20.Il suo forse

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«ASPETTA TOKIKO!» urlai uscendo dalla classe correndo, lasciando Aizawa da solo. «Lasciami stare!» sentii la sua voce incrinata e mi sentii in colpa. Sapevo quanto soffrisse ogni giorno a causa del suo quirk. Non riusciva a guardarsi allo specchio senza vedere il suo viso contrarsi senza che lei ne avesse il controllo. Tutto questo solo perché voleva essere un eroe, e per esserlo devi usare il tuo quirk. È sempre stato così e a volte ci facciamo male senza volerlo.

Si era fidata di me. Aveva scoperto le sue carte e mi aveva parlato di come Aizawa riuscisse a farla sentire bene, di come riuscisse a farla sentire degna di qualcosa ed io...era come se l'avessi tradita. Una fitta al petto mi trafisse e le mie gambe si fermarono di colpo. Cosa avrei potuto dirle? Non avrei neanche potuto chiederle scusa...non era colpa mia...non avevo scelto io di innamorarmi...e non avevo chiesto io che Aizawa scegliesse me...

La osservai allontanarsi velocemente. Gli occhi cominciarono a pizzicare e la gola mi si era seccata. Una mano si posò sulla mia spalla e trasalii. Mi voltai e vidi Eraser che mi osservava preoccupato. «...Spero...spero che tu non sia arrabbiata con me» mormorò l'uomo guardandomi negli occhi e nelle sue iridi vidi posarsi un velo di preoccupazione. Essere arrabbiata con lui? Avrei voluto urlargli contro di smettere di dire stupidaggini. Avrei voluto baciarlo e fargli capire che era da tanto tempo che aspettavo quel momento. Avrei voluto abbracciarlo e provare a fargli capire che lo amavo. Avrei voluto fare tante cose ma nella mia mente era ancora nitida l'immagine di Shock che tratteneva le lacrime e mi urlava di lasciarla stare.

«ECCOVI QUI!» la voce di Mic fece tornare me e Aizawa alla realtà. «Preparatevi che tra dieci minuti vi voglio al cancello! Si va a cena!» disse il biondo con il suo solito tono troppo alto. Esitai su cosa dirgli. Non avevo voglia neanche un po' di uscire. Avrei voluto solo tornare a casa e farmi una doccia calda cercando di risistemare i pensieri. La testa mi girava per quelle emozioni contrastanti e troppo forti per essere represse.

«Non accetto no! I must tell you something!» disse e senza dare tempo né a me né ad Aizawa di ribattere prese per il braccio Eraser e lo trascinò verso lo spagliatoio dei professori. Di malavoglia mi diressi verso lo spogliatoio delle professoresse e quando aprii la porta tirai un sospiro di sollievo non incontrando Tokiko. Non avrei saputo che dirle. Avrei solo rischiato di peggiorare la situazione.

Mi preparai e al cancello di ingresso della Yuei incontrai Takeo. Lo salutai con un cenno della mano e poi notai anche Aizawa e Yamada. Andammo nello stesso ristorante in cui Mic ed Eraser mi spiegarono la tradizione giapponese di evidenziare le crepe con l'oro. Ordinammo da mangiare e aspettammo in silenzio. Sia io che Aizawa eravamo tesi, lui era impaziente di parlarmi e io non vedevo l'ora di tornare a casa.

«Dobbiamo dirvi una cosa» disse Mic a gran voce per poi guardare Kobayashi negli occhi e sorridere. «Io e Takeo» disse per poi guardare me e Aizawa «Io e Takeo stiamo insieme».
Rimasi un paio di secondi in silenzio elaborando l'informazione. Infine sorrisi. Almeno loro erano riusciti a capire i loro sentimenti. Almeno una bella notizia c'era. «Congratulazioni» dissi guardando d'istinto Aizawa. L'uomo sospirò leggermente preoccupato e poi guardò l'amico accennando un leggero sorriso «Se tu sei felice amico mio, anch'io lo sono». Mi ricordai di quando mi confessò il suo timore su una possibile futura relazione di Mic. Sapevo quanto quella frase gli costasse dopo tutta la sofferenza che Hizashi aveva affrontato con la sua ultima relazione. Sorrisi. Era un buon amico.

Nonostante la leggera tensione tra me e Aizawa la cena trascorse abbastanza tranquilla. «Vuoi...un passaggio?» mi chiese Aizawa e mi sentii in colpa vedendolo in quel modo. Non avevo ancora risposto alla sua domanda e il fatto che non gli avevo praticamente parlato per tutta la cena non doveva averlo tranquillizzato. «Non sono arrabbiata» mormorai e vidi i tratti del suo viso ammorbidirsi leggermente a quelle parole «Forse...mi è persino piaciuto».

Il nostro forse-Aizawa×OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora