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*un'altra settimana era passata*

(Peter's pov)
La mia sveglia suonò, obbligandomi automaticamente ad alzarmi.
Un'altra giornata di scuola da affrontare era arrivata.
Mia zia si trovava ancora in ospedale, ma fortunatamente si era svegliata dal coma, ma i miei sensi di colpa erano tantissimi, alla notte dormivo massimo due/tre ore, poi mi alzavo e mi immergevo nei miei pensieri per intere ore, che a me sembrava non passassero mai.
A scuola si era pure venuto a spare che mia zia era in ospedale, ma non dissi niente a nessuno, apparte ai miei amici che gli raccontai tutta la storia.
Non ce la facevo più, ma per mia fortuna avevo ancora i miei amici, gli Avengers, ma sopratutto Rachel che è sempre stata al mio fianco.
Ora ero sicuro di cosa provavo per lei.
Ero innamorato perso di lei, ma non so se lei potrebbe mai ricambiare i miei sentimenti.
Lei è l'unica persona che ogni volta che incrocio il suo sguardo, un brivido inizia a percorrere tutto il mio corpo.
Non mi è mai successo, nemmeno con Liz, con nessuno e mi accorgo che man mano che il tempo passa, pure il sentimento che provo per lei aumenta, ogni giorno di più.
Avrei dovuto lasciare Liz, non potevo più stare assieme a lei!
La nostra era una relazione falsa, perché io non amavo lei.
Glielo avrei detto, ma quando le cose si sarebbero sistemate un po e avrei
ri iniziato a dormire.
Tanto ultimamente non mi guardava neanche e forse era meglio così.

Dopo alcuni minuti rimasto disteso sul mio caldo letto, mi alzai e andai a cambiarmi.
Mangiai qualcosa al volo e poi mi incamminai verso scuola.
Quando arrivai, i miei amici erano già lì, perciò mi diressi da loro, che già chiacchieravano e ridevano.
"Ciao ragazzi!"dissi cercando di non far trasparire le vere emozioni che provo in quel momento ed essere il più naturale possibile.
"Hei Pet!"mi salutarono loro.
Iniziammo a parlare tranquillamente intanto che aspettammo che la campanella suonasse, ma oggi mi sentivo particolarmente osservato.
Mi girai qualche volta, per poi notare che quelli che mi stavano osservando ormai da un po, erano Falsh e il suo solito gruppetto di bulletti, che in tanto che mi guardavano parlavano e ridevano tra di loro...ho come il presentimento che stiano parlando di me!
Non ci feci molto caso e continuai la mia chiacchierata con i miei amici, cercando di evitare il più possibile tutti quegli occhi indiscreti che mi mettevano a disagio.
Entrammo in classe e Liz era già lì.
Mi salutò con una mano e lasciandomi un umido bacio sulla guancia, ma poi io tornai al mio solito posto vicino al mio amico.

Eravamo alla seconda ora, quando ad un tratto, mi arriva sul banco un foglietto accartocciato.
Mi guardo un po attorno prendendo in mano il biglietto, per poi vedere che Flash assieme ad un suo compare ridacchiavano guardandomi.
Mi rigirai e portai l'attenzione su quel foglietto tutto accartocciato, ma quando lo aprì per leggerlo, un nodo mi si formò alla gola.
Il biglietto era di Flash e diciamo che non c'erano parole molto carine.
Su quel biglietto c'era scritto che ero solo un ragazzo inutile, un perdente, che facevo schifo, ma la cosa che mi dava più fastidio era che parlavano di mia zia, dicendo cose ancora peggiori, facendo ipotesi sconce sul perché si trovasse in ospedale, seguite poi da minacce che dicevano che non dovevo avvicinarmi a Rachel, altrimenti mi avrebbero pestato.
Non era la prima volta che bullizavano me, ma con mia zia, avevano superato ogni limite.
Ned, essendo al mio fianco si accorse che il mio sguardo si era incupito.
"Hei bro, stai bene?"mi chiese appoggiando una mano sulla mia spalla.
Accartocciai subito il biglietto, non volevo che Ned lo vedesse e poi lo ritrassi nella mia tasca dei pantaloni, per poi rivolgere un sorriso falso a Ned.
"Si Ned, tranquillo, devo solo prendere un po di aria!"ammisi io, per poi alzare la mano e chiedere il permesso alla prof, di poter andare in bagno.

Corsi subito in bagno con i nervi e le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

Arrivai e mi fionda sul lavandino per sciacquarmi il viso, dopo che mi sono calmato un po alzai lo sguardo sullo specchio di fronte a me e vidi una scritta, fatta con un pennarello nero.
'Sei solo uno sfigato pecora Parker'
Sentì una lacrima iniziare a solcare il mio viso, così decisi di tornarmene a casa.
Presi il mio zaino che avevo lasciato nell'armadietto e corsi fuori in fretta e furia senza avvisare nessuno, volevo rimanere da solo.
Andai in un vicoletto lì vicino abbastanza nascosto e appartato e mi misi subito la mia tuta da spiderman.
Iniziai a dondolare tra i palazzi molto velocemente, non ero mai andato così veloce.
Raggiunsi un palazzo ormai diroccato, ma molto alto e mi sedetti lì a guardare il panorama, da li non mi avrebbe visto nessuno, così tolsi la maschera per respirare meglio e abbandonarmi in uno pianto sfrenato prima di tornarmene a casa.
Guardai quel panorama cercando di rilassarmi e smettere di piangere, ma era troppo.
Mia zia e ora pure Flash, la mia vita era già abbastanza pesante prima, se ora si aggiungono pure quelle teste di cazzo assieme a quel coglione di Flash, io non so come ce la posso fare.
Avevo pensato che si formassero, dandomi un po di tregua, dato che ormai tutta la scuola era a conoscenza di quello che era successo a mia zia, dato che la notizia finì su tutti i giornali, ma mi sbagliavo di grosso.

