Capitolo 32. Il ragazzo dai capelli argentati

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POV Anna.
Arrivammo in una modesta ma bellissima casetta immersa nella natura, era ricoperta in parte da fresca edera che profumava i dintorni, davanti alla porta c'era un percorso tracciato con piccoli petali viola. -come in ogni matrimonio, la sposa va portata nella nuova casa in braccio.- disse sollevandomi. Appoggiai la testa nel incavo del suo collo sorridendo per la felicità. Entrammo nella casa. Mi fece scendere delicatamente dopo aver fatto alcuni passi. Mi guardai intorno.
C'era un bel salotto, ornato con delle roselline in pizzo rosa. Il un bel divano in seta rossa era piazzato davanti a un caminetto spento. Su quello c'era il ritratto della famigliola felice. Io Elsa Sven Olaf ( partito tempo fa per farsi una vacanza alle isole calde. ) e kristoff che mi teneva il braccio sulla vita.
Dalle finestre filtrava la calda luce pomeridiana. Mi sedetti. -è davvero stupendo.- dissi sussurrando.
-ringrazia gran papà, mi ha suggerito tutto lui.- disse grattandosi il capo.
Sorrisi, non era a suo agio tutto in tiro. -vieni a sederti con me e rilassati.- dissi facendogli un veloce cenno con la mano.
Lui si sedette e mi tiro a se premendo le sue labbra sulle mie.
Appoggiai le mani sulle sue guance.
Quel bacio mi rese infinita.

POV Elsa
-fatevi vedere.- ordinai ferma. Iniziava a spaventarmi quella situazione.
-non puoi vedermi dolcezza.- disse una voce alle mie spalle.
-come non posso vederti?- chiesi girandomi. Un ragazzo alto con la pelle candida era seduto sulla mia sedia. Portava una felpa blu e dei pantaloni marroni. I suoi capelli color ghiaccio ricavavano delicati sulla fronte.
-cosa?- chiese lui sbalordito alzandosi in piedi.
-chi sei? Perché sei qui?- rimasi immobile.
-Elsa tu mi vedi?- chiese allibito.
-si, chi sei e come fai a conoscermi?- richiesi.
Rimase a bocca aperta per un po prima che mi degnasse di una sua risposta.
-sono, Jack, Jack Frost.- rispose lui.
-bene, io sono la regina di Arendelle e ti ordino di andartene o dovrò chiamare le mie guardie.- dissi.
-io non me ne vado, ora che puoi vedermi non ti sbarazzerai facilmente di me.- disse.
-ora? Da quanto tempo mi segui e perché? - cos era uno stalker?
-ti conosco da quando sei piccola, seguo il ciclo dei tuoi poteri. Meglio, i nostri.- disse sorridendo. Porto una mano avanti tenendo il pugno chiuso.
-c'è bellezza in tutto questo.- disse aprendo il pugno da cui uscirono sparati in aria tanti piccoli fiocchi di neve luminosi. Rimasi senza fiato, la paura era cessata, c'era curiosità, stupore, felicità di non essere l'unica. Si sistemò lo strano bastone e si librò in volo.
-o mio dio...- dissi mantenendo la calma. Protese una mano vero di me. -ti va di fare un giro?- chiese. Non lo conoscevo, era piombato nella mia finestra così, senza invito, eppure mi fidavo ciecamente di lui.
Annuii afferrandogli la mano. Sentii i miei piedi staccarsi dal tappeto rosso dello studio. Mi prese fra le sue braccia e disse: - pronta?-
Annuii stingendomi a lui. Sfrecciò fuori e inizio a volare in altro passando tutti i tetti delle case. Era uno spettacolo da mozzare il fiato, passava fra le nuvole bianche come zucchero filato. Era stupendo, l'aria fresca sul viso che ci accarezzava dolcemente. Probabilmente stavo sognando.

Spero vi piaccia alla prossima❤️

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