Il cuore mi martellava insistente nel petto. Avevo una grande paura e una strana sensazione che si era espansa dal petto a tutto il corpo. Mi sentivo soffocare. Aveva già detto di amarmi. "Tu sei il mio forse" le sue parole riecheggiavano nella mia testa dolci ma allo stesso tempo troppo vivide e assordanti.
Mi stavo dirigendo verso la palestra dove si stava allenando la 2A, classe che a quell'ora aveva Eraser. Entrai e i ragazzi si voltarono verso di me. Non ero una loro professoressa e mi guardarono leggermente confusi ma non dissero nulla. Aizawa si voltò insieme ai suoi studenti e mi fissò senza dire una parola. Mi avvicinai in un silenzio assordante e mi fermai a pochi metri dall'uomo che continuava a guardarmi con i suoi occhi color carbone che ancora una volta erano riusciti ad incantarmi.
«Tutto ok?» chiese infine Eraser vedendo che rimanevo ferma a guardarlo. Le parole mi si bloccarono in gola. Non riuscivo a dirgli tutto quello che avrei voluto buttare fuori e le emozioni mi sovrastarono e ne persi il controllo. Gli occhi cominciarono a pizzicarmi e le lacrime sempre più numerose cominciarono a rigare il mio volto. Aizawa mi guardò con un'espressione preoccupata. Stava per dire qualcosa, ma prima che cominciasse a parlare, riuscii a fare uscire le parole.
«Ti amo» dissi e quel peso che mi opprimeva costantemente si affievolì «Lo so che secondo te lo si usa senza pensare troppo, ma in questo momento non trovo altri modi per dirtelo» mormorai. Aizawa non disse nulla, probabilmente era più scioccato persino dei ragazzi che mi stavano vedendo e ascoltando. «Io ti amo Shōta. Amo il tuo viso. Amo il tuo corpo. Amo la luce che viene imprigionata nelle tue iridi nere. Amo la tua voce. Amo quando ancora mezzo addormentato mi parli. Amo quando spieghi ai ragazzi. Amo quando combatti. Amo quando mi sfiori. Amo quando mi doni quei tuoi sorrisi puri e rari. Amo quando i tuoi occhi si colorano di rosso. Amo quando i tuoi capelli cominciano a fluttuare e il tuo viso viene scoperto in tutta la sua bellezza. Amo anche solo pensarti. Io amo te» dissi per poi ammutolirmi e avvicinarmi sempre di più a lui.
«Voglio essere il tuo forse per tutta la vita» sussurrai per poi azzerare completamente le distanze fra noi due. Le nostre labbra si unirono e sentii le sue mani poggiarsi dolcemente sui miei fianchi. Mi staccai di malavoglia ricordandomi che degli studenti ci stavano guardando e osservai un'ultima volta Eraser prima di regalargli un leggero sorriso e uscire dalla palestra.
La giornata passò lentamente e l'ora di pranzo sembrava non arrivare mai. Dovevo parlare con Eraser, ne sentivo il bisogno e le sensazioni provocate dall'attesa mi stavano divorando. Tutta la scuola stava parlando del bacio tra me ed Eraser e anche i miei colleghi mi sorridevano come a congratularsi con me e Shōta. Tutti quegli sguardi puntati su di me non facevano altro che mettermi ansia e ebbi un leggero pentimento. Potevo dichiararmi in un posto con meno gente...
«I professori Eraserhead, Oceania e la studentessa Kotoyo Nishio sono gentilmente attesi nel mio ufficio, grazie» la voce del preside risuonò in tutto l'istituto dagli altoparlanti. Mi alzai leggermente confusa e osservai Nishio che si trovava in classe con il resto dei suoi compagni. Guardai Mic, che in quel momento stava facendo lezione, e fece segno a me e alla ragazza che potevamo tranquillamente andare.
Io e Nishio ci guardammo negli occhi e incuriosite ci dirigemmo verso l'ufficio del preside. Bussammo e sentii la voce del preside invitarci ad entrare. Nella stanza c'era già Aizawa che mi regalò un lieve sorriso che ricambiai. Richiudemmo la porta e ci sedemmo su invito di Nezu. «Sono venuto a conoscenza dello scontro tra la signorina Nishio e Bakugo» cominciò il preside e una leggera paura mi invase, forse era arrabbiato.
«Considerando il passato della studentessa e di tutte le insicurezze che ha comportato, mi ha lasciato molto stupito l'atteggiamento che ha adottato durante la battaglia» continuò sorridendo per poi rivolgersi verso me e Aizawa. Che passato aveva Nishio? Era collegato al perché voleva diventare un eroe? Per questo non rispondeva mai alla mia domanda? «Complimenti! State riuscendo a tirare fuori il meglio da una studentessa che ha bisogno di supporto» infine, voltandosi verso Nishio disse «Complimenti anche a te. Continua così. Ci tenevo a congratularmi».
Nishio si congendò dopo pochi minuti e tornò in classe. Io e Aizawa rimanemmo a parlare con il preside. «Le voci circolano e ho sentito che vi siete messi insieme. Congratulazioni» disse con un tono leggermente euforico il preside. «In realtà» mormorai «Ancora non abbiamo avuto tempo di parlare io e Aizawa». «Allora potete andare, così parlate» disse e noi ci alzammo.
Mentre Aizawa stava chiudendo la porta sentii dire dal preside «Voglio essere il primo a fare gli auguri alla nuova coppia quindi ditemelo subito, perfavore». Sorrisi a quelle parole e Aizawa mi guardò negli occhi. «Sei bellissima quando sorridi» disse con un tono che gli avevo sentito poche volte. Era un tono dolce e avvolgente, quasi sussurrato come per far si che quelle parole rimanessero un nostro segreto.
Ci dirigemmo senza dire nulla verso la sala professori, dove non c'era nessuno. Tutti stavano facendo lezione a quell'ora. Aizawa si avvicinò a me fino a quando i nostri corpi non si sfiorarono. «Stamattina hai detto che vuoi essere il mio forse» mormorò posando la sua mano sulla mia guancia. Mi avvicinai a lui fino a quando il suo odore non mi avvolse e lo guardai negli occhi. Come tutte le volte non rimasi delusa. Le sue iridi erano sempre in grado di trasmettermi calma, avrei voluto cadere dentro quell'oscurità e non tornare mai più indietro.
«Forse» sussurrai, infine, come per confermare le parole di Shōta e lo baciai.
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Il nostro forse-Aizawa×OC
FanfictionAizawa×OC «Una frase di un poeta che ti piace?» chiese e rimasi un paio di secondi in silenzio a guardarlo. «C'è una frase di un poeta: Leopardi...» dissi. «Il "forse" è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, no...