un nuovo cuore pt. II

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Il dottor Hale aveva appena finito il suo turno, l'ora di cena era passata e sapeva che sua sorella l'avrebbe ammazzato. Le aveva promesso che avrebbero cenato insieme almeno quella sera ma ovviamente il cardiochirurgo aveva avuto un'emergenza. Non poteva tornare a casa a quell'ora, Cora era sicuramente ancora sveglia e lui si sarebbe fatto perdonare il giorno dopo con la colazione e probabilmente un pranzo. Fece l'unica cosa che poteva fare, anche perché non voleva la morte di quel ragazzino sulla coscienza. Fin dal primo momento era rimasto rapito dai suoi occhi e dal suo sorriso, non capendo dove aveva trovato la forza in quegli anni di andare avanti e di non smettere di sorridere. E lui era stato in grado di abbattere la sua speranza solo per egoismo, voleva solo praticare quell'intervento, l'ennesimo della sua carriera. E non aveva badato ai suoi sentimenti, non che prima di allora l'avesse mai fatto con qualche paziente. Era il classico dottore che appena entrava tra quelle mura, spegneva del tutto i suoi sentimenti. All'inizio della sua carriera era empatico e le prime volte, quando perdeva qualche paziente, sentiva qualcosa rompersi. Si era affezionato ad un solo paziente nella sua carriera, una ragazza a cui dovevano sottoporre un Bypass Coronarico. La percentuale della morte durante quell'intervento era solo dell'1% e lei era morta. Derek se n'era innamorato, avevano progettato il loro primo appuntamento e i successivi. E lei se n'era andata, facendo parte di quell'1% e in quel momento Derek si era ripromesso che non si sarebbe più affezionato a nessuno dei suoi pazienti. Ma Stiles, quel ragazzino aveva qualcosa di speciale e aveva risvegliato una parte di lui che credeva morta e sepolta.

«Salve Dottor Hale»

Derek era entrato nella stanza 3670 e per qualche secondo aveva desiderato di trovare il ragazzino addormentato.

«Ciao Stiles, come stai?»

il cardiochirurgo notó subito che Stiles non aveva il suo solito sorriso sul volto. La prima volta aveva commesso l'errore di dirgli del cuore senza nemmeno guardare che fosse adatto a lui mentre la seconda l'aveva informato senza sapere se il cuore fosse ancora utilizzabile.
E aveva visto la luce dei suoi occhi spegnersi e quel sorriso scomparire, aveva smesso di sentirlo parlare con le infermiere, di sentirlo ridere e di trovarlo nell'ufficio di Peter.

«Domani firmerò il foglio per uscire, so che la mia famiglia è contraria ma non voglio più illudermi. Sa che due anni fa, quando ho saputo della mia malattia, ho creato una lista? Con centocinquantaquattro punti da completare, me ne mancano solo quattro. Innamorarmi, perdere la verginità con il ragazzo che amo, andare al college e fare un corso di pasticceria. In realta il primo punto dovrei cancellarlo ormai mentre l'ultimo sono sicuro che riuscirò a eliminarlo prima di morire»

Derek aveva un sacco di domande, ma la più importante era sapere di chi si fosse innamorato. Ma era lì per un motivo ben preciso, prese la sedia posta nell'angolo, portandola vicino al lettino e sedendosi sopra.

«Stiles ascolta, mi dispiace aver incrementato la tua speranza, di averti illuso e di aver commesso quest'errore. Desideravo solo fare quest'intervento per salvarti la vita, solo per egoismo, solo per riuscire a diventare primario di chirurgia. Ma poi ho compreso che un vero medico non si comporta così, ogni giorno, entrando in questo ospedale, mi prometto di lasciare fuori i miei sentimenti. Semplicemente perché ho paura di affezionarmi a pazienti che potrebbero morire e sentire così una parte di me, morire con loro. Ho smesso di avere speranza, ho smesso di credere alle seconde possibilità ma tu mi hai fatto capire che c'è molto di più della scienza»

Stiles sorrise, appoggiando una mano su quella dell'uomo

«sa cos'ho pensato quando è venuto qui la seconda volta e mi ha detto che non avrei avuto quel cuore? Che forse doveva andare così, forse questo era il mio destino e io dovevo andare da mia madre. Ma questa notte, mi è successo qualcosa di strano, ho sognato la mia mamma e lei mi diceva che dovevo lottare perché c'era qualcuno che aveva bisogno di me. Onestamente non so se fosse vero o semplicemente il frutto della mia immagine ma mi piace pensare che fosse tutto vero. Così mi sono promesso che se lei fosse entrato in questa stanza entro la fine della giornata, io mi sarei operato».

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