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Mentirei se dicessi di non aver avuto, anche solo per un istante, la sensazione che tutto potesse andare male, molto male. Forse ero solo pessimista di mio, o forse ne avevo avuto abbastanza di quelle cazzate e avrei solo voluto stendermi sul letto con una birra in mano e dormire.

"Nemmeno tu riesci a dormire?"

La voce di Eileen si sorprese nel buio, le cinque di mattina circa, ancora non ero completamente abituato ad avere costantemente lei nel letto.

"Già" continuò lei, senza bisogno di una risposta "Si sente dal respiro"

Si accoccolò alla mia schiena nuda facendomi rabbrividire.

"Siamo a Ottobre e ancora dormi senza maglia" mi riproverò.

"Non ti sembra dispiacere dopotutto" la stuzzicai "E comunque non soffro il freddo"

"Mh" mugugnò "Quando si farà vivo Benedicto, secondo te?"

"Non ne ho la più pallida idea" ammisi "Immagino che Thomas ce lo dirà subito, i soldi sono parecchi"

Ci fu un istante di silenzio in cui non si sentì assolutamente nulla, ad eccezione dei nostri respiri e delle poche macchine che passavano ogni tanto.

"Cosa ci farai con quei soldi?" mi chiese lei, parlandomi all'orecchio.

"Cosa ci faremo" la corressi "Ad ogni modo, non lo so, forse li metterò da parte per una casa o una macchina decente"
"Sammael sono centomila euro, la maggior parte delle persone non li guadagna in due anni e a noi arrivano in un giorno solo"

"Lo so, ma ho poca immaginazione" risposi, ridendo "Forse quando li avrò in tasca avrò un'idea"

"Io andrei in America" disse lei, di colpo "Non in vacanza, a vivere"

"Tesoro..."

"Aspetta, non è una cazzata" mi disse "Abbiamo duecentomila euro, più i soldi che ti spedisce tua madre, saremmo più vicini alla tua famiglia, potrei trovarmi un lavoro e..."

Mi girai velocemente tra le coperte, mettendomi faccia a faccia con lei.

"Hai appena detto di andare a vivere assieme?" le chiesi, piantando i miei occhi nei suoi.

Lei alzò un sopracciglio, guardandomi storto.

"Noi viviamo già assieme, praticamente"

"Si lo so ma..." tentennai "Tu hai detto di andare a vivere assieme!"

"Io non ho..."

"Oh sì eccome se lo hai detto" la canzonai "Qui qualcuno si è innamora..."

Mi strinse il collo con una mano, appoggiandomi l'altra mano alla guancia, in altre parole, mi strangolò con affetto.

"Non prendermi per il culo idiota" disse, ridendo.

"Altrimenti mi rubi il portafoglio?"

Era da quando ci conoscevamo che passavamo gran parte del nostro tempo assieme a prenderci in giro e a stuzzicarci, la cosa ci piaceva da matti.

"Oh questo è un colpo basso signorino"

"Nah, questo è un colpo basso, madame"

Le allacciai le gambe il vita e la girai, o meglio, tentai di girarla sotto di me, ma con un abile colpo di bacino si ritrovò sopra di me.

"Oh-oh" si finse preoccupata "Non doveva finire così vero?"

"Amore..." quasi la supplicai.

"Chi la fa l'aspetti non è vero?" mi sussurrò all'orecchio, poco prima di mordermi il lobo, sfiorando l'orecchino.

"E se entra di nuovo Thomas?" le chiesi.

"Questa volta sono sicura di aver chiuso la porta a chiave"

"Quindi avevi già programmato tutto?" le chiesi.

Eileen smise per un secondo di baciarmi il collo.

"Mi stai davvero chiedendo se sapevo che avresti ceduto subito?"

※※※※※※※※※※※※※※※※※※※※※※※※

Thomas stava fumando nel mio salotto. Non ne ero infastidito, ha sempre avuto il vizio del fumo, mentre io e Micheal ci limitavamo a fumare una sigaretta ogni tanto.

Spense la sigaretta nel posacenere, e si lasciò scappare un colpo di tosse.

"Come sappiamo che Benedicto non si terrà le armi e i soldi e se ne torni a casa?" gli chiesi, dondolandomi sulla sedia.

"Non lo sappiamo" mi rispose, stravaccandosi sulla sedia "La parte positiva è che noi non perdiamo nemmeno un centesimo, ma abbiamo buttato una giornata"

"Potrebbe semplicemente averci sfruttato per portare a termine il lavoro senza rischiare la vita" intervenne Eileen, sorseggiando una birra.

"Non esiste" si intromise Artemis "Non avrebbe bisogno di farlo, se non ha scoperto nulla"

Eravamo tutti e quattro ad aspettare la chiamata che avrebbe potuto svoltarci la vita, Micheal sarebbe dovuto arrivare a momenti, a vederci, chiunque avrebbe potuto pensare che fosse un qualche tipo di uscita a quattro.

Dopo un paio di minuti arrivò Micheal, che, tralasciando una macchia di rossetto sul collo, sembrava a suo agio in una situazione simile.

Eravamo tutti ad accerchiare il cellulare di Thomas, ma Benny fece una sorpresina a tutti.

Il rumore cupo di un clacson da camion fece sobbalzare tutti.

Uscimmo in meno di un secondo sul balcone, e avvistammo senza troppa difficoltà un tir gigantesco impegnato in manovre impossibili per entrare nel mio giardino.

Nel rimorchio, spiccavano mazzette di banconote.

Nella cabina, con un crocifisso che scintillavasul petto, Benny, il mio amato Benny.

STRADADove le storie prendono vita. Scoprilo ora