Raccontai tutto ciò che era successo ad Eileen, una volta che tornò a casa, avevamo abbastanza soldi per non lavorare per un bel po', ma lei si ostinava ad andare nel negozio di alimentari, la invidiavo un pelo, lei avrebbe potuto benissimo mantenersi da sola, mentre io restavo ancorato ai soldi di mia madre come una sanguisuga.
"I soldi non comprano la felicità, lo dicono tutti, puoi essere ricco quanto vuoi, ma se sei solo rimarrai per sempre solo" rispose Eileen, scuotendo leggermente le spalle.
"Non ci ho mai creduto molto a quella storia amore" risposi io, notando un piccolo sussulto quando la chiamai 'amore' "Se sei ricco la gente ti si avvicina, un buon amico prima o poi lo troverai"
Lei scosse la testa energicamente "La gente si avvicina perché sei ricco, e l'unico amico che troverai sarà un amico dei soldi"
Quel ragionamento mi rimase impresso per diversi anni, solo ora, al tramonto della mia vita, ho trovato la risposta.
Mi diedi appuntamento con Thomas per andare a mangiare un piatto caldo in un buon ristorante, Eileen mi sorprese, dicendo di non voler venire, in quanto doveva uscire con Artemis, cosa che mi sorprese ancora di più.
T mi passò a prendere con la sua nuova auto, sembrava più che altro una macchinina giocattolo in scala gigantesca, con tutte le grafiche e colori metallizzati.
Mi portò nello stesso ristorante in cui avevo portato Eileen la prima volta che eravamo usciti a cena, il che fu abbastanza imbarazzante, ci sedemmo in un tavolo abbastanza appartato e ordinammo due calici di vino.
"Quindi?" mi chiese Thomas, dopo un breve sorso "Come ti stai godendo il tuo nuovo patrimonio?"
"Non me lo sto godendo, nemmeno un centesimo" mi beccai un'occhiataccia "Abbiamo in mente di andare all'estero, io ed Eileen, e far lavorare un po' i soldi"
Thomas ascoltò attentamente, poi fece ondeggiare davanti a me due dita.
"Ho due domande per te, come farete lavorare i soldi, e perché in questo fantomatico piano non siamo presenti io e Micheal?"
"Ho chiesto a Benny, ci sono parecchi modi, contratti, vendite, quello che vuoi, e per quanto riguarda la seconda, non ho mai detto di non volervi, anzi" risposi, analizzando ogni parola che mi usciva dalle labbra.
Thomas annuì piano, poi si grattò l'orecchio, sembrava in difficoltà.
"All'estero dove, di preciso? chiese poi.
"Eileen parlava dell'America, se non ci sono opportunità lì, non le troveremo altrove" risposi.
"La tua dolce metà sa che l'America non è uno sputo vero?" domandò, sarcastico "America del Nord immagino, ma dove?"
"New York, Los Angeles, qualche grande città sicuramente" sbuffai "La mia dolce metà però è molto più convinta di me"
Thomas aspettò una manciata di secondi prima di rispondere.
"Ti trovi bene con lei?" mi chiese.
La domanda mi spiazzò parecchio, tutti si erano accorti che Eileen durava più di una settimana, e tutti ne erano sorpresi, me compreso.
"Si, bene, molto bene, perché?" gli rigirai domanda.
"Si vede" asserì, senza curarsi di rispondere "Pensate in grande, da quanto state assieme all'incirca?"
"Sei mesi più o meno" non ero mai stato molto bravo a ricordarmi certe cose, anche perché le mie storie non avevano mai superato la durata di una settimana.
Thomas piegò la testa di lato in ascolto, come fanno i cani addestrati, in effetti sembrava un po' un cane da guardia, pronto ad azzannarti al primo passo falso.
"E tu con Artemis?" mi informai.
"Beh, bisogna stare attenti" ridacchiò "Quella ragazza è terribile, non gli fai i complimenti per i capelli appena tagliati e ti salta al collo"
Ridacchiai anche io, anche se con un piccolo peso al cuore, una conversazione così genuina con lui non mi capitava da un bel pezzo.
"E per scopare invece?" mi chiese, di colpo.
"Come scusa?"
"Scopate bene?"
"Cristo santo Thomas stiamo per mangiare"
"Beh che cazzo ti importa, non ti ha mai fatto schifo"
"Dio mio" commentai "Si scopiamo bene, voi?"
"Alla grande"
"Immagino già chi sia l'uomo nella coppia, Artemis sembra molto...come dire...emancipata" ci scherzai su.
"Non fa ridere brutto coglione" disse, nonostante stesse sorridendo.
Alla fine della cena, Thomas mi riaccompagnò a casa, stava prendendo lezioni di guida, quindi non rischiammo di morire strada facendo.
Davanti al cancello di casa, T scese e mi abbracciò di istinto.
"Ti voglio bene fratello, non lo scordare mai" mi disse.
Sentii un fischio nelle orecchie, un colpo, e del sangue mi schizzò sul collo e sulla giacca, Thomas cacciò un urlo di dolore, accasciandosi ai miei piedi.
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STRADA
General FictionSangue, violenza, amore e soldi. Sammael, Azrael, Micheal e Thomas: quattro ragazzi, una strada: quella della ricchezza. Violenza, tradimenti e un pizzico di comicità si intrecciano in questa storia.