XXIX

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Eileen si svegliò poco dopo, sfregandosi gli occhi.
Io ero seduto sul letto, con la schiena contro il cuscino, che avevo alzato in verticale lungo la parete.

"Buongiorno" le dissi "Dormito comoda?"

Mi sorrise, e pensai che fosse uno delle più belle mattine di sempre.

"Buongiorno" rispose, sempre con il sorriso "Come mai già sveglio?"

Le sorrisi di rimando, ma sorvolai la sua domanda.

"Vuoi il caffè?" le chiesi, poi mi incamminai lentamente giù per le scale, con lei che mi seguiva a ruota. Arrivai in cucina e aprii il frigorifero.

"Sennò c'è il latte, il succo o...la birra" dissi.

"Sono molto tentata dalla birra" rispose, avvicinandosi un po' "Ma preferisco il caffè, grazie"

Preparai il caffè nella macchinetta, e aspettai qualche istante, poi misi sotto gli scoli due bicchierini, e ne porsi uno a Eileen, quando fu colmo.

"Vuoi lo zucchero?" le chiesi.

"No grazie" rispose "Sei così premuroso con chiunque entri nel tuo letto?"

Mi bloccai con il bicchiere a mezz'aria, da questa domanda non si poteva scappare.

"Non è un posto così tanto trafficato il mio letto sai?"

Era una cazzata colossale, e lei se ne accorse. Mi guardò con fare scettico, alzando un sopracciglio.

"Vado da un bel po' all'Arena sai?" rispose "Ti avevo avvistato, mi piacciono i tuoi capelli, eri sempre con una ragazza diversa"

Non sapevo se rispondere o meno, così lei continuò.

"Un po' di tempo fa eri con una ragazza orientale, dopo poco con una mora con gli occhi verdi, e fino a poche settimane fa con una biondina alta poco meno di me, o sbaglio?"

"Aiki, Marta e Arianna" risposi "O forse Aurora, non ricordo, ad ogni modo, congratulazioni per il turno, ora vuoi scappare?"

Scosse la testa "Non penso che lo farò, e non hai risposto alla mia domanda, le altre le scopavi e basta o le offrivi anche un caffè?"

"Le scopavo e basta" mi lasciai sfuggire un sorriso amaro.

"Non è colpa tua, se prendi l'abitudine è quasi un gioco" rispose "Che cosa ho io di speciale?"

"Tu sei speciale, Eileen"

Sostenne il mio sguardo per un po', poi non se ne uscii con frasi stupide, semplicemente si avvicinò e mi baciò.

"Che cosa siamo?" disse, dopo essersi staccata.

"Non ne ho la più pallida idea" risposi, attirandola nuovamente a me "Ma mi piace molto"

Restammo avvinghiati ancora per qualche minuto, poi mi staccai io, prendendole il viso tra le mani.

"Io oggi pomeriggio devo andare a fare una commissione con dei miei amici ok?" le dissi "Vuoi mangiare con me?"

Lei annuì senza farselo ripetere due volte, e mi sentii stranamente rilassato, avevo un'intera mattinata in sua compagnia.

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Scoprii così tante cose su di lei in poche ore che in tutta la mia vita. Aveva fatto il liceo scientifico, e si era laureata in cybersecurity, senza però trovare lavoro, se non come commessa, mi disse che se avesse voluto, sarebbe potuta sparire per giorni sena che nessuno la venisse a cercare, l'unico suo familiare di cui le importava davvero, era Ares. Ordinammo giapponese a domicilio, e giocammo ai videogiochi per tutto il tempo. Poi il telefono squillò.

Era Azrael.

STRADADove le storie prendono vita. Scoprilo ora