VIII

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T non urlò il numero "3", il martello non venne scagliato.

Non sentivo nessun rumore, tranne l'incessante fischio che mi rimbombava nei timpani, ed il cuore che pompava il sangue, in modo così potente da farmi venire mal di testa, appena sopra l'occhio sinistro.

Mi guardai intorno, nessuno si era mosso, nessuno era caduto, T aveva ancora il braccio sollevato in aria, con il martello a mezz'aria.

Sembrava che qualcuno avesse momentaneamente messo in pausa il film delle nostre vite.

Almeno sembrò così, fino a quando una voce alle nostre spalle parlò.

"Congratulazioni ragazzi, davvero" disse una voce rude "Non avevo mai visto un tentato furto peggiore di questo"

"Davvero pensavate che fossimo stati così idioti?" a parlare era stata una seconda voce, più leggera, sembrava quasi gentile "Pensavate che avessimo lasciato la concessionaria incustodita, i balia ai primi stupidi che pensavano di fotterci?"

T si mosse in modo lento, quasi come un bradipo, abbassando piano piano il mattone, per poi chinarsi ed appoggiarlo a terra, lanciandomi un fugace occhiata di panico mentre si raddrizzava, alzando le mani e mettendole dietro la nuca.

"Complimenti" disse la prima voce che avevamo sentito "Il vostro amico è un po' più sveglio di voi, perché non lo imitate e fate i bravi ragazzi?"

Alzai le mani sudate, e le appoggiai dietro alla testa, e vidi fare lo stesso ai miei amici.

Per un breve istante pensai a correre, correre e scappare, ma ci ripensai, avevano una pistola, o una qualsiasi arma da fuoco, e la cosa non era per nulla a mio favore.

"Giratevi" ordinò fermamente la prima voce.

Nonostante il cuore che sembrava star per uscire dal petto, ruotai lentamente sui talloni, mantenendo le mani attaccate alla testa, e vidi in faccia le due persone.

Un uomo grande e grosso, con due grossi baffi bianchi e un cappello a bombetta anni ottanta in testa, ed un ragazzo più giovane, vestito in un modo più recente, si assomigliavano, quindi potevano essere padre e figlio.

Abbassai gli occhi sulle mani dell'uomo anziano, e vidi l'arma da cui era esploso il colpo puntarmi addosso.

A quei tempi non mi interessavano le armi, e non ero di certo un intenditore, ma era una pistola moderna, nera, di quelle che si vedono nei film d'azione.

"Abbassate quei patetici fazzoletti che avete addosso, non vi mascherano nemmeno il naso" disse il vecchio.

Piano piano ognuno di noi si abbassò le bandane, scoprendo il nostro volto.

"Se vi può interessare" disse il ragazzo "Non abbiamo intenzione di uccidervi, per ora"

Non mi stupii, nessuno avrebbe ucciso dei ragazzi a sangue freddo per aver tentato di rubare qualche moto, nemmeno un folle e nostalgico cowboy che si mette a sparare in piena notte.

"Ma non vi possiamo nemmeno lasciar andare" continuò il ragazzo "Non possiamo essere infangati così, da tre ragazzini idioti che si andrebbero subito a vantare con le loro ragazze, per poi prendersi un proiettile da qualcuno di più severo"

Si fermò, e non disse nulla per qualche secondo, che sembrarono durare interi minuti.

"Io non avrei problemi ad uccidere un uomo" disse l'uomo, ed io mi chiesi se avesse mai provato questa frase allo specchio "Ma sono stato un ragazzo anche io, un giorno avrò un lavoretto per voi, mi sembrate dei ragazzi decisi, chi è a capo di questo magnifico gruppetto?"

Mi girai verso Thomas e gli feci un cenno con un mento, dopo un po' lui agitò la mano.

"Tu?!" esclamò il vecchio "Non hai la faccia da capo, hai la faccia da pervertito"

Al ragazzo sfuggì un sorrisetto di scherno, e T lo fissò con uno sguardo, che fece intimorire anche me.

"Muovete il culo" disse l'uomo "Salite su quella carcassa di macchina e rimettetevi sotto le coperte, per voi ragazzine è già troppo tardi"

Lentamente, iniziammo a camminare verso l'auto, superando il ragazzo e suo padre, e poi salimmo tutti, accasciandoci sui sedili, con una canna di pistola puntata su di noi.

Thomas mise in moto velocemente, e ci allontanammo dalla concessionaria.

"Ma che cazzo" gridai, dopo qualche minuto "Era una cosa facile giusto?!"

"Pensi che io abbia programmato tutto questo?" sbottò Azrael "Credi che abbia allestito io il teatrino con quel pazzo con il cappello da damerino e la passione per le pallottole?"

"Non ce l'ho con te, sto solo dicendo che quel tizio ora sa chi siamo, ed in un paesino così piccolo non faticherà a trovare casa nostra"

"Non perdiamo la testa" disse Micheal "Quel tizio dirige una concessionaria di moto, non è un mafioso"

"Già" commentò T "Infatti aveva una pistola per che cosa? Per fare esperimenti con le gomme?!"

Nessuno parlò per un po', fino a quanto non entrammo nel paese.

"Io mi devo fermare qui" disse Thomas una volta raggiunta casa sua "Voi andate a casa a piedi"

Tutti annuirono e scendemmo dall'auto mentre T la parcheggiava alla bell'e meglio d fianco a casa.

Dopodiché, io, mio fratello e Micheal ci dividemmo, Micheal da una parte, noi dall'altra, pronti per la notte, anche se il sole stava per sorgere.

STRADADove le storie prendono vita. Scoprilo ora