01 | è ᴍᴏʀᴛᴏ ɪɴsᴇɢɴᴀɴᴅᴏ ʏᴏɢᴀ.

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Fisso le pareti della mia camera, abbastanza disgustata.

Ogni parete ha un colore diverso, e anche gli angoli sono colorati diversamente.

Mia madre è fissata con il Feng Shui, un'antica arte cinese che consiste nel disporre degli oggetti in modo specifico nella casa.

Ad ogni punto cardinale corrisponde un colore, così mia madre ha trovato simpatica l'idea di far dipingere la mia camera di otto colori diversi.

Perché, ovviamente, è normale per una ragazza di ventidue anni avere la propria camera che potrebbe essere scambiata per quella di Arlecchino.

Nonostante detesti queste pareti, passo più tempo possibile nella mia camera.

L'ultima volta che ho passato il pomeriggio fuori da questa stanza e mia madre era in casa, abbiamo passato il tempo con lei che diceva tesoro, questa pianta alta va ad Est, non a nord oppure tesoro, non spostare quel masso, è nella direzione giusta, se no rischi di irritare i chakra.

Mio padre ormai ci ha fatto l'abitudine, anche se spesso si diverte a spostare gli oggetti per far innervosire la mamma, sperando che in questo modo smetta questa sua fissazione.

Per non parlare dello yoga, che mia madre si ostina a praticare ogni giovedì pomeriggio, obbligando anche me e papà a fare i contorsionisti su uno stupido tappetino di gomma.

Distolgo lo sguardo da quelle, a dir poco orrende, pareti colorate, e prendo il cellulare per scrollare la home di Instagram.

Gente a Ibiza, gente ai Caraibi, gente su uno yacht.

Ed io a casa con mamma e papà.

Che bello quando devi ricominciare l'università tra due settimane circa e le uniche vacanze che faccio io sono a quel paese ogni volta che sono di fretta e attraverso con il rosso, e le persone al volante tirano giù tutti i Santi perché sono costrette a frenare di colpo.

Dopo aver perso più di venti minuti a deprimermi, sento il mio stomaco brontolare, così scendo in cucina a saccheggiare il mobile.

Apro il congelatore e prendo la vaschetta di gelato, prendo il cucchiaio da un cassetto e mi giro pronta a tornare in camera.

Peccato che durante il percorso incontro mia madre, che mi fissa con le braccia incrociate davanti al petto.

Osservo attentamente come scruta il modo in cui sono vestita e il cibo che ho preso, così un pensiero mi attraversa la mente, facendomi venire un brivido freddo lungo la schiena.

Oggi è giovedì.

Mi sorride. «Tesoro, è il momento dello yoga. Metti giù quel cibo.»

Non mi dà tempo di replicare che mi toglie tutto dalle mani e lo rimette al proprio posto, per poi afferrarmi un polso e trascinarmi fino al salotto, dove sei materassini di gomma sono srotolati sul pavimento.

Mi giro verso di lei confusa. «Mamma, perché ci sono tre materassini in più?»

«Ho invitato Malory, la nostra nuova vicina, che a sua volta ha obbligato il marito e il figlio a fare yoga. Il maestro sta per arrivare.»

Sento il campanello suonare, e mia madre mi esorta ad andare ad aprire la porta di casa.

Davanti a me c'è una donna con dei pantaloni attillati giallo fluo e una canottiera arancione.

Sbatto un paio di volte le palpebre, per abituarmi alla vista della donna evidenziatore, e poi mi presento.

«Salve, sono Ivy.» Allungo una mano verso di lei, che me la stringe forte e inizia a scuoterla energicamente.

Ti giuro che non sono una psicopaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora