44 | ᴠᴀᴅᴏ ᴀ ᴘʀᴇᴘᴀʀᴀʀᴇ ᴅᴇɪ ᴅᴏʟᴄɪ ᴀʟʟᴀ ғᴇʟɪᴄɪᴛà.

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Ian

Mia madre ha rapito mia cugina perché ha avuto la pazza idea di volerla uccidere.
Cose che si vedono tutti i giorni, no?

La cosa più assurda è che lo abbiamo scoperto da un messaggio su Instagram da parte di un certo Benjamin. Pensavo che fosse uno scherzo fatto da Ivy, la cosa non sarebbe stata poi così assurda, ma questo ragazzo aveva detto che mia madre l'aveva pagato per seguire mia cugina... Insomma, è una cosa così da lei.

Onestamente non so come sentirmi, mia madre è andata completamente fuori di testa. Cioè, lo era già, ma pensare di uccidere sua nipote? Decisamente eccessivo.

L'unica cosa che mi interessa al  momento è che Ivy torni sana e salva a casa. Una volta letto il messaggio, Jackson e io siamo corsi dai miei zii e abbiamo spiegato la situazione, e lo zio ha subito chiamato la polizia.

Degli agenti erano venuti a casa e ci avevano chiesto se davvero la donna, ovvero Nora, potesse far del male a qualcuno della sua famiglia, e c'è stato un coro di talmente convinto da aver spinto gli agenti ad agire subito e andare a controllare l'indirizzo che Benjamin aveva scritto nel messaggio.

I miei zii sono andati con gli agenti, mentre io e Jackson siamo qua a casa in attesa di notizie.

Siamo in salotto. Mentre io sono seduto per terra con la schiena appoggiata al divano, il migliore amico di mia cugina non la smette nemmeno per un secondo di camminare avanti e indietro sul tappeto.

«Smettila. Se continui così gli zii troveranno un cratere al loro ritorno» dico, iniziando ad avvertire un forte mal di testa a causa dell'ansia e di tutto questo movimento.

«Potranno farsi un idromassaggio dentro casa, dirò che è il mio regalo di Natale.» Agita una mano in aria come per intendere che le mie parole sono qualcosa di poco conto.

Alzo gli occhi al cielo e continuo a guardarlo. La sua agitazione sta facendo stare peggio me. Gli zii non ci hanno ancora scritto nulla e mia madre è talmente imprevedibile che non saprei nemmeno dire se ha abbastanza coraggio da portare a termine quello che ha intenzione di fare oppure no.

Vedendo Jax continuare a camminare, mi alzo con uno sbuffo e vado in cucina, aprendo lo sportello dove la zia tiene gli ingredienti per i dolci.

Insieme alla busta di erba, trovo anche delle canne già fatte, così decido di prenderne una. L'accendo usando il fornello e poi aspiro, sperando che mi rilassi in fretta. Poi vado in salotto e la passo a Jackson.

«Vedi di fumarla o giuro che ti colpisco in testa fino a quando non perdi i sensi» gli dico, usando vagamente un tono minaccioso.

Lui alza gli occhi al cielo. «Tu si che sai come consolare le persone.»
Nonostante le sue parole, prende la canna e inizia a fumare pure lui, sedendosi per terra.

Continuiamo a fumare, passandoci la canna, fino a quando non la terminiamo.

Jackson mi guarda sorridendo. «Mi sento su una nuvola.»

Scoppio a ridere. «Incredibile, hai passato anni in questa famiglia eppure non reggi della marijuana terapeutica.»

Jackson si imbroncia. «Eddai, non dire così.» Poi mi guarda per qualche istante, stando completamente in silenzio.

Ti giuro che non sono una psicopaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora