🖤𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 23:

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Passa una settimana, ed ora sono di nove settime, ed oggi è  Kotaro ad accompagnarmi al lavoro.

"Ciao amore, ci vediamo stasera..." lo saluto scoccandogli un bacio sonoro sulle labbra.

"Ci vediamo stasera..."

Scendo tutto contento, dopo i vari chiarimenti del caporeparto sono più tranquillo, e vado al lavoro senza ansia.

I miei colleghi mi fanno spesso domande sulla mia gravidanza, un po' incuriositi, soprattutto gli altri omega.

Non la sento più addosso tutta quella discriminazione che mi sentivo addosso prima.

All'ingresso non trovo nessuno, in effetti sono in anticipo di mezz'ora.

Mentre mi avvio verso l'ascensore noto Okada che poggiato davanti al pulsante di chiamata dell'ascensore.

"Puoi spostarti? Dovrei salire..." dico con fare gentile.

Lui alza lo sguardo, come se mi
volesse sfidare.

"Mi hai segnalato alle risorse umane?" mi domanda con fare scortese.

"Dovevo, mi hai minacciato! Ed ora se non ti dispiace devo andare al lavoro..." faccio per premere il bottone ma lui mi prende per un polso.

"Chi ti credi di essere?!" esclamo cercando si liberarmi.

Ma lui mi spinge contro il muro, bloccandomi anche l'altro polso contro il muro.

"Lasciami stare!" grido nella speranza che qualcuno mi senta.

"Sei solo un'inutile omega, non ti hanno ancora licenziato?" mi domanda minaccioso.

Non gli rispondo.

"Ah...quindi hai fatto il leccaculo col capo ed hai tenuto il lavoro?"

La sua voce è sempre più crudele e minacciosa.

"Lasciamo andare!" grido.

"Smettila! Ti credi tanto superiore a me?! Sei uno stupido omega!"

Mi spinge ancora di più contro il muro, fa male.

"Ho i tuoi stessi diritti! Sarò anche un omega ma-"

Non finisco di parlare che grida.

"Taci! Quel lavoro spettava a me! Voi omega siete inferiori ma non lo volete capire!
Ed il fatto che tu sia incinta dimostra solo che ho ragione!"

Provo a gridare, ma non ci riesco, lo vedo chiudere le dita a pugno, non vorrà mica...

"Dovrai pagare per la tua insolenza nei confronti di uno che è superiore a te!"

Tutto! Tutto ma la pancia no!

Non voglio, lasciami stare, non farmi del male!

Sta per colpirmi, lo sento, ma non riesco a gridare, ho troppa paura.

Poco prima che sferri il suo pugno, il suo viso viene colpito da un altro pugno, che lo fa cadere per terra.

"Kotaro!" grido.

"Keji! Tutto bene?!" esclama.

"Che ci fai qui?" gli domando.

"Avevi dimenticato il pranzo in macchina..."

"Kotaro..." e lo abbraccio.

"Hey! Chi cazzo sei te?!" grida scazzato l'altro Alpha.

"Sono suo marito!" grida a sua volta Kotaro mettendosi davanti a me, proteggendomi.

"Ah...quindi te sei il padre dei due bastardini?" domanda con fare di sfida lui.

"COME OSI?!" grida il mio compagno.

Prima che possa avvicinarsi sferra un pugno nello stomaco
al mio compagno, che sarebbe dovuto andare a me.

"Kotaro!" lui si accascia per poco a terra, tenendosi lo stomaco dolorante.

"Fatti sotto, idiota..." lo sfida Kotaro.

Non ce la faccio a guardare, scappo e vado a chiamare la sicurezza.

Una volta arrivati lì, sono ancora lì che si picchiano, non è la prima volta che vedo due Alpha litigare, ho assistito a risse peggiori negli anni passati.

I due della sicurezza riescono a dividerli, Kotaro ha un occhio nero e continua a tenersi lo stomaco.

Poco dopo arriva anche il caporeparto che convoca Okada nel suo ufficio.

"Kotaro..." lo abbraccio.

"Keji..." e mi stringe a sé.

"Mi dispiace..." e mi metto a piangere.

"Non importa Keji, l'importante per me è che tu stia bene..."

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Qualche giorno dopo i miei colleghi mi annunciano che Okada è stato licenziato, con grandissimo sollievo mio e di molti altri, a quanto pare non stava simpatico a moltissime persone.

Quella stessa sera Kotaro ha ancora l'occhio nero, anche se il dolore allo stomaco non ce lo ha più.

Entrambi sdraiati sul letto ci coccoliamo a vicenda, nonostante sia ancora dispiaciuto per quello che è successo.

"Hai ancora l'occhio nero..." dico accarezzandoglielo.

"Tranquillo, andrà via in un paio di giorni..." mi tranquillizza.

"Quel pugno era diretto a me... avrei dovuto prenderlo io..." mormoro con orrore.

"Non lo avrei mai permesso..." e mi accarezza la pancia, già più grossa.

"Mi dispiace lo stesso..." mi appoggio al suo petto.

"Vi proteggerò sempre...voi tre siete le persone più importanti che ho..." e mi bacia la fronte.

"Siete la mia famiglia..."

🦉"𝙼𝚢 𝙵𝚊𝚖𝚒𝚕𝚢"🦉🖤𝙱𝚘𝚔𝚞𝚊𝚔𝚊 𝙾𝚖𝚎𝚐𝚊𝚟𝚎𝚛𝚜𝚎🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora