Apro la porta del bar e sento il solito campanellino suonare sopra la mia testa.
Tra qualche giorno ho un esame e io devo assolutamente finire di studiare. Ho bisogno di fare rifornimento di caffè prima di andare in biblioteca e maledire Andrew in tutti i modi. Perché si, l'esame che dobbiamo dare è della sua materia, e lui sa che io e Jackson stiamo impazzendo per lo studio, così continua ad inviarci foto di lui sulla spiaggia o di lui che si rilassa.
Oh Andrew, giuro che mi vendicherò.
So dove abiti.Mi siedo ad un tavolo e ordino un cappuccino con una brioche, e mentre aspetto che il cameriere torni con il mio ordine, controllo di aver preso tutto ciò che mi serve per studiare.
Quando alzo gli occhi e guardo fuori dalla vetrina del piccolo bar dove vengo spesso, riconosco la persona che è in piedi dall'altra parte della strada. Si tratta di Benjamin. Quando sto per alzare il braccio e salutarlo, vengo distratta dal cameriere. «Ecco a lei, signorina. Cappuccino con brioche vuota.»
«Grazie.»
Mi giro per salutare il mio compagno di corso, ma non lo vedo più sulla strada. Scruto bene l'area, eppure sembra sparito nel nulla.
Magari era di fretta.
Consumo velocemente il mio ordine e vado alla cassa a pagare.
Esco dal bar e alzo lo sguardo verso il cielo. Nuvoloni grigi ricoprono la città, e il buonissimo odore di pioggia che c'è nell'aria fa presagire una bella diluviata.
Dentro di me spero con tutta me stessa che Andrew si trovi in spiaggia. Magari addormentato, così da non vedere il cielo annuvolato e magari svegliarsi a causa dell'acqua.
Sto davvero odiano il mio vicino in questi giorni.
Vado verso l'auto e spero che venga a piovere quando sarò già in biblioteca.
Salgo in auto e guido, e una volta arrivata a destinazione il silenzio mi avvolge.
Mi guardo intorno alla ricerca di un tavolo vuoto e un po' isolato, e noto che molte persone presenti le ho viste almeno una volta nell'aula di Andrew.
Mi alletta l'idea di organizzare un piano malvagio verso il mio vicino, coalizzandomi con gli altri studenti, però non ho abbastanza tempo per farlo. Magari ci penserò a esame finito.
Scovo un angolo libero e mi ci avvicino camminando in fretta. Preparo la postazione tirando fuori il computer, i libri e le fotocopie degli appunti di Jackson uniti ai miei.
Viviamo giusto un po' in simbiosi.Vado avanti a studiare, maledicendo Nora che mi impedisce di concentrarmi a casa a causa della sua presenza.
Passano quasi quattro ore e decido di prendermi una pausa, o finisco per tentare il suicidio.
Ma perché mi riduco all'ultimo?
Decido di girovagare un po' tra gli scaffali, guardano i libri presenti su di essi.
Trovo un libro dal titolo interessante posto su uno degli scaffali più in alto, così mi allungo per cercare di afferrarlo e leggerne la trama. Nonostante sia sulle punte e stia allungando il braccio destro mentre mi tengo col sinistro, non riesco comunque ad arrivarci.
La bassezza l'ho presa da mia madre.
Agito ancora le dita, senza però risolvere nulla, finché nella mia visuale non entra un braccio che arriva al libro e lo afferra.
Mi giro e vedo Benjamin davanti a me che mi porge il libro. «Ti ho vista in difficoltà.»
«Grazie.» Afferro il libro dalle sue mani. «Prima ti ho visto davanti al bar qua vicino, come mai te ne sei andato subito? Stavo per offrirti un caffè.»
Ben mi guarda serio. «Io non ero vicino al bar.»
Aggrotto le sopracciglia. «Ne sei sicuro? Perché sono piuttosto certa che fossi tu. Sono sicura di non essere miope» dico scherzando.
Lui non sorride. «Ne sono sicuro.»
Faccio un sorriso forzato, un po' inquietata dalla sua serietà. «Okay... Beh, io torno a studiare per, sai, il test che abbiamo tra qualche giorno...»
Lui continua a rimanere impassibile.
«Grazie per questo» concludo, alzando le braccia per mostrare il libro che tengo tra le mani.
Sorrido un'ultima volta e torno alla mia postazione, pronta a riprendere psicologia. Prima di iniziare mi giro verso gli scaffali di prima, ma non c'è nessuno.
Evidentemente era anche lui qua per studiare ed è tornato sui libri.
***
Sto guidando diretta verso un ferramenta. Mio padre ha avuto la brillante idea di affidarmi questa commissione in un posto mai visto.
Io dico, ma la conosce sua figlia?
Gli sembro una persona affidabile a cui dare questi compiti?Ovviamente mi sono affidata a Google Maps per cercarne una nella mia città, perché non ho idea di dove trovarla.
Una volta arrivata giro un po' per il negozio in cerca di quello che serve a mio padre.
Guardo tra i vari attrezzi, trovando quello che cercavo, quando mi scontro con qualcuno. Mormoro uno «scusa» prima ancora di alzare lo sguardo. Appena lo faccio rimango leggermente impietrita. «Benjamin...? Inizi ad inquietarmi.»
Lui aggrotta le sopracciglia. «Non vedo perché dovrei.»
Faccio una risata nervosa e faccio un passo indietro per mantenere un po' di distanza. Ed è qui, che mi pento di aver visto tutti quei documentari sugli psicopatici stalker.
«Forse perché mi stai seguendo?»
«Io non ti sto seguendo.»
«Ehm si, ti ho visto davanti al bar e in biblioteca. E se queste potevano essere coincidenze, averti incontrato qui non lo è. Non se è la terza volta in un giorno. Non è più una coincidenza.»
Ben sorride. «Ivy, il troppo studio fa male, sai?»
Lo guardo male. «Forse sono un po' paranoica a causa di una battuta che Jackson mi ha fatto tempo fa, ma resta il fatto che oggi mi stai inquietando.»
«Non pensi di esagerare?» Ben alza un sopracciglio.
«Forse.» Faccio un altro paio di passi indietro. «Fatto sta che ora me ne vado. E se ti incontro ancora un'altra volta oggi, sappi che questa volta nessuno ti salverà da ricevere il mio pugno. Così, giusto per dire.»
Mi allontano in fretta da lui e vado a pagare.
Non entrerò mai più in una ferramenta.
Mai più.Torno in fretta a casa, e spesso mi sono guardata alle spalle con una strana inquietudine addosso.
Maledetti documentari.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del personaggio di Benjamin e se vi siete fatti delle teorie.
È un personaggio che è stato introdotto nel capitolo 11, riapparso qualche capitolo dopo e lasciato da parte per un po', ma non per questo non importante.Se avete una qualsiasi teoria, scrivetela nei commenti perché voglio vedere se qualcuno ci arriva anche solo un minimo vicino.
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Ti giuro che non sono una psicopatica
Teen FictionIvy Jane è una ragazza di ventidue anni un po' fuori dagli schemi. Con una madre convinta che praticare l'arte orientale del Feng Shui sia la soluzione a tutti i problemi della famiglia e un padre che ogni mattina si mette ad urlare contro il cane d...