Sentii bussare. Io ed il preside Nezu ci girammo e la porta si aprì. Un uomo alto e dai capelli lunghi entrò nella stanza e rivolse lo sguardo verso il preside. «Mi cercava?» chiese con voce calma e priva di emozioni. Lo osservai meglio. I capelli neri erano lunghi e sciolti sulle spalle in modo disordinato. Aveva delle occhiaie profonde ed una cicatrice sotto l'occhio destro. Aveva anche una leggera barbetta incolta e avvolta intorno al collo portava una lunga sciarpa, simile più ad una lunga fascia. «Si, Eraser. Grazie di essere venuto. Accomodati» rispose il preside indicando con la zampa la sedia affianco alla mia.
L'uomo si sedette e per la prima volta da quando era entrato mi guardò. I suoi occhi neri erano fissi su di me e nel mentre io ero leggermente arrossita. Avevo sempre avuto una grande ammirazione verso Eraserhead. Sapevo abbastanza su di lui nonostante cercasse di rimanere il più nell'ombra possibile. Non sopportava di stare al centro dell'attenzione e per questo aveva sempre evitato interviste e fotografi quando ci riusciva. Da questo punto di vista era uguale a me. Anch'io come lui ero un eroe notturno e cercavo di stare lontana dai riflettori il più possibile.
I miei pensieri vennero interrotti dal preside che cominciò a parlare. «Lei è Oceania» disse indicandomi «È una nuova professoressa ma ha chiesto di fare un anno come professoressa di sostegno e ho pensato di affidarla alla 1A». Rivolsi lo sguardo verso Eraser e lo vidi annuire leggermente con la testa. «Bene» esclamò il preside e si voltò verso me. «Eraserhead è il coordinatore della 1A quindi ti spiegherà lui ciò che devi sapere» aggiunse con voce gentile e leggermente gioiosa. Sorrisi leggermente come ringraziamento.
Uscimmo dall'ufficio del preside e quando mi girai verso Eraser tesi la mano verso di lui «Il mio nome è
Takahashi Mia». Lui mi osservò e prese la mia mano ricambiando il saluto «Aizawa Shōta» rispose con tono calmo senza neanche accennare un sorriso. «Da dove vieni? Il tuo non è un nome giapponese» chiese l'uomo. Lo osservai meglio. Aveva un'aria molto stanca e abbassai lo sguardo per evitare il suo essendo che ero leggermente imbarazzata.«Sono italiana ma mio padre è giapponese, per questo il mio cognome non vi risulta straniero ma il mio nome sì» risposi.Ci dirigemmo verso la classe della 1A. La campanella che segnava la prima ora ancora non era suonata ed io ero impaziente di conoscere la classe. Era già iniziato da un bel po' l'anno scolastico ma io avevo iniziato a lavorare come professoressa alla Yuei tardi a causa del lavoro da Hero.
Io ed Eraser camminavamo fianco a fianco senza dire una parola. L'ansia iniziò a farsi sentire. Avrei dovuto dire qualcosa? Forse no...o forse si...
«Hey Eraser» sentì una voce maschile chiamare l'hero e mi voltai per capire chi fosse. Un uomo alto e con dei lunghi capelli biondi raccolti in un grande ciuffo e piccoli baffi marroni si avvicinò a noi.
L'uomo rivolse lo sguardo verso di me. Mi scrutò frettolosamente e mi sorrise «Hi girl! Io sono Present Mic. Piacere» disse l'uomo con un tono di voce talmente alto che indietreggiai leggermente. «Oceania. Piacere mio» risposi con un tono leggermente basso a causa del leggero imbarazzo che provavo.
«Mi dovevi dire qualcosa Mic?» chiese Aizawa con il suo solito tono quieto che ancora non sapevo se decifrare come stanco o non interessato. Il biondo rivolse lo sguardo verso Eraserhead e sorrise. «Yes! Volevo chiederti se sapevi già dell'arrivo di una nuova professoressa ma a quanto pare sei già informato» disse aggiungendo una piccola risata alla fine della frase. «Come vedi si» rispose l'uomo. «Ora dovremmo andare in classe e anche tu Mic». Present Mic sorrise e sempre con il suo tono di voce alto rispose «I know...I know...a dopo» disse allontanandosi e salutandoci con un gesto della mano mentre si avviava nella direzione opposta alla nostra.
«Insegna inglese, vero?» chiesi accennando una lieve risata ad Aizawa che si limitò a farmi di si con un cenno della testa. «Beh almeno gli piace la materia che insegna» dissi raggiungendo Eraserhead che era tornato a camminare per il lungo corridoio verso la classe della 1A.
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Il nostro forse-Aizawa×OC
FanfictionAizawa×OC «Una frase di un poeta che ti piace?» chiese e rimasi un paio di secondi in silenzio a guardarlo. «C'è una frase di un poeta: Leopardi...» dissi. «Il "forse" è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, no...