«Dai...mi dici dove stiamo andando?» chiesi sorridendo. Aizawa non mi rispose e continuò a guidare in silenzio. Nonostante non avesse lo sguardo rivolto verso di me, riuscii a scorgere un piccolo sorriso formarsi sulle sue labbra e decisi di aspettare. Guardai fuori dal finestrino e dopo pochi minuti vidi poco lontana da noi una distesa azzurra enorme.
Solo un paio di volte da piccola ero andata al mare in Giappone o lo avevo visto dal vivo.Una volta scesa dall'auto corsi verso Aizawa e lo abbracciai. L'uomo ricambiò e con un tono di voce leggermente allegro cominciò a parlare. «Sapevo che ti sarebbe piaciuto».
Arrivammo in spiaggia. L'acqua cristallina e quieta lasciava posto ad una stretta striscia di sassolini per poi sfumare in una distesa di sabbia chiara. Chiusi gli occhi e, trasportata dall'odore salmastro che mi aveva raggiunto, ascoltai i suoni che mi arrivavano gentili.
Sentii qualcuno abbracciarmi da dietro e riconobbi le braccia di Shōta avvolgermi. Rimanemmo così per un tempo indeterminato. La spiaggia era completamente vuota. Tutti stavano lavorando. Io e Aizawa ci eravamo presi un giorno di permesso. Inoltre, era metà settembre e l'acqua sicuramente era troppo fredda per attirare i turisti.
«Venivo spesso qui con Shirakumo» mormorò ad un certo punto Aizawa «Era il nostro posto». Quelle parole mi fecero esplodere il cuore e sentii gli occhi pizzicare leggermente. Mi aveva portato nel suo posto sicuro. Mi aveva reso partecipe di quel segreto. «È stupendo» dissi girandomi verso l'uomo per guardarlo negli occhi. Le sue iridi neri mi scrutano con dolcezza e sorrisi capendo che come sempre riusciva a trasmettermi una tranquillità che non trovato da nessun'altra parte.
«Hai mai camminato sotto l'acqua?» chiesi anche se immaginavo già la sua risposta. Aizawa mi guardò leggermente confuso e voltandomi verso il mare attivai il mio quirk. L'acqua cristallina si inarcò, creando una galleria subacquea. Cominciai a camminare sotto quella sorte di ponte e sentii dietro di me i passi di Aizawa che mi stava seguendo.
Ci allontanammo dalla riva e feci tornare normale l'acqua distante da noi. Eravamo in un tunnel senza uscita, ma Aizawa era tranquillo. Si fidava di me.
Osservava la cupola d'acqua sopra le nostre teste e vidi i suoi occhi brillare. «Wow» sussurrò per poi passare delicatamente una mano nell'acqua affianco a noi. I raggi di sole che filtravano creavano dei giochi di luce sulla sabbia bagnata e su di noi. Il viso di Aizawa era ricoperto di strisce lucenti che scorrevano tranquille e quei piccoli serpenti di luce erano presenti anche sul suo corpo e sul mio.
Vidi un pesce passare sopra le nostre teste e allungai la mano come per prenderlo. L'animale sembrò non notare il mio gesto e lasciai che le mie dita scorressero nell'acqua fredda che formava la cupola.
«Ti ricordi quando alla festa sei scivolata e mi hai trascinato nella piscina con te?» chiese Aizawa e a quel ricordo mi scappò una leggera risata. «Si, certo» risposi rivolgendogli lo sguardo. I suoi occhi neri mi osservavano e io non capivo il perché di quella domanda.
Poi, un movimento quasi impercettibile dei suoi occhi mi fece capire. I suoi capelli cominciarono a fluttuare e le sue iridi si tinsero di un rosso acceso. Sentii di perdere il controllo dell'acqua attorno e sopra di noi e non feci in tempo a dire qualcosa che una doccia fredda si abbatté su di noi. Tornai in superficie e ripresi fiato. Aprii gli occhi e vidi Aizawa che mi osservava sorridente.
«Traditore» dissi ridendo. L'uomo cominciò a ridere e la sua voce calda mi avvolse. Con un gesto del braccio gli mandai addosso dell'acqua schizzandolo e lui, dopo avermi osservato per un paio di secondi, si avvicinò rapidamente a me. Urlando per la sorpresa cominciai a nuotare, ma lui mi seguiva senza fermarsi.
«No, aspetta! Possiamo parlarne» dissi fermandomi un attimo, ma Aizawa mi raggiunse e prendendomi in braccio mi lanciò nuovamente in acqua. «Forse è meglio tornare a riva» disse e come risposta cominciai a nuotare verso la spiaggia. «Sei lento» urlai e lo sentii dietro di me che mi seguiva. «Non vale» lo sentii dire «Sei partita prima».
Usciti dall'acqua, il vento si alzò leggermente facendomi rabbrividire. Con il mio quirk tolsi l'acqua addosso a me e ad Aizawa, ma il freddo era rimasto. «Hai fame?» domandò l'uomo e in quel momento mi accorsi che il mio stomaco stava brontolando. «Si» risposi con un piccola risata e lo seguii mentre andava verso un bar vicino.
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Il nostro forse-Aizawa×OC
FanfictionAizawa×OC «Una frase di un poeta che ti piace?» chiese e rimasi un paio di secondi in silenzio a guardarlo. «C'è una frase di un poeta: Leopardi...» dissi. «Il "forse" è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, no...