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Sono passati tre giorni, tre fottuti giorni e Rachel, a quanto mi hanno detto, è ancora a letto.
Io sono andato a scuola e ho deciso che forse era meglio non dire a nessuno di lei, nemmeno a Mj e Ned, ho semplicemente spiegato che stava male.
E in tutti questi giorni non ho mai avuto il coraggio di andare a salutarla e vedere effettivamente come sta con i miei occhi.
Mi sentivo troppo in colpa e avevo un peso sulle spalle troppo grande.
Nat mi aveva detto che spesso chiedeva di me.
Voleva vedermi, ma io non ero pronto!

"Hei Pet!"mi salutò Ned venendomi in contro.
"Ciao Ned!"lo salutai a mia volta richiudendo l'armadietto.
"Che hai? Sono giorni che non sorridi e sei sempre sovrappensiero!"disse riprendendomi.
"Sto bene!"lo rassicurai io
"Va bene, farò finta di crederti!"
Così ci avviammo in classe e iniziammo la solito e noiosa lezione.
Finalmente le 5 ore di scuola erano finite e io me ne tornai a casa, non avevo voglia di parlare con nessuno.

Arrivò finalmente sera e io mi distesi sul letto dopo aver finito i compiti per domani.
Mi cambiai e mi infilai subito sotto le coperte per poi addormentarmi lasciandomi cullare dalle braccia di Morfeo.

Mi svegliai e mi alzai per andare in cucina a mangiare, mia zia non c'era probabilmente era già andata al lavoro.
Mangiai, mi preparai e mi incamminati verso scuola, ma ad un tratto calò il buio attorno a me e qualunque cosa scompare lasciando il posto sola all'oscurità.
C'ero solo io in mezzo al nulla.
Mi guardai un po attorno e poi in lontananza vidi una porta.
Corsi verso di essa e una forte luce mi colpì gli occhi, facendomi portare una mano davanti a essi.
Piano piano cercai di abituarmici e quando riuscì a focalizzare bene, vidi Rachel sul bordo del tetto del palazzo.
"Rachel che fai?"gli chiesi io.
"Allontanati da lì!"gli dissi, ma lei si girò soltanto e mi fece un sorriso, per poi buttarsi giù di sotto.
"Nooo!"
Uralai io buttandomi giu dal tetto assieme a lei per cercare di prenderla, ma sbattei soltanto la testa al pavimento e di nuovo tutto divenne buio.

In cielo c'erano le stelle e sotto ai miei piedi, l'erba.
Avevo indosso il mio costume da spiderman ma senza la maschera e intanto mi massaggiavo la testa per il dolore, dato che qualche secondo fa l'avevo sbattuta.
Di Rrachel non c'era traccia, ero di nuovo solo e traballeando allora iniziai a camminare.
"Rachel!"la chiamai io senza alcuna risposta.
"Rachel!"la richiamai.
"Sono qui!"rispose una voce dietro di me che riconoscerei fra mille.
Era ferma in piedi, allora io iniziai a correre verso di lei per abbracciarla.
Finalmente sentì dopo tanto quel contatto di cui avevo bisogno.
"Scusami!"gli dicevo in preda alle lacrime ancora stretto a lei, mentre iniziavo a sentire il mio battito del cuore che riecheggiava nel mio orecchio.
Lei non mi rispondeva, perciò restando sempre abbracciato a lei mi spostai di un po per vederla negli occhi.
Lei mi sorrideva e basta con quei capelli che gli incornicaivano il viso e gli occhi di quel colore ambrato che avevano uno strano luccichio.
La guardai attentamente negli occhi e poi lei appoggiò le sue fredde e delicate mani sulle mie guance per asciugare le lacrime, per poi toglierle.
Allora misi io le mie mani sul suo viso e mentre stavo per unire finalmente le nostre labbra che ormai distavano a pochi millimetri le une dalle altre, sentì di nuovo quel rumore assordante di uno sparo e tutto diventò di nuovo buio.
Mi svegliai e dinuovo ero per terra, così mi alzai e mi girai intorno, era lo stesso posto di prima, ma Rachel non c'era, finché in lontananza vidi una sagoma.
Cercai di mettere a fuoco, ma era troppo lontana, così iniziai ad avanzare verso di lei.
I miei battiti li riuscivo a sentire ancora e stavano accelerando notevolmente.
Arrivai abbastanza vicino per vedere meglio chi fosse.
Era Rachel lì in piedi ferma, ma questa volta non aveva il suo solito aspetto.
La sua pelle era pallidissima, gli occhi scavati da occhiaie pesanti e viola, mentre gli occhi stessi erano spenti, non avevano la stessa luce che aveva sempre.
I suoi vestiti erano tutti sporchi di sangue, soprattutto sull'addome dove si trovava una macchia gigantesca messa in risalto dalla maglietta bianca.
Le mani anch'esse sporche di quel sangue così rosso che sapevano del classico odore metallico.
Lei era intenta a guardarmi negli occhi, perciò io mi fermai a qualche metro da lei.
"È colpa tua!"disse quasi in un sussurro.
"È solo colpa tua!"ripeté a voce più alta.
Non so come ma me la ritrovai davanti e con uno scatto mi mise le mani al collo.
Stringeva le sue dita sempre di più e il respiro mi mancava, così iniziai a chiederle più e più volte scusa con quel poco di fiato che mi era rimasto, ma era tutto inutile.
Il mio cuore batteva velocissimo e io mi sentivo impotente al suo tocco.
Non riuscivo a muovermi e reagire e lei stringeva sempre di più la presa al mio collo.

