrivato il momento di scoprire a chi ti saresti legato per il resto della vita.
Stiles non era mai stato d'accordo ma era un fattore su cui nessuno poteva fare o dire niente. A quel punto, nonostante la sfiga che l'aveva sempre contraddistinto, sperava di trovare qualcuno che con il tempo avrebbe amato e che avrebbe ricambiato tale sentimento. Com'era successo al suo migliore amico Scott, che aveva avuto la fortuna di trovare il nome della ragazza di cui si era innamorato a sedici anni, Allison. O come era successo a suo padre, che appena aveva incontrato la sua anima gemella, la mamma di Stiles, se n'era innamorato all'istante.
Stiles sospirò e finalmente, trovò il coraggio di uscire da sotto il piumone e scendere in cucina. La cosa che più lo infastidiva, era che metà degli abitanti, che avessero figli e figlie ancora single, speravano che finisse con lui. Ma Stiles era dannatamente intelligente e aveva un'ottima vista, sapeva di non possedere una grande bellezza e che quel desiderio era voluto solo perché era figlio dello sceriffo.

«Sei pronto?»

suo padre l'aveva trovato seduto al tavolo della cucina un'ora più tardi, con lo sguardo fisso in un punto indefinito. Avevano fatto colazione, si erano preparati e nel mentre, a casa Stilinski, aveva fatto il suo ingresso Scott.
Stiles l'aveva accompagnato insieme a Melissa quattro mesi prima e lui, avrebbe affrontato quel giorno insieme a quello che considerava un fratello. Il viaggio in macchina era stato stranamente silenzioso ma Stiles aveva la mente occupata da troppi pensieri e non riusciva ad iniziare un qualsiasi tipo di dialogo. Stiles venne colpito da un mix di emozioni contrastanti e la consapevolezza che da lì a breve avrebbe avuto un nome e un'età. Il pensiero che gli potesse uscire qualcuno di molto più grande di lui, come era successo a Lydia con Jordan Parrish, lo investì in pieno. Stiles prese di nuovo un respiro profondo, sentì suo padre stringerli una spalla e Scott circondargli un braccio. Quando entrò nell'edificio, in cui solitamente venivano svolti eventi importanti, una donna si avvicinò a lui.
Sapeva che da quel punto, per entrare nella stanza in cui si trovava la macchina, avrebbe dovuto proseguire da solo perciò diede un veloce sguardo ai due, prima di rivolgere la sua attenzione alla porta rossa. Qualche minuto dopo si trovò dentro, sedendosi sullo sgabello posto di fronte al grande computer.
Inserì il suo nome e la sua età, prima di vedere la schermata caricare ed avendo così l'istinto di chiudere gli occhi.
Sospirò, di nuovo, rivolgendo poi lo sguardo sullo schermo e il suo cuore prese a battere incontrollato.

Derek Hale, 22 anni.

Quattro anni di differenza e un nome che conosceva fin troppo bene, era il figlio dello sceriffo e più di tutti conosceva la tragedia della famiglia Hale.
Aveva incontrato i fratelli Hale quando era piccolo, quando dopo l'incendio avvenuto, i tre erano stati portati alla centrale. Sapeva che se ne fossero andati subito dopo con l'unico zio sopravvissuto e sinceramente, credeva che non avrebbero mai più messo piede a Beacon Hills. Ma Stiles oltre quello non conosceva niente di quel ragazzo e l'unica cosa che in quegli anni non aveva dimenticato, erano stati i suoi occhi verdi. Stiles era uscito e veramente non sapeva come comportarsi, aveva paura che, vista la differenza d'età, non sarebbe stato all'altezza di Derek. Non aveva mai avuto nessuna relazione, niente di niente e non sapeva nemmeno se avrebbe dovuto cercarlo lui oppure aspettare che fosse il maggiore ad andare da lui. Stiles era confuso e suo padre e Scott non fecero domande, portarono il suo migliore amico a casa e quando vide le mura della sua, tirò un sospiro di sollievo.

«Quello è Peter Hale?»

