Le mie chiappe si gelano mentre sono seduta sulla spiaggia. Jenna è accanto a me, con lo sguardo rivolto verso il mare mosso.
Ha insistito tanto per parlare, al punto di ammanettarmi a lei, letteralmente, e ora non dice niente.
Guardo risentita il cerchio di metallo ricoperto di piume che circonda il mio polso destro e che mi tiene legata alla stronza accanto a me. Non voglio sapere se queste manette le ha già usate con qualcuno.
Mi ha trascinata sulla spiaggia quasi mezz'ora fa e, mentre lei è stata in silenzio, io ho meditato sulla possibilità di staccare le piume dalle manette che mi ha messo, ficcargliele in gola e poi trascinarla in mare tirandola dai capelli. Se non fosse che non ho idea di dove siano le chiavi delle manette, il suo corpo sarebbe già disperso e io sarei da Jackson a raccontare la mia giornata assurda.
Insomma, quante probabilità c'erano che la segretaria del mio vicino di casa fosse proprio la mia ex migliore amica?
Spazientita da questa perdita di tempo, decido di rompere il silenzio. «Pensi di dire qualcosa o devo annegarti in mare?» Brava Ivy, mostrati forte. Non farle credere che averla rivista ti ha fatto male.
«Vorresti andare in giro trascinandoti appresso un cadavere?»
«Potrei sempre ispirarmi a Merle Dixon. Con la differenza che taglierei il tuo polso, per poi gettarlo via una volta rotte le manette con delle tronchesi.»
Jenna fa una smorfia, ricordando la scena della serie a cui ho fatto riferimento. The Walking Dead non è esattamente una serie per deboli di stomaco.
«Okay, ci sono» mormora, come a darsi forza. Fa un respiro profondo e si gira verso di me con tutto il corpo. «Ho bisogno di parlarti di quello che è successo anni fa.»
Il mio cuore perde un battito, e una familiare sensazione di panico arriva a farmi compagnia. «A cosa ti riferisci, esattamente? Al fatto che ti sei scopata il mio ragazzo? Che quando sono andata a casa sua per fargli una sorpresa vi ho beccati insieme? Che alla fine la sorpresa l'avete fatta voi a me?» dico, girandomi finalmente a guardarla.
Jenna non riesce a sostenere il mio sguardo, così abbassa gli occhi e osserva la sabbia. «Non l'ho fatto con piacere» mormora.
«Dici? Dai versi che avevo sentito non direi la stessa cosa» faccio, sprezzante.
«Ѐ colpa di tua zia.»
«Sì, mia zia mi ha detto che ti ha pagata. Cosa non si fa per soldi, eh?»
Jenna alza di scatto la testa. «Cosa? Non mi ha pagata, mi ha minacciata.»
Aggrotto le sopracciglia. Non mi aspettavo questo risvolto, ma non sono nemmeno così sconvolta da quello che ha detto di mia zia. «Spiegati meglio.»
«Prima di quello che è successo, tua zia è venuta un pomeriggio a casa mia. Mio padre lavorava fino a sera, quindi durante il giorno ero sempre da sola a casa. Si è presentata senza preavviso dopo qualche mese da quando tuo papà l'aveva cacciata la prima volta. Ero sorpresa, sia perché non aveva senso fosse a casa mia, sia perché non sapevo fosse in città. Quando arrivava tu scrivevi sempre sul gruppo che avevamo io, te e Jackson. Le ho chiesto cosa volesse, e lei mi ha detto che dovevo scoparmi il tuo ragazzo e farmi beccare da te, perché sapeva che una cosa del genere ti avrebbe fatto soffrire. Ricordo che sono scoppiata a ridere. Ho riso talmente tanto che le ho detto di aspettare un attimo sul portico perché dovevo andare a fare pipì. Quando sono tornata le ho detto di andarsene fanculo e che ti doveva lasciare in pace. Stavo per chiudere la porta, quando mi ha minacciata. Ha detto che la banca dove lavorava mio padre apparteneva a suo marito, e che bastava una chiamata per farlo licenziare. Ivy, non volevo tradirti, e soprattutto non in quel modo orribile. Sai quanto odio i tradimenti dopo quello che mia madre ha fatto a mio padre. Ma lui era mio papà, capisci? Era già stato difficile per lui riprendersi dopo mia madre, non poteva perdere anche il lavoro. Non quando continuava a fare turni extra per potermi mandare al college. E mi ha detto che se avessi fatto esattamente quello che avrebbe detto, mi avrebbe dato addirittura dei soldi.»
