Mi rigirai nel letto, e aprii gli occhi, ritrovandomi a fissare la schiena nuda di Eileen, sospirai, e riabbassai le palpebre.
Spalancai di nuovo gli occhi, allarmato, e collegai il fatto che ero andato a letto appunto, con Eileen. Non mi sembrò così strano, ma un po' mi dispiaceva di non aver visto Star Wars.
Richiusi definitivamente gli occhi e riposai ancora un po', poi mi venne fame, il che era strano, dato che la sera prima avevo mangiato parecchio, dopotutto, avevo bruciato parecchie calorie poco dopo. Ad ogni modo, mi alzai e andai in cucina, in genere avrei mangiato qualche biscotto al cioccolato, ma c'era una ragazza nel mio letto, quindi mi sforzai di preparare un paio di pancake.
Il risultato fu allucinante.
Diventarono una sorta di colla grigiastra e ustionante, con cui mi bruciai per buttarli via.
Misi la padella piena di "pancake" nel lavandino e mi sciacquai le mani.
Subito dopo sentii dei passi alle mie spalle, e le braccia di Eileen si attorcigliarono attorno alla mia vita.
"Vedo con piacere che non riesci a starmi lontano" la provocai.
"Vedo con piacere che non riesci a cucinare dei semplici pancake" mi fece il verso lei.
Sbuffai e la girai con una piroetta, facendola sedere sul bancone della cucina, scoccandole un veloce bacio vicino all'orecchio.
"Perché fai il ruffiano?" chiese lei, con un sorrisino sulle labbra "Stai cercando di guadagnarti dei pancake commestibili?"
"Può essere" dissi, ridendo.
"Dai, ti do una mano"
Prese gli ingredienti che avevo usato io, e un minuto dopo stavo mangiando i pancake migliori della mia vita.
"Sono incredibili" dissi, addentandone un pezzo "Dove hai imparato a farli?"
Lei mi guardò fisso negli occhi poi disse:
"In un campo per transessuali"
Quasi mi soffocai con il pancake.
Eileen si stava sfracellando dalle risate.
"Sto scherzando" disse "Ma a volte li cucino per mio fratello, se ne mangia a quintalate e ci spalma sora della roba orribile"
Ingurgitai i pancake rimanenti e rimasi zitto per un po'. Poi sorpresi Eileen che mi fissava il torace.
Storsi il naso; non mi piaceva quando la gente considerava in mio corpo, facendomi sembrare un modello da circo.
"Ti piace quello che vedi?" le chiesi, facendole distogliere lo sguardo.
"Gradevole" sorrise "Vuoi il bis?"
"Di pancake?" domandai.
"Non saprei" si avvicinò "Decidi tu"
In quel esatto istante Azrael irruppe in casa, con gli occhi spalancati, poi si fermò e sorrise.
"Din don" disse "Scusate se vi interrompo, ma nostra madre è al secondo gradino delle scale di ingresso, perché non hai la maglia?"
Lo fulminai con lo sguardo.
"Ho caldo" mi giustificai "Non potevi chiamarmi?!"
"Ho il telefono scarico" disse lui "Pensi di presentarla alla mamma dopo un giorno?"
Eileen seguiva la conversazione come un gatto segue un gomitolo di lana.
"Non so io non..."
"O dio mio, ora sarà già al quinto gradino, come passa veloce il tempo" si agitò Azrael "Quanti gradini ha la scala?"
"Ma che cazzo di domanda è?" presi per mano Eileen "Dai, vieni nella stanza degli ospiti, se mamma chiede qualcosa, dille che sto dormendo"
Mio fratello alzò il pollice, e sperai andasse tutto liscio, era una situazione abbastanza difficile da spiegare a mia madre. Mi tuffai nel letto matrimoniale ed Eileen con me, rifugiandoci sotto le pesanti coperte.
"Sembra simpatico tuo fratello" sussurrò al mio orecchio Eileen "Tu sei quello uscito meglio però"
Mi si rizzarono i peli in tutto il corpo.
Dopo qualche secondo mi venne un idea.
"Possiamo uscire dalla finestra se vuoi" le sussurrai.
"Tu dici?" si avvicinò ancora di più al mio corpo, e riuscii a scorgere un sorriso malizioso anche nel buio "Io sto bene qui"
Roteai gli occhi, se mia madre entrava, si creava una situazione abbastanza complicata.
"Lo so che tu vorresti restare ancorata come un koala ancora per un po', ma se mia madre non mi trova cercherà dappertutto, quindi andiamo dai"
Eileen sbuffo, in punta di piedi riuscimmo a raggiungere la finestra, e riuscii a calarsi abbastanza per raggiungere terra senza rompersi una caviglia.
Mi strizzò l'occhio e corse via.
Feci roteare il suo orecchino nella mano, l'avevo preso durante il bacio pochi minuti prima, almeno avevo una scusa per rivederla.
Mi misi il gioiello in tasca, andai in camera mia e mi misi la maglia.
Come impegno giornaliero, dovevo far esplodere un po' di cocaina.
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STRADA
General FictionSangue, violenza, amore e soldi. Sammael, Azrael, Micheal e Thomas: quattro ragazzi, una strada: quella della ricchezza. Violenza, tradimenti e un pizzico di comicità si intrecciano in questa storia.