Mi svegliai senza fiato e automaticamente mi portai una mano al collo.
Era solo uno stupido incubo, ma che mi aveva segnato.
Quando finalmente mi calmai guardai l'ora sulla mia sveglia di fianco sul comodino.
Erano le 6.55, fra cinque minuti la sveglia avrebbe suonato.
Così mi alzai definitivamente, ma non avevo intenzione di andare a scuola oggi, volevo andare da Rachel.
Mi infilai di fretta il costume e uscì dalla mia finestra, lasciando un biglietto a zia May che la avvisava che sarei partito prima oggi per andare a scuola.
Mi dondolai tra i vari palazzi e finalmente arrivai alla base.
"Peter, che ci fai qui?"mi chiese sorpreso Claint.
"Devo vedere Rachel!"
"Sei fortunato! È già sveglia!"mi rispose lui.
"È ancora in infermeria?"gli chiesi con il fiatone, lui annuì e mi precipitai subito da lei.
Mi trovavo davanti alla sua porta, così presi un grande respiro e bussai.
"Avanti!"mi disse una voce famigliare dall'altra parte della porta.
Io entrai e chiusi dietro di me la porta.
"Peter!"disse sorpresa.
"Ciao Rachel!"dissi accenandogli un sorriso, ma che lei non ricambiò.
"Finalmente ti fai vedere!"disse un po scocciata.
"Scusa è che io...non riuscivo a vederti in questo stato!"dissi
"Siediti!"disse indicando la sedia affianco al suo letto.
Non me lo feci ripetere due volte e mi sedetti.
Restammo per qualche secondo in silenzio, ma lei non accennava ad alzare lo sguardo su di me.
"Guardami per favore!"la implorai già con il nodo alla gola.
Allora alzò lo sguardo e vidi che aveva gli occhi lucidi.
"Mi sei mancato Peter!"disse con la voce spezzata.
"Pure tu mi sei mancata!"dissi prendendogli la mano.
"Scusami!"dissi abbandonandosi ancora una volta alle lacrime.
"Per cosa?"
"È colpa mia se ti hanno sparato!"
"Non è colpa tua!"
"Si invece! Se tu non sapresti della mia identità, io non ti avrei messo in pericolo! Tempo fa avevo già messo in pericolo mia zia e ora tu!"gli spiegai io arrabbiato con me stesso.
Sentivo che stringeva di più la mia mano cercando in qualche modo di calmarmi.
"Peter, non è colpa tua e sono felice di sapere chi tu sia! Altrimenti credo che la nostra amicizia sarebbe andata a rotoli con continue bugie!"mi spiegò lei.
"Ho voluto io correre questo rischio e di certo non cambierei niente!"continuò lei regalandomi il suo solito magnifico sorriso che io ricambio ogni volta.
"Come stanno gli altri?"mi chiese cambiando discorso.
"Bene!"risposi sincero
"A scuola come va?"
"Noiosa come sempre!"dissi facendo spallucce.
"...ho avuto tanta paura lo sai?"gli dissi sincero.
"Paura di cosa?"
"Di non rivederti!"
"Tranquillo, è un po difficile sbarazzarsi di me!"disse scherzando.
"Si me lo aveva detto Tony!"risposi pure io ridacchiando
"Quando tornerai a scuola?"
"Credo settimana prossima, non sarò guarita del tutto, ma sarò in grado di muovermi, devo solo fare più attenzione!"mi disse lei e allora io annuì.
"Oggi non vai a scuola?"mi chiese.
"Forse alla terza ora!"

Parlammo per un po, finché non arrivò l'ora di tornare a scuola, così tornai a casa, mi misi i vestiti normali, presi lo zaino e mi avviai.
Ero felice e finalmente sentivo che mi ero alleggerito un po di più.
Per fortuna Rachel sta bene e non permetterò che gli capiti qualcosa!

~ My superhero ~ Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora