🖤𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 21:

467 24 25
                                    

Questa mattina mi sono svegliato preso per andare al lavoro, indosso un paio di jeans accompagnati da un maglione beige insieme ad un blazzer color legno.

Mi guardo allo specchio e sospiro, il maglione mette quasi in risalto il mio piccolo rigonfiamento sulla pancia.

"Come sto?" domando a Kotaro che si sta vestendo insieme a me.

"Bene..." mi risponde con sguardo innamorato.

"Speriamo che il mio capo non mi dia brutte notizie...Non voglio dover scegliere tra la mia carriera ed i miei figli..." e mi deprimo.

Kotaro mi viene incontro e mi cinge i fianchi.

"Tranquillo, non dovrai farlo...
i tempi sono cambiati e non dovrai farlo, te lo assicuro..." e mi bacia la guancia.

Voglio essere fiducioso.

"Hai ragione..." poi faccio scivolare le sue mani dai miei fianchi alla mia pancia, adoro quando lo fa.

---------------------------------------------------

Una volta posteggiata la macchina mi dirigo verso il mio ufficio, con la valigetta coi miei documenti per il lavoro in una mano e la schiscetta con dentro il pranzo nell'altra.

Una volta dentro, mi sento piombare addosso gli sguardi di tutti, altri iniziano a bisbigliare.

A testa bassa, prendo l'ascensore e mi dirigo verso la mia scrivania, di fronte ad essa quella della persona più odiosa al mondo, Fumio Okada.

Mi siedo, accendo il computer e mi metto subito all'opera.

Tiro dritto per tre ore di fila senza staccare un attimo lo sguardo dallo schermo.

Mi fanno male gli occhi, ma voglio continuare, devo dimostrare che anche se sono incinta posso lavorare lo stesso, quasi mi sento in colpa per esserlo, come se avessi commesso un crimine.

Ma io non ho fatto niente di male, sono anni che gli omega lavorano in ambiti molto vari, non possono farmi niente.

Mentre batto i tasti con le dita, noto il riflesso del mio odioso collega dietro di me.

Chiudo immediatamente la pagina di word, non voglio che mi copi il mio lavoro.

"Hey...continua a scrivere...sei qui per lavorare, o no?" mi riprende in maniera sarcastica.

Non lo ascolto, mi tolgo gli occhiali e mi strofino gli occhi, cacchio se mi fanno male, credo che mi sia pure venuto il mal di testa.

"A proposito, congratulazione, di quante settimane sei?"

Sono di otto settimane, ma non glielo dico, lo fa solo per stuzzicarmi.

"Sei stato tu e dirlo in giro che ero incinta?" gli domando con calma, o meglio cercando di tenere la calma.

"Cosa te lo fa pensare?" inizia lui appoggiandosi alla mia scrivania con fare superiore.

Non lo guardo negli occhi, mi fa troppo schifo.

"Vediamo...forse perchè io sono un Alpha e merito di più il tuo lavoro?"

Che nervoso, che nervoso.

"Non c'entra il fatto di essere Alpha o meno, me lo sono guadagnato il mio lavoro..." rispondo con calma.

Si appoggia di più alla mia scrivania, il suo viso è a pochi centimetri dal mio.

"Sei solo un inutile omega, merito di più io il tuo lavoro, sono migliore di te..."

Tremo, le sue parole sono taglienti e perfide.

"Voi omega siete solo capaci di farvelo mettere nel culo da un Alpha, siete fatti solo per quello..."

"Non è vero!" sibilo tremante.

"Ora che sei incinta dovrebbero solo licenziarti, saresti solo un inutile peso morto..."

La sue parole mi colpiscono dritte dentro, malefiche e cattive.

Quasi mi fa pentire di essere incinta, i miei due piccolini...

I suoi feromoni sono minacciosi e la sua presenza mi fa sentire piccolo ed indifeso, come una animale che cerca di proteggere la prole.

Il freddo mi assale, percorre velocemente tutta la mia spina dorsale e mi provoca brividi di paura e feromoni agitati.

Al momento nel piano ci siamo solo noi due, non c'è nessun altro, sono completamente indifeso.

"Non sono l'unico omega qui dentro..." dico cercando di difendermi.

"Sì, ma solo te porti dentro un bastardino..."

A quelle parole mi offendo ancora di più, i miei due bambini, i miei tesori.

Può insultare la mia carriera quanto gli pare, ma non deve osare a parlare male dei miei bambini.

"Smettila, o ti denuncio alle risorse umane!" esclamo.

"Dovresti denunciare te stesso, "me lo sono fatto mettere dietro dal primo che passava ed ora sono incinta..." dovresti fare così..." mi minaccia.

Faccio per rispondere, ma un'improvvisa nausea mi sale, oddio.

Mi alzo si scatto, ignorandolo e precipitandomi in bagno.

Una volta lì, vomito tutto quello che avevo mangiato a colazione.

Una volta liberato dalla nausea, scoppio in lacrime, mi accascio per terra accarezzandomi la pancia.

Quella non è solo nausea dovuta alla gravidanza, ma anche ansia, quando ero all'università mi capitava spesso di vomitare per l'ansia, erano anni che non mi capitava.

Da quando sono incinta non mi ero mai sentito dire niente di così cattivo.

Lo odio, lo odio.

Ha descritto i miei due bambini come un problema ed una sottospecie di triste cancro che mi controlla da dentro.

"Piccolini, non permetterò che vi trattino mai così, mai più..." gli sussurro, poi mi calmo anche io.

Esco dal bagno e mi sciacquo il viso, per poi dirigermi verso l'ufficio delle risorse umane.

Sono stufo del suo atteggiamento dei miei confronti, è ora che lo faccia smettere.

🦉"𝙼𝚢 𝙵𝚊𝚖𝚒𝚕𝚢"🦉🖤𝙱𝚘𝚔𝚞𝚊𝚔𝚊 𝙾𝚖𝚎𝚐𝚊𝚟𝚎𝚛𝚜𝚎🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora