33 - Per niente inopportuna

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Aspetto seduta sul banco in aula di trasfigurazione.

Una volta finita la cena sono andata da Draco, dicendogli che dopo dieci minuti avrebbe dovuto raggiungermi qui. Non sarebbe stato prudente andare via insieme e far vedere alla gente che ci chiudevamo qui.

La porta si apre e ne sbuca fuori la chioma bionda che tanto mi è familiare. Chiude la porta per poi lanciare il solito incantesimo insonorizzante, senza pronunciarne le parole.

E non so perché vederlo fare un semplice incantesimo mentale, con lo sguardo da duro, è davvero eccitante

Mi raggiunge senza dire niente, appoggiandosi al banco accanto al mio corpo e il suo profumo mi investe come un treno.

"Hai parlato con Silente?" Domando fissando davanti a me.

Ho paura che le cose tra noi siano diventate fredde. Io non lo voglio distante da me.

"Ha detto che avrebbe organizzato un incontro con professori che sono partecipanti all'Ordine Della Fenice".

Mi volto di scatto verso di lui, che abbozza un piccolo sorrisetto. Un sorrisetto che mi provoca brividi in tutto il corpo.

Sorridimi sempre.

"Quindi è questo che hai fatto tutta l'estate. Organizzavate l'Ordine".

"Avrei dovuto dirtelo-".

"Invece no. Hai fatto bene a non dire niente. Sono informazioni troppo importanti" scuote il capo tornando a guardare davanti a se, mentre le sue mani stringono il banco dietro la sua schiena.

"Non dovevi dirmi niente, non dal momento che sono arrivati a questo..." aggiunge guardando il braccio coperto.

"Cosa sai dell'Ordine?" Chiedo.

"Non molto, probabilmente pochissimo. So che ci sono tanti membri e che ne fate parte pure voi, so che cercano di tracciare i movimenti di Tu-Sai-Chi da un po' ormai. Nient'altro" fa spallucce, guardandosi intorno.

"Sicuramente ci sono mille cose che non mi ha detto".

"È così" annuisco.

"Beh non dirmele".

"Comunque prima di parlarmi dell'Ordine si è assicurato che dicessi la verità, ha chiamato Piton che mi ha fatto prendere il Veritaserum" fa una smorfia.

"Immagino la faccia di Piton non appena ha visto il marchio" faccio una smorfia.

"Ammirevole" imita la sua voce facendomi sorridere.

Ma sembra più una smorfia perché le lacrime stanno già facendo ritorno. Le ho rimandate il più possibile e adesso non c'è più scampo.

Il mio ragazzo è un Mangiamorte.

"Ehi" sussurra mettendosi davanti a me, fra le mie gambe, per poi abbracciarmi.

Avevo paura che le cose fossero diventate fredde, invece no. Lo sento il modo in cui mi stringe a se, lo sento eccome.

Avvolgo il collo con le mia braccia e lo stringo di più a me, ho paura di perderlo. Ho paura che me lo portino via.

"Sono stanca" sussurro, mordendomi il labbro inferiore.

"Lo so..." sussurra, accarezzandomi i capelli.

"Sono stanca di tutto questo. Odio il fatto che ogni anno che passa dobbiamo stare attenti a mettere un piede avanti perché Tu-Sai-Chi potrebbe essere dietro l'angolo" dico allontanandomi mentre lui fa scendere la mani sui miei fianchi.

Mi guarda comprensivo, scostandomi i capelli dietro l'orecchio.

"Odio il fatto che c'è l'abbia proprio col mio migliore amico, odio il fatto che ti abbiano marchiato" dico notando la parte bassa del marchio che fuoriesce dalla manica.

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