I miei amici mi chiamarono almeno cento volete, ma io non risposi mai.
Dopo quasi un'ora e mezza che ero sopra a quel palazzo, decisi di tornarmene a casa.
Buttai a terra il mio zaino e piano piano raggiunsi il bagno.
Mi tolsi la tuta ed entrai in doccia, mentre cercavo di farmi scivolare via tutti i pensieri, facendo scorrere l'acqua sul mio corpo, ma ovviamente era tutto inutile.
Uscì dalla doccia, mi misi i boxer dopo essermi asciutto per bene e poi rimasi a guardare il mio riflesso ancora una volta sullo specchio.
I miei occhi erano ancora gonfi e arrossati a causa del pianto, il mio viso era spento e l'unica cosa che trasmettevano i miei occhi in quel momento, era solo un profondo dolore, ma non fisico, ma mentale.
Restai a fissarmi ancora per un po, finché non sferrai un pugno allo specchio, facendolo frantumare in mille pezzi e facendo sanguinare il mio pugno a causa delle schegge.
Scivolai fino a terra inginocchiandomi e abbassando la testa, per poi ri iniziare a piangere per un'altra volta.

Passarono solo cinque minuti e sentì la porta di casa aprirsi di colpo
"Peter!"sentì chiamare il mio nome da quella che credo fosse Rachel.
Ero troppo distrutto per rispondere, perciò mi limitai a rimanere in silenzio in quella bolla di dolore che si era creata attorno a me.
Dopo poco la porta del bagno si spalancò rivelando la figura di Rachel.
Era preoccupata e subito si precipitò verso di me.

(Rachel's pov)
Vidi Peter uscire dalla classe dopo aver chiesto il permesso al professore di andare al bagno.
Passarono un sacco di minuti ed io, Mj e Ned ci iniziammo a preoccupare, così come la prof che chiese di lui.
"Ragazzi, ma dove è finito Peter? Ned va a controllare che sia tutto apposto!"Ned non se lo fece ripetere due volte e si precipitò fuori dalla classe.
Poco dopo ritornò, ma la sua faccia era ancora più preoccupata di prima ed io e Mj ce ne accorgeremmo.
"Allora, dove è Peter?"chiese la prof spazientata.
"È tornato a casa, non stava bene!"disse Ned, per poi tornare di nuovo al suo posto.
Dopo che la prof iniziò a continuare la sua lezione, io ed Mj ci giriamo verso il ragazzo dietro di noi.
"Peter sta veramente male, ma non fisicamente!"ci disse Ned avvicinandosi a noi e bisbigliando.
"Cosa vuol dire?"chiesi abbastanza preoccupata, non capendo dove volesse arrivare Ned.
"Hei lì in fondo, silenzio!"ci rimproverò la prof.
Io ed Mj ci rigirammo e allora Ned scrisse subito un bigliettino la cui poi mi passò.
'Sullo specchio del bagno dei maschi c'era scritto -sei solo uno sfigato pecora Parker- è stato Flash sicuramente!'
Mi girai un attimo verso Ned e poi diedi uno veloce sguardo a Flash e la sua combriccola di coglioni che rischiavano.
Non ci vidi più niente, così mi alzai e corsi subito fuori da scuola a cercare Peter, lasciano la prof senza alcuna spiegazione.
Vidi con la coda dell'occhio che pure Liz si stava alzando, ma forse poi ci ripensò e si risedette al suo posto.
Lo zaino me lo avrebbe preso Mj più tardi, ma ora questo era l'ultimo dei miei problemi, dovevo cercare Peter ed aiutarlo.
Non sapevo bene dove cercarlo ormai avevo girato tutta la città, ma poi decisi di andare nel posto, che anche se scontato, probabilmente si trovava lì...come ho fatto a non pensarci?!

Mi diressi in fretta e furia a casa sua e appena arrivai entrai subito cercando di chiamarlo.
Nessuno mi rispose, così andai a controllare in camera sua girando per tutta la casa, per poi spalancare la porta del bagno e trovarlo lì per terra inginocchiato con la testa bassa e con le lacrime agli occhi.
Mi si spezzava il cuore a quella scena, lui era lì per terra con una mano sanguinante e un sacco di pezzettini di vetro sparsi a terra.
Mi avvicinai subito a lui cercando di aiutarlo.
"Oh mio dio Peter, cosa hai fatto?"chiesi preoccupata prendendoli la mano insanguinata, per vederla meglio.
Lui stette zitto e continuò a guardare davanti a sé.
"Peter ti prego rispondimi!"lo pregai prendendo il suo viso tra le mani cercando di far incrociare il suo sguardo al mio.
Lui mi fissò dritto negli occhi trasmettendomi solo un forte dolore e poi senza pensarci due volte, si fiondò ad abbracciarmi, così io lo strinsi forte a me, per farli capire che io per lui c'ero.

~ My superhero ~ Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora