9 - Lo so quando menti

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Dopo cena Draco mi ha praticamente costretta a dormire con lui questa notte.

Apre la porta della sua stanza, facendoci entrare.

"Che hai fatto oggi?" Chiede chiudendola a chiave.

"Mhh niente di che..." mento.

Non vorrei mentirgli, non a lui che non se lo merita. Ma finché tutta questa situazione non finirà non posso mettere in pericolo coloro a cui tengo, in questo caso Hagrid e Silente per la questione 'Gigante nella foresta'.

"Stai mentendo" ridacchia togliendosi la giacca con fare molto sexy.

"Non è vero" ribatto, distogliendo lo sguardo.

"Lo so quando menti" continua guardandomi, accigliato.

"E preferirei che tu non lo facessi" aggiunge.

"Senti, mi dispiace. E tu sai la ragione per cui lo faccio".

"Credi che non lo sappia? Sono il primo a dirti di non dirmi cosa fate di importante tu e i tuoi amici, per non metterti in pericolo. Ma non mentirmi, dimmi solo che non puoi dirmelo" alza gli occhi al cielo, appoggiandosi al mobile con le braccia incrociate al petto.

Bello. È troppo bello.

"Non mi piace tenerti allo scuro delle cose, è una sensazione che odio" sbotto, cercando di concentrarmi sul suo viso e non sui suoi muscoli tesi.

"Oppure non ti fidi abbastanza di me e preferisci mentirmi" giunge ad una conclusione.

Lo guardo scioccata. Oggi deve proprio essersi svegliato male.

"Io mi fido di te. Mi fido di te come mi fido dei miei migliori amici. Ma non mi fido di tuo padre" sputo acida.

"Mi dispiace dirlo, ma è così. Tuo padre lavora per il mago più crudele che possa esistere, uccide innocenti e ha collaborato alle cose terrificanti che ha fatto Tu-Sai-Chi" aggiungo.

"Io non ne ho colpa!" Urla.

"Io non te ne faccio una colpa Draco! Ma è la verità! Non c'è da fidarsi, soprattutto in questa situazione" urlo di rimando.

Scuote il capo, più a se stesso che a me. C'è qualcosa che non va, me lo sento. È strano che sia arrabbiato per qualcosa di cui non vale la pena arrabbiarsi.

O forse no... Non lo so. È sempre Draco Malfoy dopo tutto.

"Cosa c'è?" Domando subito, cercando di capire se c'è qualcosa in più.

Mi guarda negli occhi. Sono freddi, spenti e dietro di loro è celato un muro di ghiaccio che non mi permette di vedere oltre.

"Cosa?" Borbotta, passandosi la mano con gli anelli sui capelli.

"C'è qualcosa che non so?" Inarco un sopracciglio, avvicinandomi di un passo.

"No" dice secco, e anche brusco.

"Basta, ci ho perso le speranze" rido amaramente indietreggiando, alzando le mani in segno di resa.

"Senti non sono venuta qui per litigare, quindi per stasera lasciamo perdere" sbotto camminando verso la porta.

Mi afferra il braccio, facendomi girare verso di lui.

"Non toccarmi" ringhio.

"Ah siamo tornati al 'non toccarmi' adesso?" Sbotta innervosito.

"Esatto. Quando mi fai incazzare vedi di non toccarmi" replico.

"Sennò? Mi lanci una sedia?".

"Può darsi, vuoi riprovare?".

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