«Stai sempre a parlare!» disse acido Sakai mentre si avvicinava a me e Tokiko. Shock roteò gli occhi e si alzò in piedi sbuffando. «Che c'è? Te ne vai perché sai che ho ragione?» continuò l'uomo e stufa del suo comportamento mi alzai e lo guardai negli occhi. «Ma tu non hai niente di meglio da fare?» chiesi in tono duro e l'uomo mi squadrò. «Tu non c'entri proprio niente quindi vedi di starne fuori» e una volta detto questo si voltò nuovamente verso Shock.
«Si può sapere che cosa ti ho fatto?» chiese Tokiko con un tono di voce misto tra la rabbia e l'esasperazione. «Tu non sei in grado di essere un eroe!» affermò l'uomo «Ti fai solo del male e un giorno metterai a rischio anche la vita di qualcun'altro» aggiunse. "Anche" la vita di qualcun'altro...che cosa significava? Shock rischiava la vita? Perché?
«Ma di cosa stai parlando?!» disse Tokiko cercando di nascondere la paura che le aveva attraversato il volto. «Ora sono proprio stanco di te!» disse l'uomo e si avvicinò ancora di più a Tokiko. «Io so cosa nascondi dietro quella mezza maschera che copre la parte sinistra del tuo volto» affermò e guardai Shock che si era ammutolita. In effetti non l'avevo mai vista senza quella maschera.
«Un giorno il tuo stesso quirk ti ucciderà» sputò acido Sakai per poi voltarsi verso di me «E se tu fossi una buona amica gli diresti di lasciar perdere questo lavoro!» disse avvicinandosi sempre di più a me e cominciai ad indietreggiare leggermente impaurita. «Di cosa stai parlando?» chiesi con la voce che usciva quasi impercettibile.
«Ma come non te lo ha detto?» chiese con tono arrogante e a forza di indietreggiare arrivai con la schiena al muro. Sakai mi guardava serio e cercai di tornare da Tokiko ma lui non mi fece passare. «Lasciami passare!» dissi cercando di celare la paura che trapelava dalla mia voce. L'uomo non rispose e rimase immobile. «Ho detto...lasciami passare!» dissi con tono più alto scandendo le ultime parole ma non si mosse nuovamente.
Stavo alzando un braccio per colpirlo quando una voce a me familiare arrivò alle mie orecchie «Lasciala stare, Arcanum!». Mi voltai e vidi Aizawa che osservava con sguardo duro Sakai. «Eraser...ho rispetto per te, ma questa discussione non ti riguarda» disse l'uomo e, approfittando di un suo momento di distrazione, mi allontanai da lui e mi diressi verso Aizawa che era stato raggiunto anche da Shock.
«Non ti vergogni a infastidire due donne?» chiese Eraser assottigliando gli occhi. «Se sapessi perché lo faccio non mi diresti questo» ribatté Sakai e poi mi osservò e un piccolo sorriso arrogante comparve sul suo viso. «Ma certo» continuò «Tu e Oceania...i giornali parlano solo di voi...allora è vero che state insieme». «E molto dolce come cosa il fatto che difendi la tua ragazza ma non credo lei ne abbia bisogno» continuò.
«Trovo inaccettabile che un professore, in particolar modo un hero, si comporti in questo modo» sentii una vocina e abbassai lo guardo. Dietro Sakai notai il preside che osservava l'uomo con sguardo serio. «Arcanum la aspetto nel mio ufficio» disse Nezu per poi allontanarsi. Sakai non disse nulla e seguii il preside e tirai un sospiro di sollievo. Da quanto stava lì? Non lo aveva notato avvicinarsi. «State bene?» chiese Aizawa dopo un paio di secondi e mi voltai verso di lui. Feci di sì con un cenno del capo e Shock mi imitò, ma non era per niente convincente.
I suoi occhi erano pieni di lacrime che lottavano per poter uscire e scusandosi si allontanò velocemente. Aizawa mi guardò. Dal suo viso capivo la sua preoccupazione. «Vai da lei» mormorò in tono gentile e mi passò gentilmente una mano sulla guancia. «Sono felice che tu stia bene» disse accennando un sorriso e il mio respiro rallentò. Il contatto con la sua mano ruvida mi fece venire i brividi e il calore del suo palmo mi tranquillizzò.
Andai a cercare Shock. La trovai in una delle sue classi. La stanza era completamente vuota. Gli studenti erano tutti tornati a casa e noi professori eravamo rimasti fino a quell'ora per delle riunioni. «Come stai?» chiesi sedendomi accanto a lei. «Sto bene» mormorò cercando di nascondere i singhiozzi causati dal pianto. D'istinto l'abbracciai e sentii il suo corpo rilassarsi.
Si allontanò leggermente e mi guardò negli occhi. Alzò un mano tremante e prese la mezza maschera che aveva sul volto. Fece un respiro profondo e lentamente se la tolse. Rimasi in silenzio mentre scopriva la parte sinistra del suo viso. Non aveva nulla di strano. Rimanemmo in silenzio fino a quando una parte del suo viso non si contrasse in una smorfia per pochi secondi per poi tornare come prima. Ero confusa. Tokiko abbassò lo sguardo e notai che di nuovo la parte sinistra del suo volto si contrasse per un paio di secondi.
«Il mio quirk potenzialmente è forte» cominciò a parlare Shock a bassa voce «Ma le scosse che genero recano dei danni anche al mio sistema nervoso. Ho dei tic involontari». Rimasi in silenzio. Non immaginavo nulla del genere. Quindi era per questo che non si toglieva mai la maschera. Non voleva che qualcuno lo vedesse. «Questo è il motivo per cui hai cominciato ad insegnare?» chiesi mormorando senza staccare lo sguardo dal suo viso che teneva rivolto verso il pavimento «Per non usare il tuo quirk?». La donna mi fece di sì con un cenno del capo e l'abbracciai nuovamente. «Tranquilla» dissi a bassa voce ma abbastanza alta perché potesse sentirmi «Io ci sono».
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Il nostro forse-Aizawa×OC
FanfictionAizawa×OC «Una frase di un poeta che ti piace?» chiese e rimasi un paio di secondi in silenzio a guardarlo. «C'è una frase di un poeta: Leopardi...» dissi. «Il "forse" è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, no...