Ieri sera Max ed Andrew se ne sono andati poco dopo la partita a Monopoli.
Stamattina ho preparato la colazione a Jax e gliel'ho portata a letto. Era un modo per ringraziarlo.
E poi, chi riuscirebbe a resistere davanti ad un vassoio con un bicchiere gigante di spremuta, che per farlo ho dovuto spremere una roba come dieci arance, dei waffle con Nutella, fragole e panna montata?
Ora sono in macchina, decisa a tornare a casa per affrontare la situazione e per mettere in chiaro che non mi farò mettere i piedi in testa.
Ho girato per un po' a vuoto, fino a quando non mi sono fermata davanti ad un colorificio. Avevo già deciso di voler ridipingere le pareti della mia stanza, perché mi sento male ogni volta che la vedo. Sembra che sia esploso un arcobaleno su quelle pareti.
Così ho deciso di acquistare dei secchi di vernice blu. Non è un blu elettrico o troppo scuro, ma un blu tendente all'azzurro.
L'anno scorso, mentre studiavamo come i colori possono influire sulle emozioni di una persona, ho letto che il blu tende a tranquillizzare e trasmette calma.
Ed io ho bisogno di calma.
Ora sono davanti a casa, mi è già venuto un tic all'occhio sinistro, ho già tirato tre testate al volante facendo suonare il clacson le medesime volte e controllato se ci sono dei voli last minute per il Messico.
Il ritratto della tranquillità, insomma.
Scendo dall'auto e trasporto i secchi di pittura davanti la porta, poi chiudo il bagagliaio dell'auto e inizio a portarli in camera mia.
Quando mi mancano gli ultimi due secchi, sulla scale becco mia zia.
Non aspettavo altro. La sua presenza mi riempie il cuore di gioia e i miei occhi si nutrono della sua bellezza. È così bella da volerla ricordare la sua bellezza. Magari imprimendola sul pavimento. Se la spingessi giù per le scale quante probabilità ho di farla fermare di faccia?
Vabbè, mal che vada la rivolto io come un calzino.
Mi guarda scettica. «Che ci devi fare con quei secchi?»
Sbuffo. «Pensavo di annegare te e tuo figlio nella pittura. Pensa al lato positivo, avrete la trachea e i polmoni come i Puffi.»
«Cosa?» chiede, alzando un sopracciglio. Certo che ha fatto una sciocchezza a depilarle per disegnarle con la mattina, dato che sono completamente oscene.
Sorrido, sorniona. «In che senso cosa. Ho detto che mi servono per ridipingere la camera. Per cosa dovrei usare la vernice se no? Per fare sollevamento pesi?»
La lascio sulle scale confusa. Prima non avrei mai osato risponderle. Ora prenderla in giro potrebbe diventare il mio passatempo preferito.
Entro in camera e mi rendo conto di non aver preso dei rulli e del cellophane per coprire le cose. Mi sa che devo tornare in colorificio. Tanto più lontano sto da sta casa e meglio è.
Mi giro per uscire, quando sulla soglia della porta vedo mio cugino.
Questa è una congiura. Ora faccio una petizione per abolirli e la firmiamo io e le mie numerose personalità.
«Ivy.»
«Ameba.»
«Mi servirebbe un favore» dice.
«Sparisci, prima che decida di sciogliere il tuo corpo nell'acido fino a renderti irriconoscibile.»
Mi rendo conto di quello che ho detto, così faccio due conti mentali e capisco di essere in fase premestruale e non una futura serial killer provetta.
«Tanto la polizia risalirà alla mia identità tramite le mie impronte digitali. Sai, tu vai all'università, pensavo che fossi più intelligente.»
Mi giro a rallentatore verso di lui. «Senti, non so quali problemi abbia il tuo criceto ment-»
Ma lui mi interrompe. «Io non ho un criceto.»
Mi sbatto una mano sulla fronte mentre faccio dei respiri profondi per evitare di strozzarlo qui e ora, ma l'unica cosa che ottengo è il ritorno del tic all'occhio.
«Senti, so che è difficile per te usare quella sottospecie di testa bacata che ti ritrovi, ma nel caso non lo sapessi, ed è evidente che non lo sai, nell'acido le tue impronte digitali scompaiono. Bye bye. Adiós. Sayonara. I serial killer sciolgono le persone nell'acido quando o non vogliono fare ritrovare i corpi e cercano di eliminare il più possibile facendolo sciogliere o quando non vogliono che la vittima venga riconosciuta.»
Mio cugino fa un passo indietro, in modo da essere in corridoio e non più sulla soglia di camera mia. «Giusto una domanda: tu come le sai tutte queste cose?»
Lo fisso annoiata. «Non guardi mai niente su Real Time?»
Lui mi guarda scettico. «Su che?»
«Lascia perdere, il tuo intelletto, sempre se ne hai, è già messo abbastanza alla prova solo stando in una casa con persone intellettualmente superiori, non voglio infierire ulteriormente.»
«Okay...» Ha il coraggio di fare un passo avanti e tornare al punto di prima. «Hai mai usato l'acido su qualcuno?»
Alzo gli occhi al cielo. «Non pensi che sarebbe stupido per un serial killer dichiarare di uccidere?»
Lui rifà un passo indietro. «È una confessione la tua?»
Sorrido di sbieco. «Veramente io ti ho fatto solo una domanda.» Faccio un passo avanti. «Ora, se non ti dispiace io me ne andrei.»
Esco dalla camera e arrivo in cima alle scale, quando lui mi afferra un polso. «Allora?»
Strattono via il braccio dalla sua presa. «Allora cosa?»
«Me lo fai un favore?»
Agito una mano in aria e inizio a scendere le scale. «Sparisci. Vaporizzati. Eclissati. Fai quello che vuoi, basta che mi lasci in pace.»
Lui mi segue. «Guarda che se non lo fai vado dal tuo vicino e gli faccio vedere le tue foto imbarazzanti.»
Mi blocco e mi giro verso di lui. «Mi spieghi che cosa potrebbe fregare al vicino di guardare le mie foto?»
Lui ghigna. «Guarda che l'altro giorno dalla finestra ho visto che vi parlate. Eravate davanti la tua auto.»
Per poco non scoppio a ridergli in faccia, ripensando a cosa ci stavamo dicendo io ed Andrew.
Sono stata sicuramente molto amichevole.
«Senti, fa' un po' come ti pare. Non mi interessa. Se solo credi che ci sia confidenza tra due persone solo perché si parlano allora hai proprio sbandato fuori strada. Anche con la cassiera del supermercato parlo, ma mica ci esco insieme o ho un rapporto.»
Mi giro ed esco definitivamente di casa, e mio cugino non mi segue.
Ho bisogno della camera blu al più presto.
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Ti giuro che non sono una psicopatica
Novela JuvenilIvy Jane è una ragazza di ventidue anni un po' fuori dagli schemi. Con una madre convinta che praticare l'arte orientale del Feng Shui sia la soluzione a tutti i problemi della famiglia e un padre che ogni mattina si mette ad urlare contro il cane d...