Thomas sembrava essere tornato da una vacanza in Giappone, più che da una prigione.
Era rimasto uguale da quando lo avevo visto l'ultima volta, il ciuffo castano gli ricadeva sulla fronte e il sorrisetto sarcastico stampato in faccia, l'unica cosa in cui era cambiato nei mesi di carcere erano le spalle, me lo ricordavo molto magro, mentre ora sfoggiava spalle larghe e bicipiti tonificati, cosa che non fece migliorare l'umore di Azrael.
"Ehilà brava gente" disse entrando "Vi vedo ansiosi! Volete un massaggio?"
"Abbassa la voce T" dissi a mo' di saluto, indicando Azrael "Abbiamo persone sensibili in questa stanza"
Micheal entrò in casa, e ci salutò con un cenno del mento, appoggiandosi al muro con le mani in tasca.
"Perché? Si è accorto di essere stupido?" chiese ironicamente T "Vedo che facciamo passi da gigante Azrael! Congratulazioni!"
Mio fratello annuì nervosamente, scoccando occhiatacce prima a me e poi a Thomas. Era davvero molto spassoso vederlo in quella situazione, e anche Micheal si godeva lo spettacolo, ben consapevole del piccolo segreto di Azrael.
T prese una sedia, e si sedette di fianco a me, accavallando le gambe.
"Micheal mi ha detto che c'è una novità, è così?" chiese.
Io annuii "Mio fratello ha avuto un'idea" dissi "Per una moto"
T si scrocchiò le dita, una ad una, e vidi brillare i suoi occhi di eccitazione.
"Sono appena uscito da dietro le sbarre" disse dopo essersi guardato intorno "Se mi fate rientrare mi seguirete, intesi?"
Tutti e tre mormorammo dei "Si", poco allettati dalla proposta.
"Bene" sentenziò Thomas "Ditemi di cosa si tratta"
"Il piano è di Azrael" dissi "Te lo spiegherà lui"
Mio fratello sospirò e fece per iniziare a parlare, quando la suoneria allegra di un cellulare ruppe il silenzio.
Mi tastai le tasche, trovando il mio telefono che vibrava.
"È mia madre" dissi "Una parola e ci vediamo dall'altra parte, Azrael, se fai qualcosa di sbagliato tipo parlare ti do fuoco"
Mio fratello alzò un pollice sorridendo, a quanto pare l'idea di diventare un nuovo tipo di energia combustibile lo faceva sorridere.
"Ciao mamma!" risposi al telefono controllando l'ora, era in anticipo per la chiamata giornaliera.
"Ciao tesoro!" disse mia mamma "Come stai?"
"Tutto bene" la rassicurai" Come mai così presto oggi?"
"Ti devo dare una buona notizia!" esclamò mia mamma allegra.
In quel preciso momento Azrael cadde dalla sedia a cui era appoggiato, spaccando lo schienale, che cadde sul pavimento, facendo sobbalzare tutti i presenti nella stanza.
Misi il muto alla chiamata, con mia madre che parlava eccitata in sottofondo e mi rivolsi a mio fratello.
"Te l'avevo promesso" gli dissi freddo" Prendi l'accendino nel cassetto, cospargiti di alcool e accenditi"
"Non ho parlato!" replicò Azrael "Se tu spendessi un po' di soldi in più avresti sedie decenti!"
Micheal e Thomas seguivano la lite tra me e mio fratello come un match di tennis, sorridendo ogni tanto per gli insulti che ci rivolgevamo.
Gli scoccai un' occhiataccia e tolsi il muto al cellulare, avvicinandomi il telefono all'orecchio.
"Sei felice tesoro?" chiese mia madre, anche se non sapevo cosa accidenti avesse detto".
"Ma certo mamma" mentii "Mai stato più felice!"
"Io esplodo di gioia!" disse "Inizio a fare le valigie, finalmente ci vedremo!"
"D'accordo, ti aspetto!" risposi, mentre mi si gelava il sangue nelle vene.
Mia madre chiuse la chiamata, e a me si chiuse lo stomaco.
"Che succede?" chiese mio fratello dopo qualche secondo.
"Succede che siamo nella merda" risposi.
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"Quindi mamma viene qui?" chiese Azrael, più a sé stesso che a me.
"A quanto pare..." risposi
"Ma non sai quando?" chiese lui nervoso.
"Se tu non fossi caduto come un idiota ora lo sapremmo, ad ogni modo ha detto che iniziava a fare le valigie, ma lei ama programmare tutto, quindi tra qualche giorno, avrò tutto il tempo per buttarti fuori di casa"
Azrael sbuffò, poi si rivolse a T e Micheal.
"Andiamo avanti con il piano?" chiese ai due ragazzi, che si erano messi in disparte.
Tutti e due annuirono, quindi avremmo pensato a mia madre dopo.
Azrael rimase in piedi, dato che gli avevo vietato di sedersi su una qualunque sedia nella casa.
Poi iniziò a spiegare il piano che aveva detto a me, e nessuno lo interruppe.
Alla fine Micheal fece una domanda a cui io non avevo pensato: "Come facciamo ad andare alla concessionaria? È parecchio fuori dal paese!"
T rispose quasi immediatamente: "Ho una macchina"
"Tu hai una macchina?" chiesi "Sei uscito dalle sbarre due giorni fa e hai una macchina?"
"È della mia sorellina" rispose "Probabilmente ce la presterà"
"Già" disse Azrael "Molto probabilmente"
Thomas fissò mio fratello per un paio di secondi, e nella sala calò un silenzio assordante.
"Tu conosci mia sorella?" chiese T dopo un po'.
"Ne ho sentito parlare."
Micheal si schiarì la gola, mentre io soffocavo una risata con tutta la forza che avevo.
T annuì, senza staccare gli occhi da quelli di Azrael.
"Benissimo" intervenì Micheal, per spezzare la tensione "Va a prendere la macchina, mentre noi ci prepariamo"
"Esattamente" confermai "Io e te entriamo, mentre Azrael e T stanno fuori in macchina, in caso di problemi o tutti sanno tutto, o nessuno sa nulla, chiaro?"
"Ehi!" esclamò Azrael "Dovevo entrare io con te, non Micheal!"
"Hai detto bene" risposi "Dovevi"
Azrael sbuffò, rassegnandosi.
"Tutti pronti?" chiese Thomas
Tutti annuirono, facendo sembrare la stanza una sorta di tavola rotonda di Artù.
"Bene così" sentenziò T "Andiamo a fare un po' di casino.
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STRADA
General FictionSangue, violenza, amore e soldi. Sammael, Azrael, Micheal e Thomas: quattro ragazzi, una strada: quella della ricchezza. Violenza, tradimenti e un pizzico di comicità si intrecciano in questa storia.