XLIII

8 4 0
                                    

Dire che ci fu una grossa discesa non è del tutto corretto, ma le cose non tardarono ad andare male. Dopotutto, anche Benny un giorno me lo aveva detto:

"In questo mondo, nulla è gratuito, anche i soldi hanno il loro prezzo".

Me lo disse un giorno, poco prima di Natale, lo avevo invitato a casa a prendere un caffè, quando mi chiese perché non avevo ancora speso nemmeno un centesimo dei soldi, mentre tutti gli altri si erano già, come minimo, trasferiti in case migliori.

"Ho un'idea, o meglio, abbiamo un'idea, io ed Eileen, pensavamo di andare all'estero e un volta lì, far lavorare i soldi" risposi, posando la tazza ormai vuota nella lavastoviglie.

"Lavorare i soldi?" mi chiese Benny, quasi ironicamente "E come, di preciso?"

Rimasi di stucco davanti ad una domanda così stupida, in effetti, non ci avevamo ancora pensato.

"Ci sono parecchi modi" continuò lui "Droga, armi, contratti, truffe, chiaramente c'è anche qualcosa di legale, ma ovviamente frutta di meno"

"Contratti?" domandai "Cosa sono i contratti?"

"Incarichi" rispose Benedicto, come un guru "Qualcuno ti dice di fare qualcosa, e tu la fai, venendo pagato"

"Sembra interessante"

"La paga è alta quando il rischio è alto, in questo mondo, nulla è gratuito, anche i soldi hanno il loro prezzo"

Rimasi a pensarci per un po' a quella frase, anche dopo che Benny se ne andò, anche il giorno dopo, appena sveglio, con Eileen al mio fianco.

Certo tutto questo era un buon modo per fare soldi facili e veloci, ma bastava un proiettile, una frazione di secondo, una soffiata alla polizia, e tutto finiva, da un giorno all'altro, era tempo di mettere sulla bilancia una vita tranquilla e modesta, contro una gran bella vita, ma pericolosa.

Questo dissi a Micheal, quando mi ospitò per la prima volta nel suo nuovo appartamento, con un sottile design moderno, di mobili bianchi e neri, mi disse che stava per fare la patente, e che presto avrebbe avuto una gran bella macchina, e magari una moto, la desiderava da tanto.

"Che cosa ti frena Sammael?" mi chiese, dopo aver ascoltato la mia visione dei fatti "Chiunque abbia qualcosa e non lo usa, è un ladro, lo diceva Maometto"

"Era Gandhi" lo corressi "Comunque questi soldi non li abbiamo presi legalmente"

Micheal liquidò le mie parole con un gesto della mano.

"Tutti qui rubano" rimbeccò "Lo stato, le banche, noi"

"E quindi la tua idea sarebbe?" domandai, in cerca di aiuto.

Micheal scattò in piedi come se avesse preso la scossa, e si picchiettò la tempia con un dito.

"Mettiamo su un bel gruzzoletto, e creiamo qualcosa di grande" esclamò, come se avesse scoperto qualcosa di assurdo.

"Qualcosa di grande del tipo?" gli chiesi, scettico.

"Si può partire con qualcosa di comune, tipo droga o cose di questo tipo, poi iniziamo a controllare giri più grossi, come nei film" mi rispose lui, come se fosse ovvio.

"Guarda che non sono il Padrino" ironizzai.

"Non ancora, ma potrai esserlo" sentenziò.

Scossi la testa, non mi convinceva.

"Dobbiamo sapere che ne pensa Thomas" dissi.

"E perché?" chiese Micheal "Non per forza"

Mi voltai di scatto verso di lui, quasi rompendomi l'osso del collo.

"Ma cosa cazzo stai dicendo?" dissi, lentamente.

"Dico che non per forza lui deve centrare in questa storia, ha già i suoi problemi con gli sbirri, ad ogni modo, una persona in meno significa più soldi per noi" rispose, tranquillo.

Mi alzai e lo fronteggiai, probabilmente avevo gli occhi grigi come una tempesta, pronta a scatenarsi.

"Se vorrà starne fuori, sarà una scelta sua, ma gli parleremo di tutto questo, intesi?" tentai di mantenere un tono di voce calmo.

Micheal scosse le spalle.

"Intesi, fai come ti pare" si alzò, e mi indicò la porta "Eileen ti aspetta, non è vero?"

"Perché fai così Micheal?" gli chiesi, senza troppi giri di parole.

"Torna dalla tua donna ti ho detto" mi abbaiò contro "Io intanto chiamerò qualche battona e la farò venire in questo salotto, che costa quanto la tua casa, intesi?"

Strinsi i pugni, facendo sbiancare le nocche, uscii poi dalla casa, sbattendo la porto, lasciando alle mie spalle parecchia rabbia repressa, rimasi calmo però, nonostante le cose che Micheal avesse detto, rimaneva comunque un mio stretto amico di infanzia, che non potevo permettermi di perdere per una stupida discussione.

STRADADove le storie prendono vita. Scoprilo ora