Jenna si interrompe, una lacrima le attraversa la guancia sinistra. Io sono immobile, paralizzata, ma non dico niente perché sento che c'è dell'altro.
«Sono rimasta immobile sulla porta di casa, mentre lei mi dava istruzioni. Poi se n'è andata. Mi avevi raccontato di cosa era in grado di fare tua zia, quindi sapevo che le sue minacce non erano finte.» Chiude per un attimo gli occhi, come se ricordare quello che ha fatto le procurasse dolore fisico. «Mi sono finta malata con te e Jax e sono rimasta chiusa in casa per due giorni. Poi ho chiesto a Thomas di vederci senza dire niente perché dovevo parlargli urgentemente. Gli ho raccontato dell'incontro con tua zia, e lui mi ha detto che lo stesso giorno quella stronza aveva fatto visita anche a lui. L'ha minacciato di fare in modo che venisse tolta a suo fratello la borsa di studio per Yale. Eravamo a pezzi, Ivy, ma non avevamo scelta. Non potevamo dirti nulla o le sue minacce si sarebbero avverate. Era stata chiara. Così ci siamo organizzati. Lei ci aveva parlato di una sorpresa che volevi fare a Thomas. Quel pomeriggio non abbiamo fatto sesso. Eravamo in intimo sotto le coperte e i versi che sentivi erano di un porno che abbiamo collegato alla cassa. Non ce l'avremmo mai fatta a tradirti davvero. Avrei voluto spiegarti tutto subito, ma tua zia ci è stata col fiato sul collo per un po'. Quando ci ha dato tregua era ormai troppo tardi. Tu e Thomas vi eravate lasciati e io avevo perso te e Jax. Ho provato a parlarvi, ma giustamente non volevate avere più niente a che fare con me. Me ne sono andata in un'altra città per qualche anno, e sono tornata solo da qualche mese. Volevo cercare te e Jax appena sono tornata, ma ho sempre avuto paura. Oggi non mi aspettavo di vederti. Non avevo idea che te e Andrew vi conosceste. Quando ti ho vista mi sono detta "Vai Jenna, ora o mai più. Se non sarà Ivy a farti fuori allora sarà la tua ansia". Certo, avrei preferito parlarti con più calma e senza amanettarti a me con delle manette per il sesso, ma quando mai siamo finite in situazioni normali insieme?»
Io sono completamente sotto shock.
Jenna mi guarda, mentre si asciuga le lacrime. «Ivy, ti prego di' qualcosa. Mi sei mancata moltissimo in questi anni.»
«Quella stronza è a casa mia, in questo periodo.»
Jenna sgrana gli occhi. «Nora?»
«Già.» Nella mia mente pregusto già il momento in cui il mio pugno entrerà in contatto con la sua faccia.
Mi alzo di scatto dalla sabbia e obbligo Jenna a seguirmi dato che siamo ancora amanettate insieme. «Vieni, andiamo a fare una rissa. E passami il telefono, devo avvisare assolutamente Jax.»
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Ti giuro che non sono una psicopatica
Teen FictionIvy Jane è una ragazza di ventidue anni un po' fuori dagli schemi. Con una madre convinta che praticare l'arte orientale del Feng Shui sia la soluzione a tutti i problemi della famiglia e un padre che ogni mattina si mette ad urlare contro il cane d...