Non volendo fare colazione con mia zia nella stessa stanza, sono rientrata in casa per prepararmi e andare da Jackson. Prima o poi gli farò una statua per tutte le volte in cui mi sono presentata senza preavviso e lui mi ha accolto senza problemi.
Premo il dito sul campanello e attendo il mio migliore amico. «Ciao rana zoppa delle terre aride» lo saluto.
Jackson mi guarda stralunato. «Cosa?»
«Sono venuta qua a piedi e nel frattemo mi sono messa a cercare il tuo nome indiano. Prendendo la prima lettera del tuo nome, la prima lettera del tuo cognome e il mese in cui sei nato, tu sei rana zoppa delle terre aride.»
Jax si fa lentamente di lato per farmi entrare in casa e non mi toglie gli occhi di dosso mentre mi fissa perplesso. «Ivy...»
«Dimmi rana zoppa.»
«Hai dimenticato "delle terre aride".»
«Hai ragione, riformulo. Dimmi, rana zoppa delle terre aride.»
Jackson si massaggia la fronte mentre mi segue in camera sua. «Tua madre ha fatto un dolce e tu lo ha mangiato?»
«No, appena sveglia ho fumato una canna con mia madre.»
Jax apre e chiude la bocca un po' di volte, ma non emette alcun suono. Io nel frattempo mi tolgo le scarpe e mi sdraio comodamente sul suo letto.
«Cosa mi sono perso?» dice infine, raggiungendomi e sdraiandosi accanto a me.
«Oh, niente di che. Solo Nora e l'impossibilità di commettere un omicidio in modo legale. E mamma che mi ha suggerito di tornare da uno psicologo e mi ha consigliato di andare da Andrew.»
«Nella sua stranezza ha tuttavia un senso. Anche se con lui siamo prima andati a ballare.»
«Ma perché dovrei tornare da uno psicologo? Alla fine le cose che ho le so già: ansia generalizzata che comporta attacchi di panico, complesso d'inferiorità, istinto omicida...»
Jax mi guarda divertito. «Psicopatia...»
Guardo malissimo il mio migliore amico. «Io non sono una psicopatica.»
Jackson alza un sopracciglio. «Scommettiamo?»
Si alza dal letto e si avvicina alla scrivania. Non capisco cosa sta prendendo fino a quando non torna a letto con il suo telefono in mano.
«Cosa stai facendo?» chiedo confusa. È da un po' che cerca qualcosa e non parla.
«Sto cercando un test online affidabile.»
Mi metto a sedere sul letto e prendo il cuscino che avevo sotto la testa per colpire il mio migliore amico. «E tu vorresti capire se sono una psicopatica da un cavolo di test online?» chiedo tra una cuscinata e l'altra.
Jax riesce ad afferrare il cuscino e a bloccarmi. «Oh, io so già che tu sei una psicopatica, il test online sarà solo una conferma.»
Lo guardo male, ma lui mi ignora e rimette il cuscino con cui lo stavo colpendo a posto. Mi risdraio e aspetto che trovi un sito affidabile per fare questa cavolata.
«Okay, ci sono.» Jackson si mette seduto in modo da non farmi vedere lo schermo del telefono. Io prendo anche il suo cuscino e lo sistemo dove c'è la testiera del letto, in modo da essere seduta di fronte a lui e avere le gambe stese.
«Allora, per ogni domanda che ti faccio tu hai quattro opzioni per rispondere: mai, qualche volta, spesso e sempre.»
«Okay... Quindi finito questo test saprò se sono psicopatica?»
«Non proprio, questo test serve a misurare varie cose: ansia, paranoia, psicopatia, sociopatia e depressione.»
«Mh, iniziamo, dai. Vediamo se finisco a Eichen House.»
«Prima domanda: hai mai pensato di uccidere qualcuno?»
«Si parte subito col botto, vedo. Metti "spesso".»
«Io avrei detto "sempre", però se tu vuoi mettere "spesso" va bene...» borbotta Jax, e io gli lancio un'occhiataccia.
«Continuiamo, ti sei mai sentita seguita da qualcuno?»
La mia mente pensa subito a Benjamin, e mi rabbuio. Jax mi guarda in attesa di una risposta, così scrollo le spalle come se con questo gesto volessi allontanare da me questo pensiero e mi affretto a rispondere. «Qualche volta.»
«Hai mai sentito ansia per situazioni in cui di solito non se ne ha?»
«Sempre.»
«Ti fidi di tante persone?»
«Mai. Basta vedere che di amici ne ho pochi e tu sei l'unico di cui mi fido ormai.»
Jackson mi fa l'occhiolino. «Questo perché sono fantastico.»
Alzo gli occhi al cielo sorridendo. Che idiota.
«Hai mai passato intere giornate ignorando tutti e stando a letto?»
«Mai.»
Continuiamo così per altri più o meno cinque minuti, quando Jax finalmente dice che il test è finito. Attendiamo qualche secondo per vedere il risultato e il mio migliore amico si alza in piedi.
«Pronta?»
Faccio un cenno con la testa e aspetto che mi legga i risultati di questo sicuramente affidabile e sicuro test.
«Allora, partiamo dall'ansia: il livello è 91% su una media del 67%.»
«Che avevo l'ansia già si sapeva» borbotto.
Jax mi ignora e continua a leggere. «La paranoia è 84%.»
«Su una media del?»
«41%. Poi c'è quello che aspettavamo: la psicopatia. 79%. Sinceramente mi aspettavo un livello più alto, però considerando che la media è del 36%... Direi che avevo ragione.»
«Rimango dell'idea che non sono psicopatica.»
«Ivy...» inizia Jackson.
«Te lo giuro!» esclamo. «Ti giuro che non sono una psicopatica.»
«Negare di essere psicopatica non ti renderà in automatico sana di men-» viene interrotto dal cuscino che gli ho tirato in piena faccia.
Si schiarisce la voce e va avanti con i risultati. «Sei sociopatica al 79% su una media del 62%. E, per finire, la depressione. 12% su una media del 56%.»
«Beh, dai, almeno non sono depressa.»
Jax mi guarda mentre si avvicina alla scrivania per appoggiare il telefono e poi va lentamente verso la porta. «Però sei una psicopatica e una sociopatica ansiosa.»
Mi alzo dal letto, afferro un cuscino per mano e vado verso di lui pronta a colpirlo, ma Jackson è già corso fuori dalla stanza. Ecco perché si era avvicinato alla porta prima di parlare. Maledetto.
«Dai Jax vieni qui, non ti faccio niente.»
«Non ci credi nemmeno tu mentre lo dici!»
In questi giorni ho fatto una nuova copertina per questa storia, ma sono indecisa se metterla o lasciare quella attuale. Ho fatto anche un sondaggio su Instagram (il profilo è hunter_of_stories_wattpad), però il risultato è stato pari.
Quindi lo chiedo anche qui, preferite la copertina attuale o quella nuova?
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Ti giuro che non sono una psicopatica
Teen FictionIvy Jane è una ragazza di ventidue anni un po' fuori dagli schemi. Con una madre convinta che praticare l'arte orientale del Feng Shui sia la soluzione a tutti i problemi della famiglia e un padre che ogni mattina si mette ad urlare contro il cane d...