66 - È semplicemente se stesso

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Non io che aggiorno le 04:35 del mattino 🦔

Draco pov's

Mi sveglio nell'esatto istante in cui la sento muoversi su di me per poi fare leva sul braccio e alzarsi con il busto.

Si guarda confusa in giro e poi guarda me.

Quando credo che stia per urlarmi contro, vedo i suoi occhi ricordare cosa è successo la sera prima in meno di cinque secondi.

E così anche io.

Suo padre.

I suoi occhi diventano subito lucidi e si porta una mano alla bocca per cercare di non singhiozzare, mentre io la guardo con compassione e l'attiro di nuovo sul mio petto.

Non protesta, piange in silenzio lasciandosi cullare dalle mie braccia.

"Lo so" dico soltanto, accarezzandole i capelli e la schiena nuda.

La stringo di più a me, odiando il fatto che ci stia male.

So che aveva dei dubbi, che pensava che forse suo padre non era morto e che sua madre le aveva detto così solo perché magari lui le aveva abbandonate e quindi non voleva farla soffrire.

E invece, è morto sul serio.

"Come ha potuto nascondermelo?" Dice con voce strozzata, riferendosi a sua madre.

"Glielo chiederai, ma adesso pensa a te. Cazzo, mi hai fatto prendere un bello spavento" sbotto.

"Silente lo sapeva" sussurra.

"Lo so" sospiro pesantemente.

"Devo raccontarlo agli altri..." aggiunge, cercando di frenare le lacrime, con voce flebile.

"Ginny e Hermione lo sanno già, gliel'ho detto ieri quando ti sei addormentata e sanno che sei qui quindi non preoccuparti. Probabilmente lo avranno già raccontato agli altri" sussurro sentendola annuire nell'incavo del mio collo.

"Come ho fatto a non capirlo prima? Le coincidenze era troppe" si auto ammonisce.

"Non fartene una colpa" la rimprovero, ma con tono calmo.

Merlino è da sempre ritenuto il più grande mago di tutti tempi, ancora più grande di Silente. E nessuno sapeva avesse avuto una donna, né tanto meno figli.

"Io... Io non so che pensare. Te lo giuro non so cosa pensare di questa storia. Non riesco a realizzare".

"È normale, sei sotto shock".

"Sotto shock? Mio padre era il mago
più grande di tutti i tempi e sapere che è stato ucciso dal fratello, fa così male che il dolore della ferita di ieri non è neanche paragonabile" dice con voce amara.

Dopo dieci minuti di silenzio in cui lentamente sembra calmarsi, e in cui non protesta mentre le accarezzo il fianco, parlo di nuovo.

"La maglietta che avevi ormai è da buttare, te ne do una mia" dico mentre si alza dal mio petto asciugandosi il viso con le mani.

"Te la riporto subito" dice guardandosi la ferita ormai scomparsa mentre io mi alzo.

"La puoi tenere, non importa" dico aprendo il cassetto e uscendo una maglietta nera.

"Ma te la riporterò comunque" dice in fine.

E so che lo farà... E non vorrei.

Si infila lentamente la maglietta, scende dal letto e camminando scalza per la stanza, va in bagno a darsi una sistemata.

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