Mi mancò un battito.
Caddi in ginocchio.
Sentii il mio cervello iniziare a pulsare, come se volesse sfondare la calotta cranica e fiondarsi sulla ghiaia a rotolare tranquillamente.
I miei nervi avvertirono come un grosso sbalzo di temperatura, la calda giornata si tramutò rapidamente in un pomeriggio gelido, come se fosse improvvisamente arrivato dicembre.
Volevo parlagli, dirgli tantissime cose, fargli tantissime domanda, ma dalla mia gola bloccata uscì solamente un singhiozzo, che passò rapidamente tra le labbra semichiuse, come una confessione riservata a pochi eletti.
"Alzati" ordinò Azrael, la canna della pistola puntava ancora sulla mia nuca, pochi centimetri sotto al cervelletto.
Mi alzai lentamente, qualche sassolino rimase attaccato al pantalone, dove il tessuto ricopriva le ginocchia.
"Girati" continuò mio fratello.
La voce che mi impartiva ordini non mi sembrava nemmeno la sua, la sentivo più robotica, come se passasse attraverso ad un autoparlante.
Mi girai lentamente, facendo perno sul mio tallone sinistro, scavando inavvertitamente un solco sulla ghiaia.
D'istinto, abbassai lo sguardo, senza nemmeno guardarlo in faccia.
Mi ritrovai davanti però le sue scarpe, un paio di scarpe alte e costose, completamente rosse.
Se c'era un colore che Azrael non avrebbe mai indossato, era proprio il rosso.
"Cosa c'è?" domandò Azrael la frase era ironica, ma il tono della voce dimostrava tutt'altro "Non vuoi guardare in faccia un morto?"
Per qualche secondo tenni gli occhi fissi sulle sue scarpe, poi li feci scivolare sui pantaloni rossi firmati, sulla felpa rossa firmata, sul nuovo tatuaggio rosso che esibiva sul collo, infine sulla collana che mostrava una croce spagnola.
Il mio occhi si posarono sul suo volto e Dio, non l'avessi mai fatto.
Era rasato totalmente a zero, come un militare, una grande cicatrice gli solcava il viso, dalla fronte fino appena sopra il mento, aveva gli occhi infossati e circondati da occhiaie scure tanto da sembrare dipinte, il volto era più tirato del solito ed era magro, cazzo se era magro.
Se piansi, non me ne accorsi.
"Come stai?" mi chiese, sebbene la domanda fosse cortese, nemmeno un millimetro di sorriso apparì sul suo volto rovinato.
Mi limitai ad annuire leggermente, le mie corde vocali non avevano nessuna intenzione di svolgere il loro consono lavoro.
"Vuoi sapere come ho passato questi anni fratellino?" osservai la pistola che mi puntava, in precisa contrapposizione con le parole che sentivo "Vuoi sapere chi mi ha ridotto così?"
La mia pisola sembrò bruciare nella mia tasca, come se non aspettasse altro che essere estratta.
"Sono stato io" continuò Azrael "Sono stato io ad unirmi agli Spagnoli, a entrare a far parte di loro, a accettare di essere tatuato con il loro marchio a fuoco, ad essere sfregiato in viso come rito di iniziazione"
Spalancò gli occhi, gli occhi di un folle.
"A violentare quella ragazza, obbligato da loro, a stendere quella riga, a piantarmi quelle siringhe nelle vene" stava quasi urlando,
Fece un passo verso di me, e mise l'indice sul grilletto.
"Oppure sei stato tu?" chiese, e per la prima volta sorrise, con pochi denti ingialliti "Tu i tuoi amici e quella puttana con cui stai assieme, a farmi tutto questo?"
Sentii le calde lacrime salate scorrere sulla guancia.
"Ad abbandonarmi a questa vita? Gettato come un cane qualsiasi, nelle mani dei primi stronzi che passavano per di lì" ringhiò "Cosa deve fare un uomo quando la vita gli propone due scelte, morire oppure adattarsi a ciò che trova lungo il percorso?"
L'adrenalina mi servì per sfoderare la mia pistola, subito dopo mi maledissi e mi aspettai uno sparo che non arrivò.
Pensavo che mi sparasse appena accennassi un minimo movimento, ma a quanto pare aveva altro di cui parlare.
"La mia vendetta arriverà anche agli altri Sammael, ho commesso un errore con Thomas, con te non sbaglierò" sentii un tuffo al cuore "La tua donna sarà usata dai miei come una bambola, e la tua faccia da stronzo sarà sottoterra, assieme a quella di Micheal e Thomas"
"Tu" finalmente riuscii a parlare "Tu hai provato ad uccidere Thomas?"
"A volte anche gli angeli sbagliano" commentò, sogghignando.
"Azrael pensavamo che fossi morto"
"Forse sarebbe stato meglio, meglio morto che così, ma cosa potevo fare?" nonostante tutto, il sorriso si fermò sul suo volto.
Era un folle, completamente impazzito.
"Vi hanno tradito tutti, fin dall'inizio" urlò Azrael "I Balas cercavano personale, e chi meglio di qualche ragazzo da mandare al macello?"
Azrael tirò su con il naso, fastidiosamente.
"Ho visto cose che non stanno ne in cielo ne in terra Sammael" disse, e mi parve di sentire un filo di umanità della sua voce "Donne usate come oggetti, ragazzini appena sopra i dieci anni a sniffare coca, bambini usati come bombe nelle rapine"
Azrael strinse la presa intorno alla pistola, le nocche gli divennero ancora più bianche.
"C'è solo un modo per porre fine a tutto questo Sammael"
Lo guardai in faccia un'ultima volta.
Poi sparai.
E lui sparò.
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STRADA
General FictionSangue, violenza, amore e soldi. Sammael, Azrael, Micheal e Thomas: quattro ragazzi, una strada: quella della ricchezza. Violenza, tradimenti e un pizzico di comicità si intrecciano in questa storia.