Stiles sollevò lo sguardo, che aveva abbassato poco prima sulle sue mani,

«perché ci sono due Hale davanti a casa nostra Stiles?»

il ragazzo sospirò, non credeva che avrebbe dovuto affrontare quella situazione a pochi minuti dalla scoperta. Pensava che avrebbe avuto almeno il tempo di stare da solo, di riordinare i propri pensieri e avere modo di realizzare che da lì a poco avrebbe dovuto iniziare a frequentare qualcuno che, inevitabilmente, sarebbe diventato parte integrante del suo futuro.

«Salve sceriffo Stilinski, è un piacere rivederla»

i due padroni di casa erano scesi dall'auto, Stiles teneva lo sguardo basso, non avendo il coraggio di guardare negli occhi gli altri due, non voleva affrontare quella situazione.

«Anche per me signor Hale ma mio figlio ha appena scoperto che dovrà frequentare suo nipote e ha bisogno di tempo per assimilare il tutto»

il ragazzo ringraziò mentalmente suo padre e per un breve istante, il suo sguardo incontrò due occhi verdi.
Due occhi che gli fecero battere il cuore furiosamente, tremare le gambe e mozzare il fiato.

«Certamente, l'ho comprendo, Derek ha avuto quattro anni per abituarsi e non metterà fretta a suo figlio»

«pa-ehm papà perché non li invitiamo a bere qualcosa? Mi devo ancora abituare ma mi sembra da maleducati parlare sul vialetto»

suo padre annuì sorpreso, prima di aprire la porta di casa ed essere seguito dai due ospiti, a chiudere la porta fu Stiles.
Il ragazzo camminò verso la cucina, recuperò tre birre dal frigo mettendole su un vassoio con acconto una scodella contenente patatine e noccioline, prima di tornare in salotto.

«Stiles, puoi mostrare a Derek dove si trova il bagno?»

il piccolo annuì, vide il corpo del giovane Hale alzarsi dal divano e seguirlo, deglutì a fatica, muovendosi verso il punto richiesto.

«Ecco qui»

Stiles decise di non tornare dai due uomini, sapeva di essere stato lui ad invitarli in casa ma davvero non voleva che i due li vedessero come maleducati. Solo che Stiles si sentiva a disagio, quel Derek gli aveva fatto provare cose mai sentite prima con un solo sguardo ed era più confuso di prima.

«Non ho mai sopportare il fatto che una macchina decidesse per noi, come può sapere da un paio di dati, chi sarà la persona giusta per noi? Mio zio ci ha trascinati qui quattro anni fa perché ritiene questo passaggio fondamentale. Mia sorella gemella si sta frequentando con un ragazzo con cui andava a scuola, prima chi ci trasferissimo. Non è stati facile per me accettare tutto questo ma ho avuto i miei tempi e i miei spazi perciò ti assicuro che non ti farò pressioni»

Stiles era rimasto fermo davanti alla porta della sua stanze ed era stato riportato alla realtà, quando aveva sentito - per la prima volta - la voce del più grande. L'aveva ringraziato perché aveva veramente bisogno di sentirsi dire quelle cose, almeno ora sapeva che non era l'unico a condividere quel metodo.
Prima di andare via insieme a suo zio, Derek gli lasciò il numero di telefono,

«chiamami quando ti sentirai pronto a conoscermi»

gli aveva detto, Stiles gli regalò un timido sorriso. Il ragazzino ebbe modo e tempo di realizzare ed accettare la situazione, si confrontò anche con suo padre, che gli assicurò che anche lui aveva avuto paura all'inizio. Trascorse del tempo con il suo migliore amico, che lo informò che finalmente aveva avuto il coraggio di baciare Allison. La cosa che lo stupì e gli scaldò il cuore, era che Derek aveva veramente rispettato i suoi tempi e non l'aveva più visto. Fece passare due settimane, prima di tirare fuori dal cassetto, il biglietto con il numero di telefono.

[20:56] Ciao, non so bene cosa scrivere ma sono pronto a passare del tempo con te, quando hai tempo ovviamente SS

[20:57] È un piacere sentirti, preferisci un incontro pubblico oppure solo io e te? DH

[20:57] Per iniziare preferirei avere la possibilità di conoscerti in qualche posto tranquillo, se a te va bene SS

[20:58] Speravo in questa risposta, vengo da te con la colazione verso le otto, poi ti porto in un posto DH

×××

è iniziato finalmente settembre:
addio caldo,
benvenute felpe e giubbetto di pelle.

come state?

-less🐍

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