Mi svegliai a causa della luce che filtrava dalla finestra. Feci una smorfia a causa di un forte dolore all'addome. Mi stropicciai gli occhi con le mani e ricordai del perché ero in ospedale. Girai la testa e notai che sulla sedia, dove ieri era seduto Aizawa, c'era un foglietto di carta. Mi sporsi dal lettino sentendo una fitta dove si trovava la ferita e lo presi.
Sono andato alla Yuei. Torno quando terminano le lezioni...forse
Sorrisi leggendo l'ultima parola. Era davvero rimasto con me tutta la notte. Poteva tranquillamente portarmi in ospedale e andarsene. Invece era rimasto. Osservai nuovamente il foglietto che tenevo tra le mani. Osservai la sua calligrafia. Era elegante e chiara. Le lettere erano abbastanza piccole e appuntite.
Il rumore della porta che si apriva mi fece abbandonare quei pensieri. Alzai lo sguardo e vidi Shock che entrava. «Hey» la salutai sorridendo. «che ci fai qui?». «Ho sentito che eri ricoverata qui. Un po' tutta la scuola ne parla. Inoltre tu ed Eraser siete finiti sul telegiornale e alcuni giornalisti hanno scritto che eri ferita e Aizawa ti ha portato via. Si parla di una nuova coppia innamorata di eroi. Un po' tutti ne stanno parlando in realtà» mi rispose sedendosi sulla sedia dove poco prima c'era il bigliettino di Aizawa che misi nella tasca del pantalone.
Una nuova coppia innamorata di eroi...
Mi soffermai qualche secondo su quella frase. Ieri sera Aizawa ed io ce la siamo praticamente svignata appena abbiamo visto i giornalisti. Né a me né a lui piace essere sotto i riflettori e abbiamo preferito andarcene una volta assicurati che tutto fosse sotto controllo. Ricordo che Eraser mi aiutò a camminare tenendo una mano sul mio addome cercando di non fare uscire troppo sangue. Quelle immagini potevano tranquillamente essere usate per far nascere nuovi argomenti di gossip. Due eroi giovani che cercavano di rimanere nell'ombra e improvvisamente scoppia la scintilla. Per i giornalisti era una fantastica storia da raccontare nonostante non ci fosse nulla di vero. Io ed Eraser eravamo solo colleghi. Sentii Tokiko schiarirsi la voce cercando di richiamare la mia attenzione e mi accorsi che mi ero imbambolata.
«...Sto bene grazie» dissi rispondendo alla sua domanda iniziale mettendomi seduta sul lettino con un po' di difficoltà. «Ieri notte mi sono ferita e Aizawa mi ha portata qui. È stato molto carino. È rimasto con me tutta la notte per non farmi sentire sola» aggiunsi e un sorriso si impadronì delle mie labbra pronunciando le ultime parole. Guardai Tokiko e notai che il suo sorriso era scomparso ma appena vide che me ne ero accorta il suo viso tornò felice. «Scusa...è...è che un po' ti invidio» disse arrossendo leggermente.
«Ti piace Eraser?» chiesi leggermente sorpresa. «Abbassa la voce!» mi disse guardandomi imbarazzata. «La mia è solo...una grande ammirazione» aggiunse con un tono di voce che sembrava voler convincere più se stessa che me. Le stavo per chiedere di dirmi qualcosa di più quando mi giunse una voce maschile alle orecchie. «Hey! How are you?» chiese Mic entrando nella stanza. «Ciao Mic» salutai l'uomo con un tono di voce energico e mi sorrise. «Dalla voce sembra che tu stia abbastanza bene. Meglio così girl» disse e prendendo una sedia salutò Shock che ricambiò il saluto con un sorriso.
«Che mi raccontate di bello?» chiesi sdraiandomi. «Mh...ricordi quel detective antipatico di cui ti ho parlato qualche giorno fa?» mi chiese Mic e io risposi di sì con un cenno del capo. «Diciamo che è un po' meglio di quel che pensassi. Ascolta belle canzoni e se si lascia un po' andare è persino simpatico» disse sorridendo e appoggiandosi sullo schienale della sedia.
Passarono le ore e Mic se ne dovette andare. Rimasi con Tokiko e dopo poco sentimmo bussare alla porta. Rimanemmo in silenzio fino a quando la porta non si aprii e Aizawa entrò. Sorrisi vedendolo e lo salutai. L'uomo ricambiò il saluto e notai che in mano teneva una bustina di carta bianca. Si sedette e salutò Tokiko che non gli aveva tolto gli occhi di dosso neanche un momento. «Hai fame?» mi chiese l'uomo con tono spento porgendomi il sacchetto. Lo aprii e vidi due dolci. Un buonissimo profumo si impadronì delle mie narici e chiusi gli occhi per assaporare meglio l'aroma che si stava spargendo nella stanza.
«Grazie» dissi sorridendo e gli porsi un dolce che rifiutò dicendo che ne aveva già mangiato uno. Non volendo insistere lo porsi a Tokiko che sorridendo lo prese e cominciò a mangiarlo. «Come stai?» mi chiese Aizawa e alzai lo sguardo. Il sole stava tramontando e la luce veniva assorbita dal nero delle sue iridi. Sentii il respiro farsi più lento e i muscoli delle braccia rilassarsi. I suoi occhi erano meravigliosi. Ti attraevano come due buchi neri.
Aizawa si avvicinò a me e lentamente allungò la mano verso il mio viso. Sentii i battiti del mio cuore accelerare ma rimasi ferma incapace di muovermi. Poggiò delicatamente la mano sulla mia guancia sinistra e sentii il calore del suo palmo. «Sei piena di briciole» disse l'uomo e tolte le molliche dalla mia guancia si risedette allontanando la mano anche se devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto se avesse lasciato che le sue dita mi sfiorassero il viso ancora per un po'.
Arrivò la sera e Tokiko se ne andò. Aizawa si tolse le fasce e gli occhialetti e li poggiò sulla sedia dove pochi minuti prima era seduta Shock. «Alla fine non mi hai risposto. Come stai?» chiese l'uomo osservandomi. «Meglio di ieri sicuro» dissi lasciandomi sfuggire una leggera risata. «Resti qui anche stanotte?» chiesi ma appena ragionai su quello che gli avevo proposto arrossii. Aprii la bocca per parlare ma Aizawa mi precedette «Va bene» disse con tono assonnato e nel sentire quelle parole una grandissima gioia crebbe dentro di me anche se cercai di ignorarla.
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Il nostro forse-Aizawa×OC
FanfictionAizawa×OC «Una frase di un poeta che ti piace?» chiese e rimasi un paio di secondi in silenzio a guardarlo. «C'è una frase di un poeta: Leopardi...» dissi. «Il "forse" è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, no...